Vecchi amici che tornano a disinformare…
GreenMe, Il Salvagente e il glifosato
Ce la caviamo davvero in fretta oggi, visto che nello stesso articolo che andiamo a trattare è presente una magica frase che lo rende null’altro che allarmismo fatto per precisi interessi. Vediamo tra poco di quale si tratta. Ci segnalate un articolo apparso su GreenMe, testata che parte con buone intenzioni e poi spesso, purtroppo, si lascia prendere la mano dall’ambientalismo estremista e manda tutto in vacca.
Titolo dell’articolo apparso su GreenMe:
Spaghetti, svelati i nuovi marchi contaminati dal glifosato. La LISTA dei peggiori e dei migliori
Di glifosato su BUTAC parliamo dal 2015 senza che sia mai cambiato nulla. Nel nostro primissimo articolo sul tema riprendevamo quanto diceva il sito Science Based Medicine:
il glifosato ha una tossicità molto bassa. Studi più attenti quando si tratta di prodotti che vengono utilizzati così pesantemente come il glifosato sono sempre i benvenuti. La scienza è complicata, ed è sempre una buona idea prendere in considerazione i tanti fattori che possono essere stati tralasciati precedentemente. Tuttavia, il mancato effetto negativo mostrato dal glifosato negli studi epidemiologici è molto rassicurante. Data la sua diffusione, qualsiasi effetto negativo deve essere piccolo o inesistente per non venire trovato con gli studi fatti finora.
E via via in questi cinque anni abbiamo riportato i nuovi studi, fatto confronti coi vecchi e mostrato a chi ci legge senza pregiudizio come, ad oggi, non esista alcuna prova delle gravi tossicità che invece estremisti ambientalisti come la redazione di GreenMe o del Salvagente vogliono farvi credere.
L’articolo di GreenMe difatti riprende le analisi del Salvagente, analisi che non metto in dubbio, ma sono i modi con cui la notizia viene data che ricalcano un modus operandi tipico di chi vuole allarmare, senza avere le basi per farlo. Lo so che abbiamo già parlato di glifosato, e spesso, ma vorrei che vedeste anche voi come è facile allarmare pur raccontando fatti.
Il trucco è semplice
Prima metto in scena tutta la negatività possibile sul tema:
Già nel 2018 e nel 2019 alcune analisi avevano dimostrato che, all’interno della pasta (non solo spaghetti) venduti nel nostro paese da diversi marchi, vi era la presenza di glifosato, una sostanza controversa che molti studi hanno collegato ad una serie di possibili disturbi per la salute umana (oltre ai danni ambientali) e che lo Iarc considera come un “probabile cancerogeno”.
…la situazione della pasta al glifosato non solo non è migliorata, ma addirittura è peggiorata…
….come è possibile che invece di migliorare andiamo peggiorando. Il motivo potrebbe essere che, proprio tra il 2016 e il 2018, l’attenzione verso il glifosato era massima. Erano usciti diversi studi e si era cominciato a parlare dei pericoli di questa sostanza per salute. I consumatori dunque erano più attenti e orientavano in un certo modo i loro acquisti.
E ora? Forse si è un po’ troppo spenta l’attenzione sul glifosato e, non a caso, si prevede che le importazioni del grano canadese torneranno nel 2020 ai livelli massimi del 2016.
Quanto leggete qui sopra è un abile mix di informazione, disinformazione e vere e proprie bugie. Tutto dipinge in maniera negativa il glifosato. Tutto serve a spaventare il lettore.
Peccato…
…non spiegare che gli studi che sostengono i danni alla salute dell’essere umano vengono portati avanti da cinquant’anni senza che, ad oggi, nessuno di essi sia riuscito a dimostrare per certa questa presunta tossicità.
…non spiegare che la classificazione dello IARC a cui si fa riferimento include tra le sostanze e attività probabili o possibili cancerogene del gruppo 2 anche la carne rossa, l’aloe vera, e mestieri come la parrucchiera, il pizzaiolo o il vigile del fuoco. Mestieri e prodotti contro cui non mi pare di vedere campagne di GreenMe o il Salvagente. Lo stesso IARC specifica chiaramente che “l’effetto dipende sempre dalla dose”.
