La divulgazione fatta male

La divulgazione scientifica sui media è cosa buona e giusta, ma siamo sicuri che vengano davvero riportati i fatti scientifici e non le opinioni dei singoli?

Numerose testate giornalistiche coinvolgono medici e scienziati per arricchire i loro contenuti anche con materie diverse dalla normale cronaca, come appunto la divulgazione scientifica, cercando di contribuire a un dibattito informato e pluralista sulle questioni di salute.

Un volto noto, di cui qui su BUTAC abbiamo già parlato, e spesso presente su svariate testate nazionali, è il dottor Franco Berrino, a cui viene lasciato ampio spazio su testate come il Corriere della Sera, dove il dott. Berrino ha un’intera rubrica che s’intitola “Piccole dosi”. In questo spazio ogni settimana il dottor Berrino fa la sua divulgazione, ritenuta evidentemente autorevole dalla redazione del noto quotidiano.

Come è già capitato di sottolineare Berrino riporta spesso suoi personali pareri, non sempre condivisi dalla comunità scientifica (e non per capriccio, ma perché non esistono evidenze abbastanza robuste su cui basare quelle opinioni). Ad esempio le affermazioni di Berrino sulla tossicità della farina bianca sono state oggetto di dibattito. Esperti come Vittorio Krogh, direttore della Struttura complessa di Epidemiologia e Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, hanno espresso opinioni divergenti rispetto a quanto detto da Berrino portando riferimenti e fonti autorevoli, qui riportate nel 2016 su Il Fatto Alimentare:

«La farina bianca non è un veleno, non è tossica e che i riferimenti ai suoi effetti tumorali non sono del tutto corretti, e che l’Istituto dei tumori di Milano sposa le tesi del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) e del Codice Europeo Contro il Cancro 2014. Le tesi raccomandano di mantenere una dieta sana basata prevalentemente su cereali integrali, legumi, verdura e frutta, ma senza accusare la farina bianca di colpe che non ha»

Qui su BUTAC la prima volta che abbiamo incrociato un testo che riportava la firma di Berrino era il 2014, e si parlava di fare la spesa con la bisnonna per mangiare cibi sani, peccato che l’aspettativa di vita ai tempi della mia bisnonna fosse decisamente più bassa di quella del 2014: il suggerimento era a nostro avviso decisamente malposto.

Sempre nel 2014 ci occupavamo di un cavallo di battaglia dell’oncologo, i famosi 4 veleni bianchi che rovinano la salute, spiegando, con link a sostegno, il perché quelle affermazioni andassero approfondite meglio se non proprio smentite. Ancora nel 2014 ne parlavamo in relazione ad alcune conferenze e servizi televisivi. Poi non ce ne siamo praticamente più occupati, visto che la sua posizione è rimasta coerente nel tempo, fino a quest’anno quando ospite di Piazza Pulita si è schierato in difesa del vino.

Ma il dottor Berrino fa tantissime conferenze, che magari non sempre hanno copertura mediatica, conferenze in cui le affermazioni che fa non si limitano a quanto riportato qui sopra. Ad esempio potete sentire cosa dice in questo video qui sotto, che si trova condiviso in svariati gruppi social vicini ai negazionisti della pandemia e ai contrari alle vaccinazioni anti-COVID:

 

Il nome di Berrino è stato menzionato anche in contesti come il gruppo “Libertà di Scelta”, che esprime posizioni critiche verso l’obbligatorietà vaccinale.

La presenza di figure come il dottor Berrino nei media solleva interrogativi sull’equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità nel diffondere informazioni sanitarie. Un tema che merita una riflessione approfondita.

redazione at butac punto it

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