Le breakthrough infections

...e Diego che arriva dopo la puzza...

Su Radio Radio è uscito il 10 Novembre l’ennesimo servizio firmato da Diego Fusaro, un video della durata di 4 minuti e 22 che titola:

La rivista The Lancet conferma tutti i dubbi sul Green pass: non ha nessuna ragione scientifica

Siamo di fronte a qualcosa che qui su BUTAC abbiamo già trattato, ma è evidente che Fusaro non ci legga, o che comunque sia cosciente che i follower suoi e di Radio Radio mai prenderanno in considerazione BUTAC come fonte. Ritorno a parlarne perché credo sia interessante, a scopo di studio, analizzare il sistema sfruttato per disinformare.

Fusaro sa usare bene le parole:

Lo studio del The Lancet, infatti, rivela come i vaccinati trasmettano la variante Delta esattamente come i non vaccinati.

Da Treccani:

rivelare (ant. revelare) v. tr. [dal lat. revelare «togliere il velo», der. di velum «velo» col pref. re-] (io rivélo, ecc.). – 1. Far conoscere cosa segreta o misteriosa o nascosta o non bene conosciuta…

Che i vaccini non diano immunità è noto praticamente dall’inizio della campagna vaccinale, che la variante Delta sia molto più contagiosa dell’Alfa pure. Quindi the Lancet non ha rivelato alcunché. Ma l’uso del verbo da parte di Fusaro serve a dare a intendere che quello studio che linka faccia scottanti dichiarazioni.

Fusaro riporta le cose un tanto al chilo, ad esempio spiega correttamente che:

 …i vaccinati sono più protetti rispetto ai rischi di finire in terapia intensiva, aggravarsi gravemente e accelerano anche i processi di guarigione.

Ma nel suo sunto dello studio del Lancet evita sempre un termine importante, “breakthrough infections”, dando a intendere che la contagiosità sia sempre la stessa. Mentra il Lancet cita esplicitamente:

Vaccination reduces the risk of delta variant infection and accelerates viral clearance. Nonetheless, fully vaccinated individuals with breakthrough infections have peak viral load similar to unvaccinated cases and can efficiently transmit infection in household settings, including to fully vaccinated contacts. Host–virus interactions early in infection may shape the entire viral trajectory.

Capire cosa significhi il termine “breakthrough infections” è basilare per capire di cosa il Lancet stia parlando. Purtroppo, invece, tra i non addetti ai lavori sono in pochi ad aver capito cosa significhi.

Bisogna fare un passo indietro, quando si parlava di efficacia dei vaccini: a inizio pandemia si prevedeva fosse al 95%, oggi si tende a valutare che sia un po’ più bassa, dopo quasi un anno di inoculazioni e la presenza di una variante con una contagiosità così elevata come la Delta. L’efficacia del 95% però non significa che proteggo il 95% della popolazione con il vaccino, bensì che:

…means that in a population such as the one enrolled in the trials, with a cumulated COVID-19 attack rate over a period of 3 months of about 1% without a vaccine, we would expect roughly 0,05% of vaccinated people would get diseased. It does not mean that 95% of people are protected from disease with the vaccine—a general misconception of vaccine protection also found in a Lancet Infectious Diseases Editorial.

Come spiegava il Lancet qui.

Le breakthrough infections sono appunto quelle che avvengono in quel 0,05% di vaccinati. Sono le infezioni che colpiscono una nicchia dei vaccinati. Quindi quando il Lancet ci dice che il livello di contagiosità è lo stesso che nei non vaccinati, si sta comunque riferendo al livello di contagiosità in quella nicchia di soggetti, non alla generica popolazione dei vaccinati. Ma è un’informazione che non è chiara a tanti. Forse anche perché, mentre in inglese ci sono articoli che spiegano questa cosa in maniera chiara e scientifica e altri che, come noi, cercano il più possibile di semplificarla, purtroppo non ho trovato la stessa attenzione nei tanti siti italiani che si occupano di medicina, dando forse per scontato che i lettori sappiano sempre a cosa si faccia riferimento.

Purtroppo non è così. Giusto oggi sulla bacheca di un contatto che mi segue da anni ho visto lo stesso errore nel confondere la popolazione vaccinata totale e quella vittima di breakthrough infections. Il contatto che mi segue da tempo ha scelto di non vaccinarsi, dubbioso proprio a causa della pessima comunicazione che è stata fatta in Italia. Sì, perché la maggior parte dei divulgatori sta continuando con quell’approccio burionesco del “Io sono io e voi zitti dovete ascoltarmi”. Che siano “fatti medici” o “pillole per gente ottimista” poco cambia, chi comunica la scienza continua a farlo da un piedistallo, bannando chi esprime dubbi, zittendo chi li contrasta. Ma più che altro chi divulga scienza spesso non è capace di mettersi al livello di quelli che dovrebbero apprendere, dando per scontato che capiscano concetti che invece per loro risultano complessi.

Tornando a Fusaro, lui sostiene che:

Se infatti le cose stanno come vengono descritte da The Lancet, allora possiamo dirlo senza tema di smentita, l’infame tessera verde appare sciolta da ogni legame con presunte ragioni mediche scientifiche.

L’infame tessera verde non ha alcuna ragione medico-scientifica. Se chi si dota della tessera verde in quanto si è vaccinato può in relazione alla variante Delta, secondo quanto precisato da The Lancet, può contagiarsi e contagiare tanto quanto chi non si sia fatto benedire con il siero sempre laudando in saecula saeculorum ne segue sillogisticamente che i tesserati con vaccino e i non tesserati senza vaccino possono ugualmente contagiare e contagiarsi.

Ma come vi ho appena spiegato il Lancet non dice quanto sostenuto da Fusaro, quindi non dimostra affatto l’inutilità della “tessera verde”.

Purtroppo quando a parlare di medicina è un filosofo senza alcuna pratica nella divulgazione scientifica il rischio disinformazione è altissimo, un po’ come quell’altro filosofo ex sindaco di Venezia ora idolo dei no green pass, o quell’altro ancora che va a parlare al Senato.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

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