Australia: il Center of National Resilience
La testimonianza di una deportata...
Sono svariati i siti che hanno scritto articoli partendo da un video che circola su YouTube da inizio dicembre 2021, con la Giornata della memoria quel video però ha trovato nuova viralità così come gli articoli italiani che lo riprendevano. Quello che ci avete segnalato maggiormente è stato pubblicato da ByoBlu, che ne aveva parlato il 3 dicembre con un articolo con questo titolo:
Australia: la scioccante testimonianza di una donna sana deportata in un campo di contenimento Covid.
Credo che dal titolo abbiate capito perché le segnalazioni ci siano arrivate a ridosso della Giornata della memoria, il parallelo tra campi di concentramento e quarantene Covid viene condiviso costantemente nei gruppi contrari a obblighi e passaporti vaccinali. Nell’articolo di ByoBlu troviamo passaggi come questo:
Da tempo sono in costruzione anche in Italia unità abitative concentrate con caratteristiche simili a quelle identificate nel documento della CDC, sulla cui destinazione d’uso è lecito dubitare, ma il primo paese ad avere realizzato tali campi e ad averli messi in funzione è stata l’Australia.
Subito dopo ci viene mostrata una veduta aereo di Howard Springs che ByoBlu definisce: il campo di detenzione Covid più grande in Australia
Anche in questo caso, le prime indiscrezioni dicevano che si trattava di soluzioni di ausilio alle popolazioni indigene, gli aborigeni, che non disponevano di locali adatti ad autoisolarsi. Ma oggi arriva questa testimonianza scioccante.
E poi nell’articolo di ByoBlu troviamo il sunto del video condito da qualche imprecisione, il tutto fatto ad hoc per terrorizzare il lettore finale e rendere la narrazione credibile e spaventosa.
La prima imprecisione da sottolineare è che Howard Springs non è stato costruito per isolare gli antivaccinisti. Quindi sia la frase sull’ausilio alle popolazioni indigene sia quella dove si parla di campi realizzati appositamente sono imprecisioni, o per meglio dire bufale. Bufale che purtroppo dimostrano alla perfezione la scarsa attenzione delle redazione di ByoBlu a quanto riportano ai loro tanti lettori. Ricordo che ByoBlu ci ha già minacciato più volte (con lettere di un legale) di denuncia se non togliamo il loro nome dalla nostra Black list. Articoli come quello di cui stiamo parlando sono la dimostrazione pratica del perché ci rifiutiamo di toglierli.
Howard Springs è un villaggio a 29 chilometri da Darwin CBD, la struttura che si vede nell’articolo di ByoBlu è stata costruita nel 2012, non per ausilio alle popolazioni indigene e neppure come struttura detentiva, bensì come villaggio dove accomodare i 3500 operai che stavano costruendo l’impianto di Ichthys LNG. Una volta terminati i lavori, la struttura ricettiva è stata svuotata e abbandonata. Il governo australiano nel 2020 l’ha rimessa in funzione per usarla come centro per la quarantena. Da metà ottobre del 2020 il sito è stato rinominato Center for National Resilience, e viene usato per accomodare gli australiani che sono stati rimpatriati: coloro che risiedono nei Northern Territory, infatti, sono obbligati a una quarantena di 14 giorni. Oltretutto questa quarantena non la si fa in base a nuovi regolamenti introdotti con la pandemia. Quelle legate alla quarantena in caso di emergenze sanitarie sono regole che nei Territori del Nord in Australia esistono da ben prima. Il regolamento è stato recentemente rivisto per utilizzare termini più aggiornati, ma già nell’edizione del 2011 il regolamento dei Northern Territory al punto 52 prevedeva tra i poteri speciali del Direttore Sanitario dei territori la possibilità di:
…segregare o isolare persone in un’area o in un particolare luogo
Nel regolamento attuale si fa preciso riferimento alla quarantena:
…requires the person or class to enter and remain quarantined at a place…
Ma comunque vediamo di riassumere quanto successo alla ragazza nel video. La ragazza era residente a Melbourne dove però stava entrando in vigore il lockdown, non volendo restare in una città che fosse sotto lockdown la ragazza si è trasferita a Darwin. Hayley Hodgson è stata poi identificata come contatto stretto di un ragazzo che è risultato positivo al tampone. Quando la polizia è andata a casa della ragazza per chiederle se avesse effettuato un test e quale fosse l’esito dello stesso lei ha mentito, sostenendo di averlo fatto, e con esito negativo. A quel punto la polizia l’ha messa in stato di fermo e organizzato il trasferimento nella struttura di Howard Springs per fare la quarantena, obbligatoria in caso di contatto con un positivo.
