Zelensky, la villa di re Carlo e l’agente del Cremlino

Fonte inesistente, notizia dimostratasi falsa, ma gli agenti del Cremlino non sono interessati a questi dettagliucci...

Oggi trattiamo una segnalazione un po’ fuori tempo massimo, visto che a noi l’avete inviata ieri ma l’articolo a cui faceva riferimento è della settimana scorsa. La trattiamo comunque per ragioni che capirete a fine articolo.

La notizia che trattiamo è di quelle che avete già visto in precedenza, ma stavolta la villa acquistata da Zelensky è di re Carlo, mentre un’altra volta era in Egitto: poco conta dove siano collocate, l’importante è dare a intendere ai propri follower che Zelensky usi i soldi dell’Ucraina per spese pazze e per vivere nel lusso mentre in Ucraina si muore per sue decisioni scellerate (e non perché l’Ucraina è un Paese sovrano che è stato invaso da un Paese confinante).

La notizia trova spazio su siti come FaroDiRoma, Il Simplicissimus, InchiostroNero, Osservatorio sulla legalità e sui diritti; l’ultimo è quello che appare come fonte visto che l’articolo pubblicato su tale sito risale a sette giorni fa e pare, in italiano, essere il più vecchio a riportare la notizia. Inoltre è l’unico firmato, e l’autrice è una nostra vecchia conoscenza: Marinella Mondaini.

L’articolo racconta:

Zelenskij ha acquistato la dimora regale “Highgrove House”, una villa appartenuta al re Carlo III, per 20 milioni di sterline – riferisce il quotidiano britannico “London Crier”.

Highgrove House era la residenza di campagna, dove, dal 1980 il principe Carlo e la principessa Diana hanno cresciuto i loro figli, i principi William e Harry e dopo 44 anni di proprietà della corona, la casa, insieme al parco circostante, è stata venduta al presidente ucraino.

La prima verifica da fare è sulla fonte citata, il London Crier, quotidiano britannico inesistente. Il sito al momento risulta non raggiungibile, ma come racconta l’amico e collega David Puente:

Viene citato in entrambi un articolo sul sito London Crier che ha iniziato a circolare insistentemente nei primi giorni di aprile 2024.

Il sito creato appena prima di diffondere la presunta notizia

Uno dei primi account X a condividere l’articolo sul London Crier è stato quello di The Islander, pubblicazione che vede tra i propri cofondatori Chai Bowers, fino a metà 2023 in forze al canale propagandistico russo Russia Today, come riportato da RTE, l’emittente nazionale irlandese. Guardando al sito London Crier, si scopre che – come puntualizzato su X da Fabio_Tab e ricostruito da Bot Blocker, specialista nell’analisi della diffusione di notizie false tramite sistemi di questo tipo – il dominio è stato registrato il 26 marzo 2024, pochissimi giorni prima che la presunta notizia su Zelensky iniziasse a circolare. Inoltre, la pagina di termini e condizioni del London Crier non contiene quanto le dà il titolo, bensì il testo in latino normalmente inserito come esempio nei servizi di creazione dei siti internet.

Quindi se la fonte britannica è fasulla è probabile lo sia anche la notizia, cosa che è stata dimostrata sia da Open che da altri siti di fact-checking, ben prima di noi.

Ma a noi interessa di più appunto parlare della fonte italiana, Marinella Mondaini, che firma l’articolo sull’Osservatorio.

Chi è Marinella Mondaini?

Ospite frequente di testate e tv italiane, non iscritta all’Ordine dei Giornalisti, ma definita da Canale Italia “giornalista in collegamento da Mosca”… curioso, non trovate?

Leggendo nelle info sotto al video di Canale Italia leggiamo che si tratta di una scrittrice, giornalista e traduttrice che vive da anni a Mosca, e ascoltando l’intervento su YouTube scopriamo, con incredibile sorpresa, che difende l’operato di Putin. Ma noi Marinella l’avevamo già incrociata sul nostro percorso, e l’avevamo citata in due articoli riportando che:

Marinella Mondaini non è una fonte super partes, fa parte di associazioni “amici della Russia”, scrive in termini entusiastici di Russia da anni, purtroppo parla a quella fascia di popolazione che pare vivere ancora in un’era pre internet, dando loro intendere che per noi occidentali non sia possibile avere informazioni “oltre cortina”.

Basta cercare il suo nome in cirillico nel periodo precedente all’attuale conflitto per trovare svariate pagine che parlano di lei, in toni decisamente critici:

Voi direte vabbè, ma questi sono articoli di parte, e avete ragione, vi invito, se siete in grado di leggere in russo (o usando un traduttore che vi aiuti) a leggere quest’intervista del 2019 che le è stata fatta da una testata decisamente non schierata contro di lei:

Nella sua intervista sostiene di aver scelto di lasciare l’Italia perché siamo diventati un brutto posto in mano ai migranti, sostiene che l’italiano medio rivuole la lira e uscire dall’Unione Europea, addossando la maggioranza delle colpe proprio all’Unione. Sembra quasi di sentir parlare Salvini o la Meloni. Termini come dittatura bancaria, frasi come “Anche molti italiani amano Putin. Vorremmo un leader così saggio e forte come il presidente russo!” fanno capire il tenore e il livello dell’intervista, ma lascio che ve la leggiate da soli.

Perché dei canali televisivi italiani debbano concedere spazio a chi diffonde notizie fasulle in difesa di Putin è un qualcosa a cui Canale Italia dovrebbe rispondere davanti alle autorità, la libertà d’espressione si ferma quando diventa diffusione di disinformazione che può manipolare l’opinione pubblica in un momento così delicato per la geopolitica internazionale: non rendersene conto è a nostro avviso molto grave.

Concludendo

Solo un’ulteriore considerazione. Tra i siti che avevano diffuso la bufala uno, solo uno a oggi l’ha rimossa, senza spiegazione alcuna, senza alcun cenno all’averla diffusa: questo comportamento è profondamente sbagliato.

Quando si rimuove un articolo, specie se è stato dimostrato che lo stesso era falso, andrebbero spiegate le ragioni della rimozione per permettere a chi ha condiviso l’articolo in prima istanza di vedere l’aggiornamento. Sia chiaro, da un sito che si chiama InchiostroNero non ci aspettiamo grande attenzione all’etica e alla correttezza dell’informazione:

Senza vergogna, a nostro avviso, è chi pubblica bufale e le rimuove senza scusarsi.

redazione at butac punto it

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