Dai cappellini di stagnola al 5G…

Oggi ospitiamo un amico, Giovanni Schiesaro di Biologi per la Scienza, che ha scritto per noi un altro (purtroppo necessario) articolo d’informazione sul 5G, visto che la macchina della propaganda anti- è in fervente movimento.


Quando leggo notizie contro il 5g il primo pensiero che mi corre alla mente è la puntata di Futurama – “Nell’immenso verde profondo” – in cui il protagonista, Fry, viene presentato a una società segreta (“Legion of Mad Fellows”) di telepati che indossano un cappello di stagnola.

Non conoscendo la storia dei cappelli di carta stagnola ho fatto una veloce ricerca e scoperto che il primo scrittore a parlarne fu Julian Huxley, biologo genetista, nel racconto The Tissue-Culture King in cui si scopre che il copricapo è in grado di bloccare gli attacchi telepatici.

Dagli attacchi telepatici del 1924 di Julian Huxley ripresi da Futurama, all’inizio degli anni Novanta un nuovo male da sconfiggere indossando la preziosa stagnola si è presentato al nostro mondo: le onde elettromagnetiche. Questo cambiamento è stato registrato anche nella cultura pop – nella serie Better Call Saul, Chuck McGill, fratello del protagonista, soffre di elettrosensibilità.

Dopo questo piccolo excursus sui cappelli e indumenti di carta stagnola vari veniamo quindi alla segnalazione:

Presentato “Wireless”, il ricercatore illustra i rischi della tecnologia 5G”

In cui si può leggere:

Il Prof. Fiorenzo Marinelli, biologo che è stato anche ricercatore CNR e tuttora ha incarichi universitari ha illustrato brillantemente gli effetti collaterali sull’uomo, sull’ecosistema che le nuove tecnologie presentano, e ha illustrato anche le sue ricerche di cui alcune tuttora in corso. Una donna che voleva partecipare all’incontro si è dovuta allontanare dalla sala conferenze in quanto lì, come in altri luoghi, l’elettrosmog era troppo alto e ha una ipersensibilità ai campi elettromagnetici.

Cercando Fiorenzo Marinelli su CINECA (il portale per la ricerca dei docenti universitari) non si hanno notizie sugli incarichi attuali all’università del biologo.

La notizia poi cade sul sensazionalismo, spiegando che una donna avrebbe percepito un inquinamento elettromagnetico troppo alto per poter rimanere nella stanza. L’elettrosensibilità (ES) non è riconosciuta come una vera e propria malattia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla comunità scientifica. La principale obiezione è la mancanza di evidenze scientifiche che forniscano parametri in grado di dimostrare il rapporto di causa-effetto tra sintomi ed esposizione. Nel 2005 uno studio sistematico ha dimostrato come non esista alcuna prova che i malesseri percepiti da chi si definisce elettrosensibile siano causati dai campi magnetici.

Che dire poi sul 5G: nessuna esperto od organo di sicurezza sanitario ha affermato che ci siano pericoli per la salute umana.

Giovanni Schiesaro – Biologi per la Scienza