Il “pericolo Islam” e Fuori dal Coro
Un servizio TV con telecamera nascosta, che mostra però qualcosa che non quadra

C’è un video che sta circolando sui social network. Un video, l’ennesimo, proveniente dalla redazione di Fuori dal Coro, trasmissione di cui ci siamo occupati più volte nel corso della nostra storia editoriale.
Il fatto stesso che un programma televisivo nazionale di infotainment finisca con regolarità sotto l’analisi dei fact-checker dovrebbe già essere un segnale che qualcosa, sul piano giornalistico, non funziona come dovrebbe. Ma tant’è.
Il video che circola sui social è un estratto del servizio della durata di 5 minuti e 12 che potete vedere nella sua interezza qui.
Titolo del servizio:
Pericolo Islam: la nostra inviata sequestrata per un’ora in Francia
Secondo il servizio, girato a Roubaix, definita nel racconto come “ghetto islamico”, la giornalista di Fuori dal Coro sarebbe stata sequestrata all’interno di una macelleria halal. Il servizio risale alla fine di novembre, ma ci è stato segnalato solo nella giornata di ieri. Nel frattempo, della vicenda ha parlato anche Il Giornale, che l’ha riassunta in questi termini:
La donna stava facendo il suo lavoro, quando è stata trattenuta da alcuni uomini all’interno di una macelleria halal, dove viene venduta carne trattata secondo i principi dell’islam, dunque consumabile dai musulmani. Qualcosa ha fatto scattare gli uomini, che hanno bloccato con fare minaccioso la donna, tenendola chiusa nell’esercizio commerciale per più di un’ora. Non solo. I soggetti hanno anche preteso di impossessarsi del cellulare della giornalista per controllarne il contenuto.
A denunciare il fatto è stato lo stesso programma Fuori dal Coro, che ha pubblicato alcune sequenze di quei momenti sui suoi account social. “La nostra giornalista Costanza Tosi è stata sequestrata e minacciata per circa un’ora dentro una macelleria islamica a Roubaix, in Francia, mentre stava girando un servizio sulla forte presenza islamica in città (che supera il 40%) con molti segnali di radicalizzazione. È stata costretta con la forza a cancellare tutte le immagini registrate“, è quanto si legge nel post del programma. Il racconto completo dell’episodio verrà trasmesso nella puntata di domani, domenica 30 novembre. Intanto, massima solidarietà nei confronti della giornalista.
C’è un piccolo dettaglio però: subito dopo che il servizio è andato in onda sono uscite smentite in francese che raccontano i fatti in maniera molto diversa. Curioso che nessun giornalista in Italia se ne sia occupato. Sia chiaro, noi non possiamo dirvi come siano realmente andati i fatti, siamo il classico blog senza portafoglio, non abbiamo i soldini di Mediaset per andare a verificare in loco. Ma riteniamo corretto riportarvi, tradotta, anche l’altra campana, come avrebbero dovuto fare Fuori dal Coro e i tanti che hanno cavalcato la notizia raccontando solo una voce, senza alcuna verifica aggiuntiva.
Vi riportiamo il sunto di quanto narrato negli articoli di lingua francese, che partono tutti dalle verifiche fatte da Tajmaât Service (un servizio che si occupa appunto di fare verifiche su fatti che riguardano popolazioni islamiche, e in particolare magrebine).
Secondo Tajmaât, la storia mostrerebbe uno scenario molto diverso. La giornalista avrebbe filmato persone per strada senza consenso, inclusi uomini magrebini e donne velate, e si sarebbe poi recata nella macelleria chiedendo provocatoriamente se vendessero carne di maiale. Il commerciante avrebbe risposto in modo educato, spiegando che non ne vende, ma quando si è accorto di essere filmato senza autorizzazione, le avrebbe chiesto di smettere e di cancellare le riprese. A quel punto la giornalista avrebbe iniziato a urlare, mettendo in scena una presunta aggressione.
C’erano presenti dei clienti che, assistendo alla scena, si sarebbero resi conto che si trattava di una messinscena, per cui non sono intervenuti. Ma più che altro la polizia non è mai intervenuta, cosa che a nostro avviso dovrebbe essere sufficiente riprova che le cose non stanno come raccontato dal servizio. Ma ovviamente, non essendo andati in loco a fare domande e verificare i fatti, dobbiamo limitarci a riportare quanto altri hanno esposto. Dovrebbero essere Fuori dal Coro e la giornalista sequestrata a portare prove dei fatti che non siano un servizio video che fa acqua da tutte le parti.
Per chi, arrivato fino a qui, si domanda che prove avremmo che si tratti di una bufala, la redazione di Fuori Dal Coro sostiene che la giornalista è stata costretta a cancellare tutti i video, quindi non esistono altre prove. Peccato che appunto ci sia un video di 5 minuti e 12 secondi, e un altro più breve, che mostrano le fasi concitate del presunto sequestro, sono immagini girate chiaramente coin una telecamera nascosta, perché non viene rilasciato tutto il video girato e si preferisce mandare in onda solo quei minuti tagliati e montati ad arte? Perché a fine “sequestro” non ha chiamato la polizia attendendo il suo arrivo e chiarendo i fatti con le autorità?
Domande che ovviamente resteranno senza risposta. Ma le tante redazioni che hanno ripreso la notizia senza approfondire dimostrano solo una cosa, di essere faziose e scarsamente professionali. Gli altri che hanno scelto di non trattarla proprio, invece, sono solo scarsamente professionali. Chi realizza questi servizi è complice delle radicalizzazioni e degli estremismi che vediamo in giro per il mondo, non rendersene conto significa avere davvero scarso spirito critico.
maicolengel at butac punto it
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