Auschwitz liberata dagli ucraini? O dai russi?

Due narrazioni opposte, che necessitano entrambe di precisazioni

Sempre molto interessante vedere gli argomenti che accendono le polemiche nel nostro Paese. La settimana scorsa, grazie alla ricorrenza del Giorno della memoria, la polemica che ha infiammato gli animi è stata sollevata da questo articolo di Linkiesta, a firma Maurizio Stefanini:

Mistificazione sovietica Sono stati gli ucraini a liberare Auschwitz, non i russi

Seguito da un altro de La Verità, firmato da Maurizio Belpietro:

Auschwitz fu liberata dall’Armata rossa, non da soldati ucraini. Così si falsa la storia

L’articolo de La Verità è dietro a paywall, ma ai fini della verifica dei fatti conta poco. I racconti su questa vicenda sono purtroppo molto confusi, occorre fare un minimo – per quel che è possibile a dei piccoli fact-checker come noi – di chiarezza.

Ci racconta Linkiesta:

…il cancello del campo di sterminio di Auschwitz fu aperto dai soldati del 100° battaglione della divisione di Lviv, comandata dal futuro Eroe dell’Ucraina, Anatolyj Shapiro, un ebreo ucraino nato a Poltava. Questo momento storico fu immortalato da un altro ebreo nato in Ucraina, a Kyjiv: Volodymyr Judin, il fotografo del giornale “Per l’onore della patria del Primo Fronte Ucraino dell’Armata Rossa”, cui apparteneva il reparto.

Mi sono letto svariati siti in ucraino e russo sulla vicenda, per cercare di avere un’idea il più chiara possibile dei fatti.

Il concetto purtroppo è molto semplice, perché alla luce di quanto trovato si potrebbe dire che hanno ragione tutti e nessuno. Ovviamente a liberare Auschwitz è stato un battaglione dell’Armata Rossa, non esisteva “l’esercito ucraino” nel 1945, ma solo appunto l’Armata Rossa, cioè l’esercito dell’Unione Sovietica. Ma è anche corretta l’informazione che vede Anatoly Pavlovich Shapiro nato a Costantinograd (oggi territorio ucraino) come il comandate del battaglione che per primo ha varcato i cancelli del campo di concentramento. Quello che però è sbagliato è sostenere che quel battaglione fosse perlopiù composto da soldati nati sui territori ucraini, e che questo facesse di loro cittadini ucraini. La divisione fucilieri di cui faceva parte Shapiro era composta, secondo quanto si trova online, principalmente da soldati provenienti dalle regioni di Volgoda, Arkhaneglsk e Komi ASSR, tutte regioni tutt’ora sotto il controllo russo. Quindi sostenere che quella divisione fosse composta perlopiù da ucraini è probabilmente un errore. Un’altra cosa da aggiungere, per chi volesse verificare i fatti, è che il nome del fotografo si scrive Yudin e non Judin, perlomeno nei siti ucraini è sempre riportato con la Y.

Belpietro però sbaglia dall’altra parte, visto che nel suo articolo il direttore de La Verità sostiene che la narrazione, così come viene fatta dagli ucraini, nasconderebbe la verità allo scopo di creare falsi eroi.

Shapiro, infatti, è celebrato anche in Russia come eroe della Seconda guerra mondiale, proprio in quanto ufficiale dell’Armata Rossa. Come riporta la wiki in russo:

maicolengel at butac punto it

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