Charlie Chester, le balle climatiche e ByoBlu

BUTAC è scettico su tutto, ed è per questo che sono circa dieci anni che suggerisce a chiunque ci legga di controllare le fonti, sia quelle delle notizie che ci segnalate sia quelle che usiamo noi stessi per fare fact-checking.

BUTAC è scettico e da sempre non si fida dei media, poco conta che siano “mainstream” o di nicchia, come chi ha pubblicato questo titolo:

BALLE CLIMATICHE: ECCO COME I MEDIA COSTRUISCONO EMERGENZE

I media costruiscono notizie? Sì, può succedere che lo facciano, come condividono sciocchezze è possibile che si prestino anche a “costruire emergenze”. Ma, come sempre, per poter decidere dove stiano i fatti bisogna prima verificarli. Il titolone sulle emergenze viene da un articolo di ByoBlu, con la firma di Francesco Franz Becchi: il 22 luglio ci viene così raccontata la storia dell’emergenza ambientale. Scrive Becchi:

D’estate fa caldo e d’inverno fa freddo, su questo tutti sembrano essere d’accordo. Eppure, all’improvviso il caldo estivo è diventato un problema che metterebbe in pericolo l’esistenza umana. Perlomeno, è questa la percezione se si consultano i media o vedendo un qualsiasi telegiornale generalista. Dietro a questa strategia di comunicazione attuata dai media si cela un obiettivo ben preciso: sostituire il terrorismo mediatico dell’emergenza sanitaria, instillando il panico nella popolazione con l’emergenza ambientale.

L’articolo prosegue con un secondo paragrafo dal titolo:

Dipendente CNN shock: “Cambiamento climatico sarà nuovo Covid”

Stanno parlando di Charlie Chester, che, secondo un’inchiesta pubblicata sulla “testata” Project Veritas, sarebbe “il direttore tecnico” della CNN. Mollo ByoBlu e ovviamente vado a cercare l’inchiesta di cui Becchi e ByoBlu parlano con tanto vigore. Clicco sul link e mi si apre YouTube, sul canale da 1,53 milioni di follower di Project Veritas. Il video di Project Veritas sfruttato da ByoBlu come fonte del proprio articolo risale al 2021, ed è questo:

La prima cosa che dobbiamo verificare è se Project Veritas sia una testata (come la definiscono su ByoBlu) affidabile. Cercando scopriamo che non si tratta di una testata giornalistica ma più precisamente di un’organizzazione di attivisti politici fondata da James O’Keefe nel 2010.

Secondo The Guardian, New York Times e AGI l’organizzazione è di estrema destra, ed è famosa per realizzare falsi scoop giornalistici. Project Veritas ha tra i suoi finanziatori i fratelli Koch, miliardari americani proprietari delle Koch Industries, il secondo gruppo industriale americano di proprietà privata.

Lo scoop

Lo scoop ricalca alla perfezione i tanti servizi fatti in precedenza dal gruppo. Nel video si vede una persona, identificata appunto come Charlie Chester, direttore tecnico della CNN, rilasciare specifiche dichiarazioni. Il video presenta moltissimi tagli e le affermazioni vengono da diversi incontri col signor Chester. Io non conosco Charlie Chester, non so di cosa si occupi per la CNN, ma il suo volto non è famoso in alcuna maniera. Il direttore tecnico, lo spiega direttamente la CNN, si occupa appunto di questioni tecniche, che non hanno nulla a che fare con la creazione o l’elaborazione dei contenuti.

Sia chiaro, è comprensibile che il video sia registrato di nascosto, ma se fossimo davvero di fronte a uno scoop non servirebbero tagli video come quelli presenti nel servizio di Project Veritas. Si sarebbero potute lasciare le domande che hanno portato a quelle risposte, per dimostrare appunto in quali contesti quelle frasi vengano dette. E invece no, si è scelto la via del taglia e cuci. E i tagli sono evidenti, come è evidente che si tratti di frasi che qualcuno, sapendo che tipo di risposte vuole ottenere, può riuscire a farsi dire senza troppa fatica. Specie se, invece che durante un’intervista, sono frasi dette nel corso di una serata in un locale, magari bevendo uno o più cocktail.

