Mikaben e la misinformazione giornalistica

Prendere rip per rap

Mikaben

Oggi tratto una sciocchezza, anche se il tema è triste. Una sciocchezza che però dovrebbe farci capire quanta poca attenzione viene usata dalle redazioni nel mettere insieme gli articoli che verranno pubblicati su siti di testate giornalistiche nazionali.

Questi, insieme a quelli che vedete sopra, sono alcuni dei titoli apparsi su giornali italiani il 17 ottobre 2022:

Io non conoscevo Mikaben, al secolo Michael Benjamin, cantante haitiano, ma quando ho letto che era un rapper mi sono incuriosito, e ho cercato qualche suo pezzo su Spotify. Ho due figli giovani, cerco di tenermi al passo con le nuove generazioni di musicisti. Cerco su Spotify ma non trovo nessun rap, allora cerco in rete info su questo cantante di Haiti, le canzoni che trovo non mi sembrano  minimamente attribuibili al genere rap. Cerco ancora e trovo alcuni critici haitiani che sostengono che la sua canzone più rappresentativa sia questa:

 

Io ho una certa età, ma ammetto che non mi sembra possibile che questo soggetto sia “un rapper”, e difatti cercando sulle testate parigini o haitiane ho conferma che nessuno lo definisce rapper: cantante, chitarrista sì, ma non rapper, mai rapper. Perché non fa rap.

Non so da cosa sia dovuto l’errore delle testate italiane, è probabile che sia stato il primo a riportare nella maniera sbagliata la notizia e tutti gli siano andati dietro. E siamo tutti d’accordo che si tratta di una piccola cosa che cambia di poco la notizia. Ma se fossimo negli States e fosse morto Toto Cutugno e lo avessero definito cantante metal o rap quanti italo americani avrebbero avuto da ridire?

O ancora, se invece che bloccare la malattia avessimo scritto che il tal vaccino blocca il virus?

Questo è solo un piccolo episodio, che qualcuno riterrà di poco conto, ma secondo noi è un esempio perfetto di come funziona il giornalismo nel nostro Paese: trasandato, senza il minimo (minimo!) approfondimento, senza alcuna verifica, senza nessuna voglia di fare un buon lavoro. E con l’Ordine dei Giornalisti che non fa assolutamente nulla per migliorare la situazione.

maicolengel at butac punto it

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