L’autobus che va a fuoco

Un video che vorrebbe denigrare i veicoli elettrici e che diventa invece un ottimo spot a favore della transizione ecologica

Sulla bacheca di un mio contatto, persona che ha scelto consciamente di seguirmi e quindi immagino si ritenga razionale, il 9 ottobre è stato pubblicato un post che riprende un video pubblicato su Instagram, questo:

Nel video, per chi faticasse a visualizzarlo, si vede un autobus che sprigiona fiamme dal tetto, fiamme davvero molto potenti. Il video è condiviso su Instagram con una frase che vorrebbe essere ironica:

“Green e per sempre”

Sì proprio così, senza accento sulla e. A quanto pare infatti gli errori grammaticali e i refusi fanno simpatia nelle cerchie in cui circola principalmente disinformazione.

E il mio contatto, per rimarcare quella che secondo lui è ironia, nella sua condivisione ha aggiunto:

“ATAC ne ha ordinata una grossa fornitura”.

Il problema è che, mentre i contenuti che il mio contatto posta sulla sua bacheca social hanno una diffusione ridotta, l’utente che ha condiviso il video per primo in pochissimi giorni ha raggiunto quasi 12mila condivisioni, 12 mila condivisioni per un video che non mostra affatto quello che lui, l’utente @umbertoserra71 su Instagram, vuole far credere. Del video se ne erano occupati nel 2022 i colleghi della sezione Fact Check di Agence France Press, i quali erano arrivati a ricostruire i fatti come raccontati sulle testate italiane che ne avevano parlato all’epoca, il 16 aprile 2022. Riportiamo da UmbriaOn:

Paura a Perugia sabato pomeriggio, alla vigilia di Pasqua. Erano da poco passate le 15 quando, lungo la strada provinciale che da Ponte della Pietra va verso la Marscianese, ha preso fuoco un autobus di linea alimentato a metano.

Quindi nessun autobus elettrico o qualsiasi altro tipo di alimentazione definibile “green”, bensì un autobus di linea alimentato a metano. La denigrazione nei confronti della transizione ecologica passa anche da post come questi. Per persone razionali e non polarizzate, un video come questo è un’argomentazione a favore del passaggio ai veicoli elettrici, non il contrario.

Di automezzi elettrici e incendi abbiamo parlato proprio pochi giorni fa spiegando che, secondo le assicurazioni americane e svedesi, i mezzi elettrici sono in assoluto quelli che prendono fuoco di meno, e che ci mettono di più a far divampare le fiamme. L’unico problema a oggi riscontrato è la difficoltà nello spegnere questi incendi, specie perché la maggioranza dei Vigili del Fuoco non è stata preparata su come affrontarli, e anche in quanto le batterie mantengono un residuo d’energia che può far ripartire l’incendio anche dopo che sembra esser stato domato.

Il fatto che pur essendo stato sbufalato più di un anno fa da una redazione di giornalisti il video continui a circolare con descrizioni errate è la dimostrazione perfetta purtroppo della teoria montagna di merda.

Che cos’è la teoria della montagna di merda?

L’abbiamo chiesto a ChatGPT per vedere la sua risposta, ve la riportiamo tale e quale:


La teoria sostiene che, in un ambiente in cui la produzione di contenuti è democratizzata e praticamente chiunque può pubblicare informazioni online, la quantità di informazioni inutili o fuorvianti tende ad aumentare esponenzialmente. In altre parole, la “montagna di merda” rappresenta la massa crescente di informazioni di bassa qualità che sovrasta e oscura le informazioni accurate e ben ponderate.

La teoria è spesso citata nel contesto dei social media, dei blog e di altre piattaforme che permettono la facile pubblicazione di contenuti. L’idea è che, mentre queste piattaforme hanno il potenziale di diffondere conoscenza e informazioni utili, esse sono anche veicoli per la disinformazione, le bufale e i contenuti di scarsa qualità.

In pratica, la teoria suggerisce che sia sempre più difficile per le persone trovare informazioni accurate e affidabili in mezzo a una tale abbondanza di contenuti, rendendo così ancora più cruciale il ruolo del fact-checking e della verifica delle informazioni.


In realtà non crediamo che la teoria volesse rendere “più cruciale il ruolo del fact-checking” ma ci fa piacere che ChatGPT la pensi così. Qui quando ce l’ha spiegata Uriel Fanelli, ormai un sacco di anni fa.

Due dritte per novelli fact-checker

Per trovare la fonte della notizia e fare questa veloce sbufalata è bastato fare uno screenshot del video, cercarlo con Google Immagini a ritroso e trovare quanti ne avevano parlato in passato fino ad arrivare al video originale.

maicolengel at butac punto it