Il ritiro dei carrarmati M1 Abrams e i motivi commerciali

No, a quanto pare le immagini degli M1 Abrams in forze in Ucraina non vengono censurate dai social perché ledono la reputazione dei produttori

Un nostro lettore abituale ci ha inviato una segnalazione che tratteremo solo in parte, in quanto scoprire i fatti fino in fondo è praticamente impossibile. Come ha scritto lui:

La verità non la sapremo mai

E ha probabilmente ragione. Sì, perché l’argomento di cui stiamo per parlare è la richiesta del ritiro dei carri armati M1 Abrams dal fronte ucraino. Notizia che è stata riportata in primis da Associated Press (AP) che è la fonte per tutti gli altri articoli, e poi ripresa da altri.

Il problema è che AP ci dice fin da subito che:

The proliferation of drones on the Ukrainian battlefield means “there isn’t open ground that you can just drive across without fear of detection,” a senior defense official told reporters Thursday.

The official spoke on the condition of anonymity to provide an update on U.S. weapons support for Ukraine before Friday’s Ukraine Defense Contact Group meeting.

Quindi abbiamo un alto funzionario della difesa americana che avrebbe rilasciato una dichiarazione protetto dall’anonimato. La dichiarazione è che i carri armati M1 vanno tolti dalla prima linea in quanto non adatti al tipo di guerra in corso in questo momento.

Poi abbiamo testate italiane come Analisi Difesa, che riportano la stessa notizia, ma sostengono che il motivo sarebbe commerciale, e non di protezione dei mezzi. Secondo Gianandrea Gaiani:

Molto più facile è comprendere invece le ragioni “commerciali” del ritiro degli Abrams poiché già la distruzione dei primi esemplari aveva messo in imbarazzo gli Stati Uniti e l’apparato industriale della Difesa americano determinando il blocco su Instagram del video diffuso dai russi dell’Abrams in fiamme per violazione dei termini d’uso per “business reputation and company image”.

E a sostegno della sua dichiarazione mostra un’immagine, questa:

Nell’immagine si vede un M1 inquadrato dall’alto, probabilmente da uno di quei droni citati prima, ma la cosa interessante è il messaggio subito sopra:

Your Video was blocked for the following reason: violation of the terms of use, protection of business reputation and company image

Ovvero:

Il tuo video è stato bloccato per il seguente motivo: violazione dei termini di utilizzo, tutela della reputazione aziendale e dell’immagine aziendale

Ma questa motivazione non è tra quelle esistenti su Instagram, e la troviamo pretestuosa, visto che è pieno di siti americani che riportano la stessa identica immagine, da mesi. Infine, il video non mostra affatto l’M1 distrutto, come potete vedere qui sotto:

 

Sia chiaro, come riportato da Analisi Difesa e da altri siti ci sono altre immagini che mostrano l’Abrams in fiamme, ma non quello specifico video. Quindi non avrebbe alcun senso che quel video venisse bloccato dai social media su cui viene condiviso. Oltretutto l’unica immagine che circola con quell’avviso è sempre lo stesso identico screenshot fatto sul profilo dello stesso utente, come si nota dall’immagine profilo in basso a destra. Ma lo stesso video, montato insieme a immagini di quello che si suppone essere l’M1 in fiamme, circolano su YouTube, anch’essa di proprietà di un’azienda con sede negli States, eppure non sono stati rimossi per danneggiamento di reputazione aziendale.

 

Analisi Difesa si è limitata a riprendere materiale filo-russo, già pubblicato da siti russi, senza nemmeno provare a fare qualche verifica in merito. Inoltre basta cercare in rete per trovare immagini pubblicate su Instagram di carri armati Abrams M1 distrutti, immagini che non sono state bloccate, rimosse o segnalate poiché violavano linee guida di alcun genere. Fosse veramente un problema commerciale ogni immagine o video che mostra un M1 distrutto sarebbe stata rimossa.

Come ripetiamo spesso, i siti che si occupano di analisi geopolitiche vanno (tutti) presi con le pinze, che siano filo-russi o filo-ucraini: purtroppo basta poco per inquinare il dibattito e manipolare i fatti. Le informazioni che arrivano dai territori in guerra sono quasi sempre faziose, poco conta per quale delle due fazioni, ma chi le ha riportate difficilmente non ha una squadra per cui fare il “tifo”.

Per completezza d’informazione riportiamo che secondo Ukrainiska Pravda la storia della richiesta da parte degli americani di ritirare gli Abrams M1 sarebbe una “fake news”.

maicolengel at butac punto it

 

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