Mirko, Trieste e le terapie intensive

...almeno questa volta si trattava di sua sorella e non di suo cuggino

In tanti ci state segnalando uno screenshot che sta circolando su diverse bacheche, questo:

SI tratta di un botta e risposta tra tal Romana e tal Mirko. Romana sta facendo dell’ironia sul fatto che a Trieste siano aumentati i ricoveri in terapia intensiva dopo le manifestazioni di protesta contro green pass e vaccini. Mirko le risponde:

Mia sorella fa l’anestesista al Salus di Trieste, in terapia intensiva attualmente non c’è nemmeno un paziente, le balle valle a raccontare da un’altra parte.

La clinica Salus di Trieste esiste, è una casa di cura privata di proprietà del Policlinico Triestino SpA. Si tratta di una struttura accreditata col Servizio Sanitario Regionale ma credo che sia l’ultimo posto in cui vengano ricoverati pazienti COVID-19 da terapia intensiva. Prima vanno saturati i post in strutture non private, già pronte ad accogliere pazienti.

Mirko disinforma sfruttando il fatto che pochi sanno che la Salus è appunto una casa di cura privata, parte di una società per azioni. Sono gli ospedali regionali, parte integrante del SSN, ad aver sperimentato un po’ di pressione negli ultimi giorni. Lo spiegano le cronache, non anonimi profili social. Come riporta ad esempio RaiNews:

Contagi in aumento, l’ospedale Maggiore di Trieste apre un reparto Covid

Raddoppiata la disponibilità, metà dei nuovi posti già riempiti e potrebbero non bastare

Che in certe zone siano aumentati contagi e ricoveri è un dato che è stato comunicato dal Ministero della Salute e dalle strutture stesse, che si sono trovate costrette a riaprire reparti che si sperava fossero stati chiusi in via definitiva.

Purtroppo il ritorno della stagione fredda, unita a manifestazioni dove si rispettano poco le misure di distanziamento – convinti appunto che il peggio sia passato – contribuiscono a quest’aumento di ospedalizzazioni.

L’importante però è mantenere la cosa localizzata. Lo so che non tutti sono d’accordo, ma il mantenimento di misure di distanziamento e contenimento è l’unico sistema per non ritrovarsi come Paesi in cui si è aperto tutto e ora si sta tornando a chiudere.

Non vogliamo un nuovo lockdown, cerchiamo di comportarci bene.

E a chi crede sia tutto un complotto: andate a chiederlo ai medici e agli infermieri degli ospedali che stanno riaprendo i reparti Covid, sono sicuro che saranno lieti di perdere cinque minuti del loro (prezioso) tempo per rispondervi.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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