Ciao siamo una compagnia cinematografica…

Ancora falsi annunci di lavoro che aprono le porte a tentativi di truffa e furto di dati

Oggi trattiamo una segnalazione che è arrivata tramite gli amici di Radio Pico, con cui da anni collaboriamo nell’ottica del contrasto a truffe e disinformazione.

Elena Sala, la bravissima voce del mattino di Passepartout, ci ha rigirato un messaggio che era arrivato in redazione, un classico annuncio di lavoro facile, di quelli che già in precedenza abbiamo trattato qui su BUTAC.

L’annuncio riporta:

Ciao Siamo una compagnia cinematografica internazionale che recluta ora 500 amanti del cinema per lodare i film promossi dalla nostra compagnia. L’obiettivo del nostro lavoro è promuovere i film in tutto il mondo. Aiutare i cinema ad aumentare gli ascolti e a promuovere la ripresa economica nella catena di consumo del mercato. Senza alcun investimento, è sufficiente svolgere i compiti assegnati per 20 minuti al giorno per guadagnare uno stipendio di 20-100 euro. Requisiti lavorativi: Età: 26-65 Per favore rispondi a {1} per indicare che sei stato invitato. er favore rispondi a {1} per indicare che sei stato invitato. Dopo aver risposto a {1}, contatta il tuo amministratore di WhatsApp👇👇👇👇https://wa.me/393509072468

Il numero di cellulare è collegato a un account business registrato su WhatsApp col nome di Diana, lo stesso numero lo troviamo segnalato su Tellows – come truffa – e lo stesso dicasi per il messaggio. Inoltre su Tellows scopriamo che c’è anche un contatto (o di più) Telegram, ad esempio @Amelia91101, ma purtroppo serve a poco mostrarveli perché tanto ne faranno uno nuovo domani abbandonando il vecchio, come sempre.

Comunque, ho contattato sia il numero su Whatsapp che il profilo Telegram; il primo non ha risposto, il secondo sì, e dopo una velocissima chattata mi ha inviato un link di IMDB chiedendomi di mettere punteggio massimo a un film, poi a un altro, dopodiché mi ha scritto:

Il pagamento

Alla domanda su come verrà erogato il pagamento mi dice che loro al momento pagano su Revolut, in dollari, quindi riceverò $16.38. Il tutto solo per aver messo il massimo punteggio a due film – a Bologna diremmo “che bazza”, ovvero “che affare”, ma ovviamente le cose non sono così cristalline come sembrano.

A loro serve il nostro numero non per questioni di database, ma per usarlo: una volta finita la procedura ci chiederanno di mandare un codice che dovremmo aver ricevuto sul nostro cellulare, codice che, a dir loro, servirebbe per sbloccare la procedura di pagamento.

Io il codice non l’ho ricevuto: probabilmente non ero nell’elenco di soggetti a cui rivolgere l’offerta di lavoro, per cui quando “Cathy/Amelia” non ha trovato il mio numero tra quelli già in loro possesso si è bloccata.

Ma sappiamo che in questi casi le possibilità sono due: o cercare di farci arrivare il codice di sicurezza per impossessarsi del nostro account Telegram o WhatsApp, o ancora peggio i codici che servono per accedere al nostro conto Revolut, come spiegato qui.

Le red flag di questi annunci

Quello che però deve essere chiaro è che non bisognerebbe mai rispondere a questi messaggi, fin da subito: chi invia offerte di lavoro a numeri di telefono che non ne hanno fatto richiesta è un truffatore o come minimo qualcuno che ha qualcosa da nascondere. Un vero reclutatore non segue questo iter, magari risponde agli annunci di chi cerca lavoro, ma non si mette a contattarli via WhatsApp o Telegram dal nulla

Sia chiaro, non c’è nessuna regola che vieta di mettere punteggi massimi a dei film su IMDB anche senza averli visti. Ammetto che non lo considererei un “lavoro”, ma solo un sistema – legale, ripeto – per aumentare la popolarità di pellicole che magari non lo meriterebbero, o per veicolare traffico sul portale. Noi siamo sicuri che IMDB non abbia nulla a che fare con questa gentaglia, e anzi crediamo che se fossero a conoscenza di questi annunci farebbero di tutto per non essere collegati a chi li mette in circolazione.

L’idea che ci siamo fatti è che il giochino di farci mettere rating a due titoli, per poi sostenere che per quei due falsi punteggi assegnati ci verrebbero dati 15 euro, serva solo a farci abbassare le difese e renderci più vulnerabili alla fase due della truffa.

redazione at butac punto it

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