Antiparassitario per cani uccide i cani?
Verifichiamo le allarmanti segnalazioni sul collare Seresto
La primavera è iniziata ufficialmente ormai da quasi due settimane, potevano certi siti non pubblicare l’ennesimo allarme “antiparassitario per cani uccide i cani?”
Certo che no! Infatti in questo periodo i proprietari di cani e gatti sanno che devono iniziare la battaglia contro pulci, zecche e flebotomi (o pappataci). Ce lo ricorda anche la TV, bombardandoci di pubblicità mirate. Ricordiamoci che le patologie trasmesse da questi “simpatici” animaletti sono molte e pericolose, quindi proteggere i nostri amati pet aiuta a proteggere anche noi. Qualche anno fa toccò a un antiparassitario orale, oggi tocca a un collare.
Una serie di mail interne dell’Epa dimostrano che l’Agenzia di tutela ambientale statunitense conosceva bene i rischi dell’utilizzo del collare Seresto ma, nonostante ciò, non ha mai emesso alcun provvedimento che ne obbligasse il ritiro dal commercio
Vi abbiamo parlato più volte del collare Seresto, finito al centro dell’attenzione negli ultimi anni in quanto collegato alla morte di migliaia di animali domestici negli Usa, nonché falsificato e venduto su Wish.
Lanciato sul mercato nel 2012, questo collare utilizza l’imidacloprid e la flumetrina come principi attivi antiparassitari. L’efficacia è indubbia ma – di contro – queste sostanze rilasciate per mesi sui peli degli animali hanno portato ad alcuni gravi effetti collaterali causando, a detta di proprietari e veterinari, la morte di circa 1700 cani. Ma gli incidenti segnalati con ripercussioni minori sono stati decisamente di più (oltre 11mila solo nel 2021).
Ora, una serie di mail interne, dimostrano che l’Agenzia di tutela ambientale statunitense (Epa) conosceva bene i rischi dell’utilizzo di questo collare ma, nonostante ciò, non ha mai emesso alcun provvedimento che obbligasse il ritiro dal commercio del controverso antiparassitario.
L’Epa ha sempre affermato di non disporre di sufficienti dati per valutare correttamente l’eventuale connessione tra i problemi di salute riscontrati dagli animali e l’utilizzo del collare. Ha così richiesto e ricevuto maggiori informazioni dal produttori per poterle esaminare e nel 2021 ha avviato una revisione sui collari antiparassitari Seresto.
Nel frattempo, però, sono appunto emerse queste mail in cui si evidenziano le profonde preoccupazioni e il dibattito interno all’Agenzia su questo prodotto. E, cosa ancor più grave, alcuni scienziati sono stati avvertiti dai loro superiori di non documentare le loro preoccupazioni nelle e-mail, soggette poi alla divulgazione pubblica.
Un manager ha risposto ad esempio ad un membro dello staff che:sarebbe inappropriato per te rispondere in veste ufficiale ed esprimere le tue opinioni personali
e di:
non esprimere le nostre preoccupazioni su Seresto nelle e-mail
In un’altra mail interna un membro dello staff Epa scrive:
Perché anche Seresto è registrato? Per lo meno non dovrebbe essere usato sul San [Joaquin] Kit Fox in via di estinzione
Alludendo alla pericolosità di questo strumento utilizzato su un animale già a rischio. [che non è una razza canina ma una volpe... NdThunderstruck]
Sembra dunque che i manager dell’Epa in questi anni abbiano tentato di minimizzare i rischi del noto antiparassitario, “insabbiandoli” il più possibile, nonostante le segnalazioni degli stessi scienziati dell’Agenzia statunitense.
Alcuni membri dell’Epa erano talmente preoccupati da voler trasferire la regolamentazione dei prodotti per animali domestici alla Food and Drug Administration.
Tutto questo è emerso soprattutto grazie alla denuncia del Center for Biological Diversity che ha citato in giudizio l’azienda un anno fa, ottenendo molte delle e-mail interne dell’Agenzia.
Dopo le oltre 75mila segnalazioni su Seresto ricevute nel corso degli anni ci si aspettava una risposta pronta da parte dell’Epa e invece non è andata così. Come ha dichiarato Lori Ann Burd, direttrice del Center for Biological Diversity:Queste e-mail raccontano la storia di un’agenzia focalizzata più sul salvataggio della faccia che sul salvataggio degli animali. La straziante tragedia è che dietro ogni rapporto di incidente c’è una storia di vera sofferenza: da convulsioni violente, eruzioni cutanee e perdita di peli a problemi gastrointestinali e persino morti.
Qualche considerazione
Il collare in questione contiene un farmaco che a sua volta contiene due principi attivi, e come per tutti i farmaci è dotato di un foglietto illustrativo – che va letto – e che spiega i possibili effetti collaterali, e cosa fare in caso si verifichino questi effetti, compresa la segnalazione alla casa farmaceutica che lo produce. Poi ovviamente va verificata la correlazione tra effetto avverso e collare.