A quel punto, come dicevamo, basta fare taglia e cuci.

Il modus operandi di Project Veritas è sempre lo stesso: mostrare video dove soggetti vari fanno affermazioni che, estrapolate dal contesto, possono voler dire tutto o il contrario di tutto, dipende solo da chi quelle monta affermazioni una di seguito all’altra, dandogli un contesto, magari completamente diverso da quello in cui erano state dette in origine.

Un precedente

Anzi, dovrei dire svariati precedenti di questo “modus operandi”, marchio di fabbrica di James O’Keefe, ma quello più famoso è il caso contro il Washington Post (che è valso il premio Pulitzer alla testata americana).

Nel 2017 gli attivisti di Project Veritas cercarono di far pubblicare sul Washington Post la testimonianza di una donna che sosteneva di aver subito abusi sessuali quando ancora non era maggiorenne per mano di Roy Moore, candidato repubblicano per l’Alabama al Senato americano. La donna aveva avvicinato due giornalisti del WasPost sostenendo di aver abortito a 15 anni il frutto delle violenze di Moore. Violenze subite quando il repubblicano aveva circa 30 anni. I due giornalisti contattati fecero indagini, cercando di approfondire il background della donna, e si resero conto conto di quanti buchi nei suoi racconti venissero fuori ogni volta che tentavano di approfondire. Modi e toni della testimone li fecero sospettare di esser di fronte a qualcuno pagato per comportarsi come lei e fare quelle affermazioni. Il WasPost non pubblicò mai quelle accuse, che si rivelarono assolutamente infondate, mentre fondato era il rapporto della donna con Project Veritas, per il quale stava riprendendo il tutto con telecamere nascoste. L’investigazione del WasPost li portò appunto a ricevere il premio Pulitzer, mica bruscolini.

Concludendo

ByoBlu sceglie di usare una fonte notoriamente inaffidabile, ritenuta di estrema destra e già colta con le mani nel sacco in precedenza, per sostenere che il cambiamento climatico è un’emergenza causata dai media mainstream. Questa è una nota battaglia spinta da specifiche lobby e fazioni, ma non conta cosa dicano i media, bensì la comunità scientifica internazionale, comunità che concorda nell’affermare che ci troviamo in un’emergenza climatica da ben prima della pandemia. Continuare a negarlo è grave, specie quando si lavora nel campo dell’informazione. Nessuno mette in dubbio che ci siano scienziati con pareri diversi, ma il fatto che qualcuno la pensi diversamente, in mancanza di prove, non rende la sua opinione un fatto che debba necessariamente venire riportato.

fonte dell’immagine: https://www.joeshort.net/2016/03/the-media-balance/

Su Twitter, nella bio, Becchi scrive di essere “giornalista per ByoBlu”, ma a noi sul sito dell’OdG non risulta che sia iscritto. Prima di lavorare con Messora Becchi era stato anche tra le fila dei cronisti di Libero Quotidiano, testata per cui aveva scritto una serie di pezzi interessanti in merito a luoghi abbandonati nelle zone di Genova e dintorni, e da appassionato al tema non posso che apprezzare. Peccato vedere un ragazzo con la sua passione abbandonare servizi interessanti sulle bellezze maltrattate del nostro Paese per unirsi alla corte di re Claudio.

Per chi ne avesse necessità qui trovate, sul sito della NASA, una spiegazione semplice ed efficace di global warming e climate change.

Non crediamo di poter aggiungere altro, se seguite ByoBlu e vi sta bene che le loro fonti peschino nell’estremismo di destra non sarà BUTAC a farvi cambiare opinione.

maicolengel at butac punto it

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