Camera dei Deputati: Conferenze, Vaccini e Mancate Precisioni – Donzelli

Arriverà, si spera, il giorno in cui qualche partito di maggioranza ritroverà il senno e capirà che concedere un’aula della Camera dei Deputati per conferenze stampa, senza che quanto viene riportato sia prima stato valutato attentamente da una commissione, è profondamente sbagliato. Quel giorno non è ancora arrivato, e i titoli come questo di Radio Radio vanno ancora alla grande:

Il prof Donzelli porta i dati alla Camera ▷ “Queste sono le infezioni in vaccinati e non dopo mesi”

Chiunque legga questo titolo si convincerà che tale Donzelli sia stato chiamato alla Camera dei Deputati a riportare i dati che ha raccolto sui vaccini anticovid. Tale prima impressione si rafforzerà leggendo il primo paragrafo dello stesso articolo (che porta la generica firma di Redazione):

Alberto Donzelli, medico specialista in Igiene e Medicina preventiva e in Scienza dell’Alimentazione, già membro del Consiglio Superiore di Sanità, e Presidente della Fondazione Allineare Sanità e Salute è intervenuto alla Camera dei Deputati in merito agli effetti, a distanza di tempo, delle vaccinazioni anti Covid su vaccinati e non.

Ma questa è la Camera dei Deputati:

Non questa:

Questa non è altro che la solita stanza che viene concessa a gruppi parlamentari che ne facciano richiesta per le loro conferenze stampa, che non hanno alcun peso politico per il Paese. Si tratta di conferenze stampa personali fatte da specifici gruppi parlamentari, in questo caso Alberto Donzelli parlava alla conferenza stampa di Italia Democrazia Sovrana e Popolare (di cui riconosciamo Rizzo Toscano e Giovanardi). E fosse per me l’articolo sarebbe già finito qui.

La cosa che fa sorridere è che nello stesso video condiviso da tanti la prima cosa che Donzelli fa è specificare che non è più professore, bensì dottore. Curioso che la redazione di Radio Radio faccia finta di nulla e usi un titolo non più attuale per presentarlo nonostante sia il diretto interessato a fare questa precisazione, curioso un po’ come il fatto che non spieghino che non si tratta di “portare dati alla Camera dei Deputati”, bensì di una conferenza stampa.

Nell’intervento riportato da Radio Radio Donzelli sostiene che il livello di copertura dall’infezione nelle persone vaccinate sia lo stesso o addirittura inferiore a chi non ha fatto il vaccino. Purtroppo nell’intervento che vediamo non viene fatto un singolo riferimento a specifici studi, e così è come vengono presentate le fonti:

…allora in questi cartelloni che vi ho preparato, in questo c’è uno dei gruppi di epidemiologi più famoso del mondo che pubblica su Lancet e su New England ogni suo intervento, quello degli epidemiologi del Qatar…

Gli epidemiologi più famosi del mondo sarebbero quelli del Qatar? Non lo sapevamo, ogni giorno si impara qualcosa. Purtroppo in mancanza di slide non sappiamo a che studio dal Qatar il dottor Donzelli faccia riferimento, noi ne abbiamo trovato uno, che risale alla fine del 2022, fatto in Qatar e pubblicato proprio sul Lancet, studio che riporta nelle sue conclusioni:

La precedente infezione naturale era associata a una minore incidenza di infezione da SARS-CoV-2, indipendentemente dalla variante, rispetto alla vaccinazione di serie primaria mRNA. La vaccinazione rimane lo strumento più sicuro e ottimale per la protezione contro l’infezione e l’ospedalizzazione e il decesso correlati a COVID-19, indipendentemente dallo stato di infezione precedente.

Nello stesso video il dottor Donzelli ci racconta di un altro studio, stavolta fatto in Ohio:

Questa è la situazione degli Stati Uniti, nell’Ohio nella clinica Cleveland c’è stato un lavoro eccezionale sui 51.000 dipendenti. Non tutti erano vaccinati e si è iniziato da quando è stato dato il bivalente a misurare in maniera sistematica quelli che si reinfettavano. Benissimo, la situazione è clamorosa: quelli che non avevano fatto nessuna vaccinazione, prendiamoli come numero indice 1, quelli che avevano fatto una dose vaccinale il doppio di reinfezioni, quelli che avevano fatto due dosi due volte e mezzo, quelli che avevano fatto tre dosi tre volte virgola uno, più di tre dosi 3 volte e mezzo di più dei non vaccinati, quindi questo ormai è difficile da contestare.

Qui le cose sono un filo più complesse, anche se gli stessi autori dello studio hanno tentato di spiegare che lo scopo dello studio non era quel tipo di analisi e che comunque non c’è alcun dubbio che il vaccino nella sua prima fase sia stato immensamente efficace contro l’infezione e abbia salvato molte vite. Nessuno nega che lo studio abbia riportato risultati contrastanti sull’efficacia delle dosi successive riguardo alle infezioni, ma come gli autori stessi dello studio ed altri epidemiologi hanno spiegato ai colleghi di FactCheck.org le ragioni possono essere molteplici. Se Donzelli ha certezze che gli autori non hanno forse potrebbe farglielo sapere, saranno sicuramente felici di poter integrare la loro pubblicazione con nuovi dati.