Dopo la petizione (e non una denuncia) del Center for Biological Diversity dell’8 aprile 2021, l’EPA ha chiesto un commento pubblico sulla stessa relativa ai collari Seresto, potete trovarla qui. Se smanettate un po’, ma nemmeno poi tantissimo, potrete leggere i 284 commenti lasciati dal “pubblico”. Commenti che comprendono sia coloro che con animali hanno avuto problemi, anche gravi, con questo collare, sia persone che invece lo usano da anni e non hanno mai avuto un problema con i loro animali.
Le mail citate e tradotte nell’articolo che vi ho riportato le trovate qui.
A parte questo articolo, altri siti riportano la notizia, ma le fonti sono sempre le solite: US Today, citata anche nell’articolo originario. Girando un po’ in rete ho trovato questo report interessante: ci sono tutte le reazioni avverse segnalate all’EPA collegate al collare dal 2012 al 2020. Certamente non sono poche ma… innanzitutto qual è la percentuale di reazioni avverse sul totale dei collari venduti? Voci dicono 75000 reazioni segnalate ma nessuno dice su quanti collari. Capite che avere 75000 segnalazioni su 100000 collari o su 10000000 cambia parecchio. Inoltre, come si può vedere a pagina 4, di queste 75000 almeno 61000 sono classificate come “Moderate, Minor and Unknown/Minor”, un po’ come il dolore al braccio dopo il vaccino. Ci sono poi quelle 1698 classificate come “fatality”. Cosa non ci dice questo report è se è stata provata la correlazione tra l’utilizzo del collare e la morte dell’animale e se il collare utilizzato fosse effettivamente l’originale e non un “falso d’autore”. Questo lo può fare solo una commissione di esperti che deve valutare caso per caso, referti e anamnesi alla mano.
Ma poi, a noi, piccoli e indifesi abitanti della UE, che un principio attivo sia o meno autorizzato dall’EPA o da altri enti americani, alla fine che ce ne importa? Nulla. In UE abbiamo l’EMA che si occupa di valutare ed approvare i principi attivi e i farmaci, compresi quelli veterinari. E girando un po’ per il sito EMA ho trovato questo e con una breve ricerca su Google ho trovato anche questo e questo e il foglietto illustrativo.
In UE e in Italia quindi il collare è stato approvato, infatti è provvisto di un numero di autorizzazione AIC, autorizzazione che ricordo ha validità di cinque anni, e in quanto farmaco è soggetto alla farmacovigilanza. Perché in UE non abbiamo tutti questi casi riportati di effetti avversi, anche gravi se non letali? Sono riuscita a trovare questa presentazione: attenzione, a pagina 12 ci sono due immagini forti che potrebbero dare fastidio. Ma quello che ci interessa è prima di pagina 12 (lo so, la presentazione è impaginata da schifo): in Umbria nel periodo 2014-2019 ci sono state cinquanta segnalazioni di effetti avversi a seguito di somministrazione di un farmaco veterinario. Di queste solo tre riguardavano il collare Seresto. Dal sito di AIFA sono riuscita invece a risalire alla Banca Dati Europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci. Seresto (o Foresto, altro nome commerciale del collare) non compare, compare solo uno dei due principi attivi (Imidacloprid). (AGGIORNAMENTO: ho rimosso il link perché rimandava a una pagina diversa da quella che volevo farvi vedere. Vi ho messo il link alla pagina della Banca Dati Europea già impostata sui farmaci veterinari, dovete solo cliccare sulla lettera I e scegliere il principio attivo Imidacloprid.)
Ma in generale cosa avviene dopo una segnalazione? Si può avere l’archiviazione della segnalazione oppure possono essere prese misure restrittive:
- Sospensione o revoca dell’AIC
- Introduzione di avvertenze, reazioni avverse, controindicazioni o limitazione delle indicazioni
- Richiesta alle ditte di rapporti di farmacovigilanza più frequenti
- Richiesta alle ditte di condurre studi di sorveglianza post-marketing
Può anche essere attivato il Sistema di Allerta Rapida, che prevede il ritiro/richiamo del farmaco.
Nel caso del collare ho trovato due provvedimenti del Ministero della Salute, uno del 2015 e uno del 2018, che però prevedono delle modifiche nei foglietti illustrativi.
In conclusione, negli USA, l’EPA un anno fa ha chiesto un commento pubblico su questo collare ma al momento pare che non abbiano preso alcun provvedimento. In UE invece non ci sono picchi nelle segnalazioni, non ci sono casi di animali morti, non sono riportati casi di animali con effetti avversi gravi.
Infine, un paio di consigli. Il collare in questione non costa poco, ma nemmeno collari antiparassitari di altre marche o altri presidi tipo pipette spot on hanno prezzi bassi, e sono tutti dei farmaci veterinari da banco (quindi senza prescrizione). Diffidate di chi li vende a prezzi stracciati. Sono farmaci: se siete fortunati non contengono principio attivo e vi ritrovate con il vostro animale da compagnia invaso da pulci e zecche, ma se siete sfortunati potrebbero contenere dosi molto elevate di principio attivo e causare danni non solo a loro ma anche a voi, o ai bambini che giocano con loro.
Thunderstruck at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.