Paragone fan dei fagioli
...e di Umberto Eco, o almeno così gli piace farci credere
Sul blog di Gianluigi Paragone, a firma Gabriele Angelini, è apparso un articolo che elogia lo stesso Paragone, con toni a dir poco ridicoli. Si parla, ancora, di alimentazione, farina di grilli e amenità simili. L’occasione è l’intervento di Paragone a Stasera Italia su Rete4 del 28 marzo, e riporta Il Paragone:
Un’alimentazione che punta a distruggere il Made in Italy e la dieta mediterranea con farina di grillo, carne sintetica, appunto, e altre oscenità. “Voglio però anche dire a coloro che sposano l’utilizzo e la diffusione delle farine di grillo e le farine d’insetto rispetto al supporto proteico una cosa ben precisa”, esordisce Paragone. E poi sgancia la bomba. Gianluigi Paragone fa una citazione dotta e manda al tappeto tutti i fan della carne sintetica, della farina di grillo e di tutte le altre porcherie che Europa e multinazionali vogliono imporci di mangiare: “Umberto Eco, tanti anni fa, scrisse un articolo stupendo che era l’elogio del fagiolo e dei legumi, anche per raccontare di tutto quel supporto che i legumi possono dare anche come sostituzione della carne“. Da qui il suggerimento del leader di Italexit: “Allora se devo scegliere un tipo di dieta così, è meglio scegliere i fagioli e i legumi che appartengono alla nostra tradizione“.
Verissimo, Umberto Eco il 18 aprile 1999 fa fece un elogio dei fagioli sul New York Times, elogio dal titolo:
Best Invention; How the Bean Saved Civilization
Articolo in cui spiegava come fosse grazie ai fagioli – ma anche ai piselli e le lenticchie – se la società come la conosciamo è progredita nei secoli. Sia per merito delle loro proprietà nutritive sia per merito degli scambi commerciali che ci portavano a girare (ed esplorare) il mondo. Eco nel suo articolo parla di “european beans”, non di fagioli italici.
Di fagioli ne esistono svariate tipologie, quelli che nel Medioevo si trovavano nel nostro Paese erano quelli che tutt’ora si coltivano in Toscana, il fagiolo dall’occhio o con l’occhio. E hanno comunque origini africane, non italiane. Ma non sono quelli ad aver portato all’evoluzione nella nostra società globale, bensì quelli che erano più facili da coltivare, ovvero quelli importati dalle Americhe, che hanno generato le tipologie che oggi conosciamo come borlotti e cannellini. Fagioli che anche da noi si consumano e coltivano da centinaia di anni, ma che senza le importazioni dall’America qui non sarebbero mai arrivati. Quindi sì, bravo Gianluigi con la tua dotta citazione, ma se serviva a far riferimento a millenarie tradizioni alimentari italiche hai fatto solo la figura di chi si è documentato poco. Senza considerare, ovviamente, che nessuno sta cercando di imporci di mangiare alcunché, casomai è chi insiste con questa narrazione che vuole imporci di NON mangiare qualcosa, che siano la farina di insetti o la carne coltivata.
Altro che mandare al tappeto tutti i presenti.
maicolengel at butac punto it
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