Le fonti, queste sconosciute
L'"avvocato" Vilnò e l'incapacità di distinguere una fonte attendibile
Spesso arriva qualcuno a fare articoli o video contro di noi, di solito stando ben attento a non usare parole che possano costare una denuncia per diffamazione. Ma i soggetti che amano attaccare BUTAC sono tanti, non sempre particolarmente attenti a quello che fanno e come lo fanno.
L’errore più comune che vedo accadere è quello di non capire cosa sia una fonte. O meglio cosa siano le fonti.
Ad esempio, ci siamo trovati citati nel video di un soggetto che pare presentarsi come avvocato (ma che non sembra esserlo), un soggetto che ha fatto un video di trenta minuti per sbufalare il nostro articolo dove spiegavamo che Robert Malone non è il padre del vaccino mRNA.
Vilnò passa mezz’ora a sostenere che Robert W. Malone sia un grande scienziato, inventore dei vaccini a mRNA.
E che fonti usa per il suo fact-checking?
La prima che usa a supporto della sua tesi è un articolo dietro paywall del Messaggero, un articolo riservato agli abbonati, cosa che lui evidentemente non è visto che mostra l’immagine scurita come succede a chiunque non abbia pagato l’abbonamento, segno che probabilmente l’articolo su il Messaggero manco l’ha letto tutto:
Il Messaggero usa la stessa dicitura usata nella bio del Dottor Malone, “inventore dei vaccini mRNA”, ma il Messaggero è un giornale italiano, non può essere fonte del dato. Io credo che la cosa sia abbastanza palese. C’è un giornalista che ha cercato Robert W. Malone online, e ha trovato questi come primi risultati:
Due link sono direttamente controllati da Malone stesso: uno è il suo sito ufficiale, l’altro il suo profilo Twitter, non è una fonte, è lui stesso a scrivere quanto si legge. Anche il link a Google Scholar cambia poco, la persona che viene citata può inserire quello che vuole nella propria scheda autore. Nessuno di quei link è sfruttabile come fonte. A meno che uno non decida che ci si può fidare della parola dello stesso Malone, un po’ come fidarsi dell’oste dopo che gli abbiamo chiesto se il vino è buono.
Infatti gli scienziati, quelli veri, non si autoattribuiscono la paternità di una scoperta. Presentano studi che ne dimostrino la paternità e quindi sono riconosciuti dagli altri i quanto tali.
Malone questo non l’ha fatto.
Vilnò insiste che Malone sia il padre del vaccino mRNA, e lo fa citando Il Fatto Quotidiano:
Stesso problema di cui sopra, anche se in realtà il FQ invece che definirlo “inventore del vaccino mRNA” usa un più generico “uno degli scienziati dell’RNA messaggero”, che non è così distante da quanto avevamo riportato noi nel nostro articolo. Come spiegavamo, Malone ha firmato qualche studio tra gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, studi che trattavano anche l’mRNA. Ma non è lo scienziato che l’ha “inventato”. E usare come fonti lui stesso, o testate giornalistiche che usano lui stesso come fonte, è un errore. Errore che dimostra che non si ha ben chiaro cosa sia una fonte.
Curioso che l’avvocato sfrutti la mia frase dove spiego appunto che Malone è tra i firmatari di alcuni studi sul mRNA ma che questo non lo identifica come inventore, senza rendersi conto che è molto simile a quanto riportato dal Fatto Quotidiano da lui citato.
Giusto per approfondire un po’ di più la questione inventori del vaccino mRNA suggerisco il video di Polemica in Pillole.
Ma giusto per completezza vorrei aggiungere qualche info in più. Uno dei nomi che si fanno quando si parla di vaccini a mRNA è quello di David Curiel, riconosciuto dalla comunità scientifica come uno dei suoi inventori. Senza che sia lui a dirselo da solo, i suoi studi direttamente collegati ai vaccini e all’mRNA risalgono al 1995. Insieme a lui vengono solitamente fatti i nomi anche di Katalin Karikó, biochimica ungherese specializzata proprio nei meccanismi dell’mRNA, e Drew Weissman. Sono questi tre nomi che circolano nella comunità scientifica, quella seria, quando si parla di vaccini a mRNA.
Malone fino a qualche mese fa non se lo filava nessuno. E nessuno degli scienziati che sono riconosciuti come coloro che ci hanno dato il vaccino attuale l’ha mai citato.
Sempre per parlare di fonti, subito dopo per denigrare BUTAC Vilnò decide di usare il famoso caso del sequestro del 2018. Caso finito su tutti i giornali all’epoca, caso per cui importanti giornalisti presero le nostre difese.
Vilnò sa benissimo cosa significa sequestro preventivo, sa che non significa una condanna, ma evita di spiegarlo. Il fatto che noi siamo ancora qui e che il sito sia stato dissequestrato dopo tre giorni dovrebbe significare qualcosa.
E invece ciccia.
Lascio stare gli altri attacchi personali che ci vengono rivolti nella parte del video che segue, tanto il presunto avvocato è stato attento, rispetta il diritto di critica così che non ci sia mai diffamazione (o quasi), lo stesso diritto di critica che mi permette di affermare che lui una fonte attendibile non la riconoscerebbe nemmeno se gli si presentasse a casa.
Ma leggere i commenti al video di Vilnò, sia su Facebook che su Youtube, fa comprendere come mai abbia successo tra i suoi follower: anche loro, come lui, non sanno capire quale sia una fonte e quale invece sia solo una voce giornalistica.
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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