Infine Donzelli cita un altro studio, recente (dice pubblicato dieci giorni fa) sempre in Qatar, noi crediamo di aver trovato lo studio di cui parla. Donzelli lo racconta così:

…è appena uscito un lavoro da meno di 10 giorni ancora più interessante che riguarda la protezione da infezione naturale. Ormai se la sono presa quasi tutti in un modo o nell’altro, però i non vaccinati rispetto ai solo vaccinati e rispetto alla infezione cui possono andare incontro. Questa è la situazione in Qatar che ha il follow up più lungo che è stato realizzato, vedete che nella fase pre-omicron la protezione rispetto a zero che sta qua era molto buona o comunque buona per un lasso di tempo prolungato, c’è il crollo nella fase di omicron ma ancora la protezione continua, nei brevi infettati non vaccinati, ad essere positiva. Un 30% in più alla fine di questo lungo follow up. Vedete che invece nella situazione dei soggetti con due dosi e che non erano stati previamente infettati si va nella fase omicron quasi sempre sotto al livello di protezione dei non vaccinati a maggior ragione di quello dei guariti, ma anche dei non vaccinati e non guariti formalmente, nel… questo con due dosi, con tre dosi a riconferma di quello che vi ho detto la situazione è nettamente peggiore, nel senso che negli ultimi sei mesi continuamente e significativamente la protezione al di sotto del livello dei non vaccinati a maggior ragione dei guariti che hanno una protezione migliore a testimonianza di quello che ha detto Giovanardi che occorre non insistere per vaccinare il guarito ma al contrario è un regalo che ha fatto,  affrontando la sua condizione, alla comunità offrendo una protezione più robusta e più duratura di quella che offre la vaccinazione.

Abbiamo trovato anche questo studio, che potete leggere nella sua interezza qui, e di cui ci limitiamo a riportare i risultati tradotti in italiano:

L’efficacia della precedente infezione contro la reinfezione era forte prima dell’emergenza di Omicron, ma è diminuita nel tempo dopo un’ondata e si è ripresa dopo una nuova ondata. L’efficacia è diminuita dopo l’emergenza di Omicron dall’88,3% (95% CI: 84,8–91,0%) nel novembre 2021 al 51,0% (95% CI: 48,3–53,6%) nel dicembre 2021. L’efficacia della serie primaria contro le infezioni è stata dell’84,0% (95% CI: 83,0–85,0%) nell’aprile 2021, subito dopo l’introduzione della vaccinazione, prima di diminuire gradualmente al 52,7% (95% CI: 46,5–58,2%) entro novembre 2021. L’efficacia è diminuita linearmente di circa 1 punto percentuale ogni 5 giorni. Dopo la comparsa di Omicron, l’efficacia è scesa dal 52,7% (95% CI: 46,5–58,2%) nel novembre 2021 a livelli trascurabili nel dicembre 2021. L’efficacia del richiamo è scesa dopo la comparsa di Omicron dall’83,0% (95% CI: 65,6–91,6%) a novembre 2021 al 32,9% (IC 95%: 26,7–38. 5%) nel dicembre 2021 e ha continuato a diminuire successivamente. L’efficacia della precedente infezione e vaccinazione contro il COVID-19 grave, critico o fatale è stata generalmente >80% per tutta la durata dello studio.

Quindi lo studio parla genericamente di declino della protezione da infezione, sia per i vaccinati che per gli altri soggetti (in misura diversa sia chiaro, nessuno lo nega). Quello che lo studio evidenzia è che sia la vaccinazione che l’infezione hanno dimostrato un’efficacia superiore all’80% contro la Covid-19 in forma grave (se non fatale). Ovvero, per dirla in parole povere: secondo questo studio è vero che l’efficacia contro la reinfezione diminuisce più velocemente nei vaccinati che in chi ha già subito l’infezione e ne è guarito. Ma la protezione contro le manifestazioni più gravi e pericolose della malattia è superiore all’80% sia nei vaccinati che nei guariti: quello che cambia, e cambia di molto (ma che non era l’argomento dello studio), è il rischio di avere una forma grave di Covid alla prima infezione, di passare settimane o mesi in ospedale o di morire. Il numero di infezioni di per sé significa poco se si parla di un virus che può manifestarsi sia con zero sintomi, sia con sintomi gravi e gravissimi che possono portare anche alla morte (in una sua versione anche piuttosto orribile). Insomma, se hai preso la Covid-19 e ne sei guarito, secondo questo studio sei protetto quanto chi si è vaccinato (e mai infettato), e forse rischi un po’ di meno di reinfettarti. Se invece non hai preso la Covid-19, prendendola puoi rischiare di ammalarti in forma grave, passare mesi in ospedale e avere gravi conseguenze tra cui la morte, mentre col vaccino eviti nella maggioranza dei casi il rischio di malattia grave, anche se ti infetti. Perché un ex professore non spieghi le cose in questa maniera, e parli addirittura di “regalo che i non vaccinati hanno fatto alla comunità” (che è quella che paga i mesi di ricovero e i medicinali per la convalescenza, le analisi dei molti organi che possono essere interessati dalla malattia e i controlli successivi, oltre a subire le conseguenze della circolazione incontrollata dei virus e le relative mutazioni), ci risulta incomprensibile.

Non crediamo di dover aggiungere altro, studi e quant’altro ve li abbiamo linkati, sta a voi approfondire.

maicolengel at butac punto it

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