Romania, medico ospedaliero confessa la truffa

...l'unica truffa che vediamo è il blog su cui è riportata la "notizia".

Tra le tante segnalazioni che ci inviate una ha attirato la nostra attenzione, è un articolo apparso su un sito italiano gestito da una nostra vecchia conoscenza, uno che era solito andare in Svezia a spiegarci che andava tutto bene. Sul suo sito, che eviteremo di nominare per non dargli ulteriore visibilità, l’11 marzo 2021 è apparso un articolo che titola:

Romania, medico ospedaliero confessa la truffa: “Non riesco più a tacere”

L’articolo ci racconta una storia abbastanza tragica:

Il direttore economico del Deva County Hospital, in Romania, conferma che l’unità medica era più vuota, perché costretta a curare solo pazienti affetti da coronavirus. “Non riesco più a tacere. L’ospedale di Deva, con oltre 700 posti letto e uno staff di oltre 1.200 persone, tratta 97 pazienti COVID, di cui oltre l’80% asintomatici. I veri malati muoiono per giorni, implorando aiuto ai cancelli degli ospedali vicini.

Il racconto riporta una fonte precisa, una testata giornalistica per l’appunto rumena. Come sempre a noi interessano le fonti degli articoli, quindi possiamo limitarci a fare una veloce lettura del testo in italiano e andare subito a verificare cosa viene riportato dalla fonte.

Il titolo scelto dalla testata rumena è un po’ diverso, ma pur sempre sensazionalistico (dopo vedremo il perché):

Il direttore del Deva Hospital rompe il silenzio: “I veri pazienti muoiono implorando aiuto negli ospedali vicini”

La data di pubblicazione dell’articolo è il 14 maggio 2020. Una news davvero freschissima. Qualcuno dovrebbe chiedere al signore che ama fare video dalla Svezia come mai è andato a pescare una storia di un anno fa. Vedete, mentre il sito italiano riprende una notizia vecchia di un anno parlando di “truffa”, nella testata rumena da nessuna parte si parla di truffa, ma il caro expat italiano sa benissimo che nessuno dei suoi follower andrà a verificare, amano farsi prendere per i fondelli, basta che possano sentirsi in qualche modo più furbi degli altri.

L’articolo rumeno, con toni sensazionalistici, ci racconta una storia tragica, un caso da manuale di pessima gestione della pandemia. Ma non parla di truffa, bensì spiega che avere avuto un intero ospedale adibito a struttura per malati COVID-19 ha causato moltissimi disagi a chi aveva altre patologie e non poteva curarsi in quella struttura. Ci sono informazioni che però non vengono date, e che ho trovato invece sulle testate giornalistiche locali che hanno evitato facili sensazionalismi e spiegato le cose per bene. Non si potevano curare i pazienti non-COVID perché da metà marzo a metà aprile l’ospedale è stato sottoposto a restrizioni, visto che cinque medici erano stati infettati dal nuovo coronavirus e con loro almeno tredici pazienti, gente che era lì per altre cose e si è trovata anche positiva al coronavirus. Si era all’inizio della pandemia non si sapeva cosa fare. Con già tredici pazienti positivi si è quindi deciso di fare entrare solo pazienti COVID e non fare uscire nessuno. La quarantena dell’ospedale è terminata il 13 aprile 2020. Dal 13 aprile la situazione si è sbloccata, sollevando gli altri ospedali della regione dal carico extra dovuto ai pazienti che sarebbero andati a Deva. È ovvio che, se l’ospedale di una città chiude, si creeranno disagi per tutti gli abitanti della zona.

Al massimo si tratta di cattiva gestione delle risorse, non di “truffa COVID” come l’articolo italiano vuole favi credere. Malasanità che magari si è verificata anche in strutture italiane. Io posso portare la mia esperienza, cioè che a Bologna nel corso dello scorso anno ho avuto una polmonite non COVID-19 e sono stato ricoverato senza alcun disservizio, e ho avuto sia uno zio che un amico operati regolarmente per patologie non legate al nuovo coronavirus. Bologna però rimane eccellenza sanitaria italiana, ci sono regioni e città dove probabilmente le cose sono andate diversamente. Ma vedete, se in una zona le cose funzionano e da altre parti no vorrà dire che – nonostante la scarsità di fondi riservati alla sanità – ci sono regioni che i fondi sanno usarli bene e altre dove non li sanno usare in maniera altrettanto efficiente. Questo non ha nulla a che vedere col governo centrale, con la pandemia, con l’emergenza che stiamo vivendo.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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