Pseudogiornalismo: la depenalizzazione degli atti osceni in luogo pubblico.

maicolengel butac 12 Gen 2016
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AGGIORNAMENTO DELLE ORE 11:17

Come mi è stato fatto notare oltre a quanto riportiamo poco sotto la notizia del Giornale è oltremodo errata, in quanto non sono gli Atti Osceni in luogo pubblico art. 527 a venire depenalizzati, ma gli atti contrari alla pubblica decenza, art 726 del codice penale, visto che dell’articolo 527 si era già parlato col decreto legislativo n.507 del 1999. Qui trovate il PDF del Senato che spiega per filo e per segno il tutto.

ATTISOSCENI

Il Giornale il 9 gennaio 2016 ha titolato così:

ilgiornale-attiosceni

Depenalizzazioni, via il reato di atti osceni in luogo pubblico

Nel decrato (sic) sulle depenalizzazioni che arriverà in Cdm il 13 gennaio una norma per punire solo con una multa gli atti osceni in luogo pubblico

proseguendo così:

Nel decreto sulle depenalizzazioni che arriverà in Consiglio dei Ministri il 13 gennaio ci sono delle soprese (sic e due), anche particolari.
Secondo il sito dello studio legale Castaldi, infatti, nella lunga lista di reati che non saranno più tali, si trova la norma secondo cui “chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza” non sarà più incriminato in via penale (arresto fino a un mese e multa da 10 a 206 euro), ma sarà punito solo con una multa da 5mila 10mila euro.
In pratica, fare pipì per strada o appartarsi con il partner per il sesso, non sarà più reato. Anche andare in giro nudo comporterà solo una multa. Certo, molto salata.

La notizia è tutta qui, pubblicata apposta per dare ulteriormente addosso al governo. Non c’è altra ragione per spacciare qualcosa che era nota e risaputa da tempo, come “sorpresa” dell’ultimo minuto.

Oltretutto un vero giornalista spiegherebbe la questione, non fosse che l’ordine non è fare giornalismo, ma politica, infischiandosene dei fatti. Cerchiamo, per l’ennesima volta, di vederci chiaro. Il decreto delle depenalizzazioni nasce da un’esigenza tutta italiana. Le nostre carceri sono piene, di soggetti che sicuramente non vorremmo vedere circolare per strada, piene al punto che alcuni son stati fatti uscire. Piene fino all’orlo. Nel nostro codice penale esistono tantissimi reati che, a causa di questo problema carceri piene, costano di processo, ma non finiscono mai con una condanna eseguibile, se non quella (esigua) pecuniaria. Depenalizzare tutti i reati che al momento devono subire processo penale (intasando le aule e rallentando altre cause) e che tanto non porterebbero alla detenzione, significa snellire l’iter burocratico, ridurre le spese, e al tempo stesso aumentare le entrate, perché se è vero che se non hai nulla lo Stato non sarà in grado di esigere nulla (esattamente come oggi), mentre negli altri casi le pene saranno decisamente più elevate.

Sia chiaro, saremmo tutti più contenti se fossero introdotte anche sanzioni di utilità sociale, come pulizia delle strade e dei muri, opere di giardinaggio, insomma cose che anche un nullatenente possa esser costretto a fare. E ancor meglio sarebbe non avere il problema delle aule di tribunale intasate e delle carceri piene. Se necessario sarebbe importante costruirne di nuove. E migliorare l’attuale sistema giudiziario e burocratico. Per tante cose qui invece sembra di essere ancora nel secolo scorso.

maicolengel at butac.it

Avevamo già parlato di depenalizzazioni:

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