Eredita 480 milioni di lire e i giornalisti abboccano!

Una nuova vicenda, come minimo romanzata, con tanti elementi che non tornano...

Lentamente, dopo un lungo periodo di silenzio, una specifica categoria di articoli fuffa sta ricominciando a circolare. Il primo che è diventato abbastanza virale è proprio di queste ore, noi l’abbiamo visto pubblicato su  Il Giornale, Il Corriere del Mezzogiorno, Quotidiano di Puglia, Parma Today, Il Mattino, ma siamo sicuri che più passano le ore più è facile che altre testate riportino la notizia.

Notizia che circola più o meno ovunque con questo titolo:

Eredita 480 milioni di vecchie lire, ma non può fare il cambio «Inviata la diffida alla banca d’Italia»

La notizia è figlia di un comunicato stampa di un’associazione che voi che leggete BUTAC da anni avete già sentito, Giustitalia. Nome che abbiamo trattato solo due volte in questa forma, perché a diffondere comunicati simili ai quotidiani prima è stata Fondazione Italiana Risparmiatori e ancora prima Agitalia. Siamo tra i pochi a continuare a trattare la questione, anche perché riteniamo sia un’utile cartina tornasole per dimostrare quanta poca attenzione viene posta dalle redazioni alle verifiche delle notizie.

Perché diciamo questo? Ma perché basta leggere la frase riportata dal comunicato stampa sul cambio della valuta in euro per rendersi conto in pochi secondi della malafede:

In Italia esiste una prescrizione decennale per l’esercizio dei diritti di credito. Unico caso quello italiano, poiché negli altri paesi europei è ancora possibile cambiare in euro la moneta nazionale.

Siamo sicuri che sia come dice l’avvocata Elena Caparello? In realtà dei Paesi che sono passati all’euro tanti hanno situazione simile o uguale alla nostra: Cipro, Finlandia, Francia, Grecia, Malta, Olanda (solo per le banconote derivanti da attività commerciali, per le altre il divieto ci sarà dal 2032), Portogallo e Spagna. Sostenere che l’Italia sia l’unica è raccontare una bugia, su 20 Paesi in 9 non è più possibile cambiare denaro vecchio in euro, in 11 è ancora possibile.

La diffida è assolutamente inutile, i regolamenti sul cambio da lira a euro sono stati riportati un po’ ovunque da prima che l’euro entrasse in vigore, lo zio della signora che avrebbe lasciato così tanti soldi nella cassetta di sicurezza di una banca, e che presumibilmente sarebbe morto nei mesi scorsi, non poteva ignorare la faccenda. Inoltre 480milioni di lire, a meno che non fossero in banconote da 500mila lire – piuttosto rare – in carte da 100mila occupano un volume decisamente importante, parliamo di 4800 banconote, che corrispondono a una pila di circa cinque chili di peso. Solo se fossero appunto tutte da 500mila sarebbero state meno di mille banconote (960), con un peso più contenuto.

La cosa che ci dà ancora più fastidio è che esistono precedenti sul ricorso per il cambio delle lire, uno abbastanza recente, la cui sentenza è facile da trovare in rete: com’è possibile che le redazioni non abbiano cercato conferma di quanto affermato dalle due avvocate? Altro dettaglio che dimostra la scarsa attenzione del giornalista e della redazione, in questo caso del Corriere, questo passaggio:

L’associazione si è affidata a due legali, le avvocatesse Elena Caparello e Patrizia De Paola del Foro, specializzate a livello nazionale ed internazionale della conversione di lire in euro.

Non vi suona strano il cognome della seconda? Perché in realtà voleva essere un Patrizia De Paola “del foro” della città di appartenenza, nel caso specifico del foro di Roma. Le due avvocatesse oltretutto risultano avere studio in Via Monginevra 19 a Roma, Giustitalia invece ha sede in via di Tor Vergata 283, saranno collaboratrici esterne. Curioso però che in Via di Tor Vergata non ci siano insegne di questa associazione, in compenso vi sia una singola vetrina “Dall’Avvocato”:

Che sia questo l’ufficio dell’associazione nota, secondo i giornalisti, a livello nazionale e internazionale? Chissà, quello che so è che l’avvocata il cui nome ho censurato sulla vetrina di questo ufficio è stata citata in altri articoli che parlano di Giustitalia, pertanto il dubbio che “dall’Avvocato” non sia altro che un altro nome per la stessa organizzazione è forte. Sarebbe bello che qualche iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma contattasse la direzione dell’Ordine per sapere se questo tipo di notizie e modus operandi siano da loro approvati e ritenuti corretti dal punto di vista etico.

Concludiamo riportando quanto spiegavamo già nel 2019:

Il giochino è vecchio e stantio: inventarsi (o romanzare) storie che abbiano motivo di finire sui giornali per fare pubblicità a un’associazione che sostiene di difendere il consumatore. Non cascateci, smettetela di fidarvi delle testate che queste notizie le pubblicano, sono un’ottima cartina tornasole per decidere quali redazioni siano serie e quali invece pubblichino senza la minima verifica.

Ritengo sia abbastanza inutile scrivere più righe su questa storia, spiegarvi il perché e il percome sia fuffa di quella dannosa. L’abbiamo già fatto nelle tante precedenti occasioni.

redazione at butac punto it

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