I fatti, le smentite e la loro importanza

Tom Scott e l'importanza di ammettere l'errore

Da svariati anni seguo il canale YouTube di Tom Scott, un giovane britannico che fa video interessanti su tantissime cose, dalla scienza pratica alla geografia, dalla storia del Regno Unito a quella d’Europa.

Il 20 dicembre 2022 è uscito un suo video dal titolo:

I was wrong (and so was everyone)

In poco più di una settimana il suo video ha realizzato 3 milioni di visualizzazioni, oltre 200mila pollici di approvazione, quasi 5mila commenti. Su cosa Tom si era sbagliato? Su una leggenda urbana che fino a poco tempo fa era considerata un fatto reale.

Cerco di riassumervi la vicenda. Due anni fa Tom aveva realizzato un video in cui raccontava di come nel Regno Unito del XVIII secolo i pompieri non fossero altro che un’emanazione delle compagnie di assicurazione. I pompieri spegnevano gli incendi delle case che erano assicurate, lasciando che le altre finissero in fumo. Per distinguere tra quali fossero i palazzi assicurati ogni compagnia assicurativa forniva delle placche di metallo (fire marks) da apporre fuori, ben visibili. Ogni compagnia assicurativa aveva la sua placca. Senza la placca il palazzo sarebbe stato lasciato bruciare.

Tom Scott come riferimento aveva preso, nel suo video di due anni prima, la pagina web ufficiale dedicata alla storia delle Fire Brigade britanniche, pagina che riportava queste testuali parole:

Fire marks were used to identify – and advertise – different insurance companies. These marks were placed on the outside insured buildings.

If a building was on fire, several brigades would attend as quickly as possible. The different brigades would use the fire marks to work out if a building was insured by their parent company. If they didn’t see their specific fire mark attached to the building, they would leave the property to burn.

Che tradotto:

I fire marks sono stati usati per identificare e pubblicizzare diverse compagnie assicurative. Questi marchi erano apposti sugli edifici esterni che erano stati assicurati.

Se un edificio era in fiamme, diverse brigate intervenivano il più rapidamente possibile. Le diverse brigate usavano i fire marks per capire se un edificio era stato assicurato dalla loro società madre. Se non vedevano il loro specifico fire mark attaccato all’edificio, avrebbero lasciato bruciare la proprietà.

Questa frase è stata presente per anni sul sito ufficiale dedicato alla storia dei pompieri britannici, ma non solo: per lungo tempo è stata considerata praticamente un dato di fatto, di cui hanno parlato in trasmissioni televisive ritenute affidabili come QI (potete sentirlo qui al minuto 11:25) nella puntata dedicata al fuoco e al ghiaccio, o ancora peggio, trasmissioni a carattere documentaristico dedicate ai bambini come Horribile Histories, nel primo episodio della quarta stagione. Insomma, questa questione per decenni è stata ritenuta un fatto storicamente accertato. Tom, però, dopo aver pubblicato il video ha cominciato a ricevere segnalazioni da alcuni dei suoi follower: prima gli veniva segnalato che i fire marks che mostrava in realtà non erano fire marks, finché qualcuno gli ha fatto notare che il sito dedicato alla nascita dei pompieri in Gran Bretagna non riportava affatto quanto da lui sostenuto nel video di due anni prima.

Eh sì, la pagina che vi ho linkato sopra è infatti stata archiviata, oggi se la cerchiamo troviamo una pagina che in corrispondenza di quel testo riporta:

Popular stories suggest that insurance firemen would leave a building to burn if it wasn’t insured or insured with a rival company. There is little real evidence to suggest that this was the case. In fact, evidence shows that insurance companies had strict rules that on pain of dismissal, their firefighting teams should attend every fire they encountered, whether the property was insured or not and regardless of which company it might have been insured with. Any fire left unchecked could spread to whole streets or neighbourhoods and involve the insurance companies in large scale losses. Mutual co-operation was therefore extremely important.

Che tradotto:

Le leggende suggeriscono che i vigili del fuoco dell’assicurazione avrebbero lasciato bruciare un edificio non assicurato o assicurato con una compagnia rivale. Ci sono poche prove reali a supporto di questa leggenda. In realtà, le prove dimostrano che le compagnie di assicurazione avevano regole rigide secondo cui, pena il licenziamento, le loro squadre antincendio dovevano assistere a (occuparsi di) ogni incendio che incontravano, indipendentemente dal fatto che la proprietà fosse assicurata o meno e indipendentemente dalla compagnia con cui avrebbe potuto essere assicurata. Qualsiasi incendio lasciato incontrollato difatti avrebbe potuto diffondersi in intere strade o quartieri e coinvolgere le compagnie assicurative con perdite su larga scala. La cooperazione reciproca era quindi estremamente importante.

Avete notato quanto cambia rispetto al passaggio che vi ho riportato poco sopra? Uno si aspetterebbe perlomeno che la pagina, oggi storicamente più accurata, avesse evidenziato la correzione, spiegando per filo e per segno come e perché della modifica. E invece nulla. Ma ancora peggio, se cerco la pagina sugli archivi della rete non risulta esser stata modificata. Sì, perché quei furbetti invece che modificare la pagina originale hanno scelto di farne un’altra, cancellando quella precedente che era a questo indirizzo e sostituendola con una completamente nuova che troviamo a quest’altro indirizzo. In questo modo solo i rompiballe come noi possono rendersi conto per quanti anni la pagina ufficiale dei pompieri britannici abbia raccontato come fatto acclarato quella che era solo una leggenda, basata su un’errata interpretazione, probabilmente di qualche storiella trovata appunto su cronache non ufficiali.

Sia chiaro, è già un bene che abbiano modificato il testo alla luce delle correzioni, peccato l’abbiano fatto senza evidenziare la correzione. In Italia le testate giornalistiche – ma anche i siti web – spesso evitano accuratamente di smentire fatti che si sono dimostrati errati, e quelle rare volte che lo fanno evitano altrettanto accuratamente di segnalare le modifiche. Qualcuno, per nascondere ancora meglio i propri errori, ha trovato il modo di evitare che il proprio sito web possa essere indicizzato e salvato dagli archivi della rete.

Un’informazione falsa diffusa a mezzo stampa viene in qualche modo recepita da chiunque se la trovi di fronte, se ripetuta più e più volte alla lunga diventa un fatto conclamato, smentirla dopo che è stata spacciata per vera diventa ogni giorno che passa più difficile.

Qui il video di Tom Scott per chiunque voglia approfondire e seguire il suo ottimo canale:

 

maicolengel at butac punto it

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