Come diventare bersagli della disinformazione

Pubblicare o condividere la qualunque sulla propria bacheca Facebook è un metodo facile per dichiararsi più inclini della media a non fare alcuna verifica

Era da tanto che non ci veniva segnalata a ripetizione la stessa cosa con la richiesta di verifica. Ammetto che quando ho visto la segnalazione multipla speravo in qualcosa di più succulento e meno già visto, ma tant’è, questo è il post che sta circolando su Facebook e che ci avete chiesto di verificare:

Vi segnalo che qualche cretino sta pubblicando video schifosi e foto indecenti sui nostri profili, senza che voi lo sappiate. Il proprietario della bacheca non lo vede, ma gli altri si! Compare come se fosse una pubblicazione originale, addirittura viene aggiunto un commento. Per favore, se per caso accade sulla mia bacheca o se vi arriva qualcosa del genere da parte mia, sappiate che io non ne sono responsabile e cancellatelo!! Copiate e diffondete sulla vostra bacheca, avvisate i vostri amici così eviteremo spiacevoli inconvenienti . Grazie!!!!

O ancora:

Cari amici, vi informo che qualche figlio di buona donna nonché nipote di nonna altrettanto buona, sta pubblicando video invisibili e foto indecenti per le famiglie, sui profili senza che voi lo sappiate. Il padrone della bacheca non lo vede, ma gli altri si!!! Compare come se fosse una pubblicazione originale, addirittura viene aggiunto un commento. Per favore, …se per caso accade sulla mia bacheca o se vi arriva qualcosa del genere da parte mia, cancellatelo!! L’amicizia e il rispetto verso voi per me significa molto!!! Copiate e diffondete sulla vostra bacheca, avvisate i vostri amici così evitiamo problemi e questioni offensive….

A meno che non abbiate lasciato il vostro account aperto su un computer pubblico o condiviso la password con il primo che passa, nessuno può, normalmente, usare la vostra bacheca fingendo di essere voi. In realtà la possibilità di post pubblicati sulla vostra bacheca, anche taggando i vostri contatti, esiste, ma perché questo succeda dovete essere stati voi, magari incautamente, ad autorizzare qualche app su Facebook o premere qualche link in uscita da Facebook, che può aver fatto che sì che siate stati colpiti da un malware. È ad esempio il caso che abbiamo trattato nel 2021, quando circolavano messaggi privati in cui vi veniva chiesto “Sei tu in questo video?”. Messaggi che se cliccati infettavano il dispositivo che stavamo usando per navigare o l’account che stavamo usando e si duplicavano verso tutti i nostri contatti, senza che noi ce ne rendessimo conto finché non era troppo tardi. Ma non ci risulta che possano essere pubblicati post che gli altri vedono e il proprietario della bacheca no, dettaglio che ci ha fatto pensare che non si trattasse di uno di questi casi.

Nel caso specifico infatti crediamo che il giochino sia quello da cui vi abbiamo già cercato di mettere in guardia in passato. Spiegavamo l’anno scorso:

Quando condividete uno di questi post fasulli (sia esso uno dei citati qui sopra o una qualsiasi altra dichiarazione di protezione della privacy erronea) state effettivamente apponendo un distintivo virtuale sulla vostra bacheca. È un po’ come cucire un distintivo sui vostri vestiti…

Vi state esponendo come potenziali bersagli di disinformazione.

Chiunque guardi la vostra bacheca e noti questo genere di post potrebbe concludere che siete persone più inclini della media a condividere senza fare alcuna verifica.

Questo vi rende un potenziale veicolo per ulteriore disinformazione, un bersaglio per truffe varie, un possibile seguace di teorie del complotto.

I social media, con il loro sistema di condivisione pubblica, hanno fornito a chiunque voglia diffondere informazioni false a scopo di lucro la possibilità di identificare chi potrebbe essere una loro potenziale vittima.

Basta cercare il testo di uno di questi post su Facebook per ottenere una lista di nomi e cognomi di centinaia di migliaia di persone. Persone che, se hanno condiviso quel post, è molto probabile siano più inclini a condividere altri contenuti simili. Grazie a questi post quindi gli utenti sono facilmente identificabili attraverso le loro bacheche.

E concludevo ammettendo che anche io sfruttavo la cosa:

Quando ricevo richieste di contatto da parte di utenti che hanno condiviso questo tipo di post sulla loro bacheca, è improbabile che accetti di collegarmi con loro, a meno che non decida consapevolmente di farlo per avere appunto accesso a bacheche piene di contenuti da sottoporre a fact-checking.

maicolengel at butac punto it

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