…non spiegare che la Coop pur di non perdere clienti ha scelto, con la solita logica insulsa del “principio di precauzione” – basato non sulla scienza ma sui pregiudizi -, di vietare la vendita di prodotti a marchio Coop che facciano uso di glifosato e altri tre pesticidi. Una politica che abbiamo già visto in funzione con l’olio di palma, sostituito spesso con altri grassi più dannosi per la salute, più costosi per l’ambiente, ma non demonizzati dai guru di riferimento. Una politica commerciale che alla lunga ha fatto sì che quasi tutte le aziende eliminassero l’olio di palma dai loro prodotti, e inserissero quella bugia finto salutista sulle confezioni, quella bugia che porta milioni di persone a comperare qualcosa che pensano che faccia bene solo perché sopra c’è scritto “Senza olio di palma”…
La tattica è nota
Prima ti spavento, poi, per non esser tacciato di raccontare bugie ti spiego le cose nella maniera completa, e GreenMe come il Salvagente ovviamente arriva al punto importante, la frase che dicevamo all’inizio:
…presentano tracce di glifosato, anche se ben al di sotto dei limiti di legge, come del resto per gli altri campioni.
Quindi, le tracce di glifosato riscontrate in tanti campioni di pasta rispettano tutte i limiti di legge, limiti che erano stati rivisti giusto quattro anni fa sulle base dell’allarmismo fatto a livello europeo da vari gruppi ecologisti. Una lobby che abbiamo già visto fare il bello e il brutto tempo su alcune decisioni, anche contro il parere scientifico. Una lobby che nel 2020 non dovrebbe avere ragione di esistere, perché dovrebbero essere la logica e la scienza a farla da padroni. Non i pregiudizi basati su una mentalità da figli dei fiori degli anni Sessanta, o peggio ancora sulle logiche commerciali di chi se ne infischia dei dati ma ha capito che cavalcando le paure si fanno soldi.
GreenMe e il Salvagente stanno cavalcando nuovamente la storia del glifosato perché si è giunti a quel momento in cui è importante che l’opinione pubblica si faccia sentire per fare pressione sull’European Food Safety Agency che a breve dovrà votare sull’uso del glifosato nei paesi dell’UE. Spaventare i lettori serve allo scopo, si fideranno di quanto hanno letto e chiederanno ai loro rappresentanti di vietarne l’uso. Tutto questo è a mio avviso sbagliato, se esistono prove certe della tossicità di un prodotto ben venga la sua eliminazione. Ma se lo stesso è riconosciuto come non pericoloso e contribuisce a tenere basso il costo di determinati prodotti, eliminarlo non serve ad aiutare il consumatore ma solo certi produttori. E magari danneggiarne altri piccoli, indipendenti, che utilizzano il glifosato perché sicuro, efficace e non più coperto da brevetti (ovvero chiunque può produrlo e commercializzarlo senza necessariamente far guadagnare le multinazionali… ma ovviamente questo gli ambientalisti non cielo dikono).
Tre anni fa concludevo uno degli articoli sul glifosato con un breve paragrafo che riporto anche oggi:
Siate temerari
Purtroppo so che sarete in pochi ad aver letto fin qui, molti si saranno annoiati già al primo paragrafo e saranno tornati in home page. Voglio che almeno con voi sia chiaro: non sto difendendo il glifosato. Se verranno portati studi che dimostrano senza ombra di dubbio la sua pericolosità per l’uso che ne viene fatto al momento sarò il primo a parlarne, ma ad oggi gli studi dicono quanto cerchiamo di riportarvi da due anni a questa parte. La manipolazione dei fatti è riuscita nel suo intento: raccontare una sola voce per mesi, per anni, e ha spinto lo stesso Parlamento europeo a votare contro l’erbicida. Il Parlamento europeo purtroppo rappresenta uno spaccato dei cittadini europei, in balia di fake news e disinformazione politica. Io continuo a sperare e a scrivere questo blog, so che non servirebbe a molto se lo sforzo si limitasse a questo, ma diciamo che almeno è uno sfogo, per me che scrivo, e per voi che magari commenterete inviperiti contro di me. Se per caso ritenete che quanto ho riportato sia corretto fate un passo in più, siate temerari: diffondetelo, condividetelo con quegli amici coi quali avete discusso dell’argomento l’ultima volta che siete stati fuori a cena, parlatene nei gruppi social che frequentate abitualmente, linkate Popular Science, linkate Reuters, per una volta provateci anche voi, fate girare.
maicolengel at butac punto it
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