COVID durerà 10 anni se non riapriamo

... o anche 20, o 25, che faccio, lascio?

maicolengel butac 8 Mar 2021
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Sono tante le testate che nei giorni scorsi hanno titolato in maniera simile al Giornale:

Uno studio smonta le chiusure: “Il Covid così va via tra 10 anni”

Secondo uno studio pubblicato su Science più Covid circolerà velocemente e più in fretta finirà l’incubo. Ma tutto deve avvenire proteggendo le categorie a rischio con cure e vaccini

Tutti citando lo studio pubblicato su Science dal titolo:

Immunological characteristics govern the transition of COVID-19 to endemicity

Studio che non dice affatto quanto riportano le testate giornalistiche italiane. Solo che le informazioni prima di raccontarle ai propri lettori andrebbero capite. Molti dei nostri giornalisti, invece che chiedere aiuto ai divulgatori scientifici per farsi spiegare quello che non riescono a comprendere da soli, preferiscono cavalcare il sensazionalismo. Basta vedere quanti hanno sfruttato titoli simili al Giornale:

Quotidiano Net:

“Covid durerà 20 anni se non riapriamo”. Articolo choc su Science, esperti divisi

la Voce del Trentino:

Ricerca shock su “Science”: Se non riapriamo subito il covid durerà 20 anni

Il Sussidiario:

Science ‘smonta’ lockdown, Covid quando finirà?/ “10-20 anni se non riapriamo tutto”

Ma in realtà l’articolo di Science spiega la situazione in maniera diversa.

Premetto come sempre che non sono un medico né un divulgatore scientifico, quanto segue nasce solo dalla lettura dello studio pubblicato su Science e degli articoli riportati dalla stampa italiana. Ritengo onestamente che a un individuo di media cultura con una discreta conoscenza dell’inglese sarebbe bastato leggere fino in fondo il testo pubblicato su Science per capire cosa significasse.

Vi riporto due estratti dal testo di Science, che trovate qui completo, per provare a capirci qualcosa di più.

Attualmente ci troviamo di fronte alla questione di come la gravità dell’infezione con sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) possa cambiare negli anni a venire. La nostra analisi dei dati immunologici ed epidemiologici sui coronavirus umani endemici (HCoV) mostra che l’immunità che blocca le infezioni diminuisce rapidamente, ma che l’immunità che riduce la malattia è di lunga durata. Il nostro modello, che incorpora questi componenti dell’immunità, ricapitola sia l’attuale gravità dell’infezione da SARS-CoV-2 sia la natura benigna degli HCoV, suggerendo che una volta raggiunta la fase endemica e l’esposizione primaria è nell’infanzia, SARS-CoV-2 può essere non più virulento del comune raffreddore. Prevediamo un risultato diverso per un coronavirus emergente che causa una grave malattia nei bambini. Questi risultati rafforzano l’importanza del contenimento comportamentale durante il lancio del vaccino pandemico, spingendoci a valutare gli scenari per continuare la vaccinazione nella fase endemica…

 …Il distanziamento sociale e un vaccino efficace sono fondamentali per il controllo durante un’epidemia vergine e la transizione da essa, ma una volta entrati nella fase endemica, la vaccinazione di massa potrebbe non essere più necessaria. La necessità di una vaccinazione continua dipenderà dalla dipendenza dall’età dell’IFR. Se le infezioni primarie dei bambini sono lievi (come per SARS-CoV-1 e SARS-CoV-2), la vaccinazione continua potrebbe non essere necessaria poiché i casi primari regrediscono a lievi tiri di naso infantili. Se, d’altra parte, l’infezione primaria nei bambini è grave (come per la MERS), sarà necessario continuare la vaccinazione dei bambini.

Da nessuna parte nello studio pubblicato su Science si nomina il lockdown. Viene fatta una distinzione tra malattia in fase pandemica ed endemica, spiegando che, se le cose non cambiano, una volta che la malattia sarà arrivata nella sua fase esclusivamente endemica probabilmente – come in parte è successo per la spagnola – potremo preoccuparcene molto di meno. L’articolo pubblicato su Science riporta un modello di studio realizzato da Lavine et al., modello realizzato per studiare la transizione di SARS-CoV-2 verso la fase endemica. Fase che potrebbe essere rallentata, secondo il modello, da misure messe in pratica appositamente per evitare il contagio. Ma lo stesso studio spiega anche che durante la fase che stiamo vivendo, ovvero il lancio del vaccino, dobbiamo stare attenti ai nostri comportamenti, cercando di rispettare i distanziamenti e le altre misure di sicurezza. Accorgimenti che invece probabilmente non saranno necessari durante la fase endemica. So che ci sono alcuni che dicono che siamo già entrati in questa fase, ma per l’OMS siamo ancora in pandemia, e – come facciamo da sempre – qui cerchiamo di seguire le indicazioni delle autorità sanitarie e non di voci sparpagliate. Un’altra cosa che vorrei ribadire è che lockdown e limitazioni non sono una soluzione, non lo sono mai stati, ed è qualcosa di cui sono consci sia l’OMS, che lo spiega da sempre, che Istituto Superiore di Sanità e medici italiani. Lockdown e limitazioni sono una misura d’emergenza per permettere agli ospedali di rimanere operativi senza intasare le Terapie intensive.

Io spero sia chiaro che questo non significa affatto quanto i giornali hanno titolato.

Non credo di poter aggiungere altro, prima della pubblicazione quest’articolo è stato letto anche dal nostro medico Pietro Arina che ha apportato le modifiche che riteneva necessarie. Ma ovviamente qualsivoglia errore è da attribuire a me.

maicolengel at butac punto it

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