La ragazza, come tutti gli altri residenti temporanei di Howard Springs, è stata obbligata a restare nella sua area (una camera con bagno e terrazzino) se non per andare alla lavanderia. Fuori dalla sua area doveva indossare sempre la mascherina chirurgica e rispettare le regole. Nel video, se invece che limitarsi a leggere i sottotitoli si ascolta e si guarda cosa avviene nella parte in cui è ripresa mentre discute con alcuni dipendenti della struttura, si capisce chiaramente l’atteggiamento che la giovane ha mantenuto durante la sua quarantena: sorpresa dal fatto che fuori di “casa” nelle aree comuni dovesse indossare la mascherina, infastidita dal fatto che venisse trattenuta anche se con tampone negativo. Ma la regola è semplice: per 14 giorni, chiunque sia stato contatto stretto di un positivo deve essere isolato, i 14 giorni servirebbero per sincerarsi al 100% che chi è arrivato non sia un portatore non ancora positivo di COVID-19. Perché così paranoici? Lo spiegano gli amministratori sanitari dei Territori del Nord:
Il Territorio del Nord ospita la popolazione più vulnerabile di qualsiasi giurisdizione in Australia. La popolazione ha un tasso significativamente più alto di comorbilità e problemi di salute rispetto ad altre giurisdizioni australiane. I suoi dati demografici sono più complessi. Ci sono più di 100 lingue parlate e ospita più di 70 comunità indigene remote. Questi fattori rendono il Territorio più vulnerabile alla minaccia del Covid-19 rispetto ad altri luoghi. Il Territorio rimane in gran parte privo di Covid grazie soprattutto ai suoi confini forti e alla forte risposta della salute pubblica fino ad oggi.
E ancora:
Sotto le indicazioni del Chief Health Officer (CHO) nel Territorio del Nord, chiunque sia a stretto contatto con una persona con Covid-19 è tenuto a intraprendere 14 giorni di quarantena. Questo periodo include un regime di test Covid-19, con test effettuati all’ingresso in quarantena, il giorno cinque e il giorno 12, con test aggiuntivi come richiesto. “I contatti stretti devono rimanere in quarantena per tutti i 14 giorni indipendentemente dai risultati negativi del test. Questa strategia ha salvato vite, con molti contatti stretti che sono poi risultati positivi durante la quarantena e quindi non hanno diffuso il virus nelle comunità altamente vulnerabili. Chiunque venga sorpreso a violare le Direzioni CHO e a mettere a rischio altri Territoriani rischia una multa di $ 5000.
Tutte informazioni disponibili per gli australiani da ottobre 2020. La signorina in questione prima, pur di non sottostare ai costanti lockdown che si applicavano a Melbourne, ha scelto di trasferirsi in un’altra regione, dove era in vigore un diverso sistema di contenimento della pandemia che non prevedeva il lockdown per tutti, ma l’isolamento obbligatorio per chi fosse risultato positivo o contatto di positivo. Ha scelto intenzionalmente di trasferirsi lassù, nessuno l’ha obbligata. Poi, una volta riconosciuta come contatto di un positivo, ha mentito alle forze dell’ordine e infine si è lamentata di aver ricevuto lo stesso trattamento delle altre persone in quarantena nella struttura di Howard Springs. Ogni 14 giorni all’interno della stessa sono confinate circa 850 persone, da metà ottobre 2020, di queste Hayley è una delle poche, se non l’unica, ad aver montato un caso sulla vicenda. Davvero è così complesso comprendere che se si vuole vivere in una società civile e avere diritti occorre anche riconoscere di avere doveri, e che il rispetto delle regole imposte dall’autorità è una di quelle?
Non commento il paragone tra Howard Spring e Auschwitz perché è da deficienti, basta quest’immagine che mostra la vicina di casa della cara Hayley per farvi capire come il paragone sia irrispettoso e sciocco.
A questo vorrei aggiungere che è grazie a questo approccio che in Australia sono riusciti a tenere COVID-19 sotto controllo fino all’avvento della variante Omicron, purtroppo tanto più contagiosa (ma per fortuna meno grave) da aver colpito pesantemente anche da loro:
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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