Pilotare l’aereo del vaccino anti Covid
Ci segnalate svariati siti di "controinformazione" che danno un'interpretazione palesemente sbagliata di alcune frasi di un'intervista sul vaccino anti Covid. Eppure sarebbe bastato leggere l'intervista per rendersi conto facilmente che l'intervistata sosteneva esattamente il contrario
Su alcuni siti di “informazione indipendente” sono apparsi articoli che riprendono una frase detta da una ex dipendente Pfizer da poco andata in pensione. La frase che viene ripresa è questo virgolettato:
Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo costruendo
Siamo sempre al solito punto: quello dove si estrapolano le frasi dai loro contesti, si aggiunge quel tocco di sensazionalismo, un pizzico di allarmismo, ed ecco confezionato l’ennesimo articolo che serve esclusivamente a spaventare il lettore.
Vediamo di capirci, la frase che avete letto è reale, viene detta da Kathrin Jansen in un’intervista rilasciata a Nature e pubblicata l’11 novembre. Il problema è che, secondo chi ha pubblicato gli articoli che stiamo trattando, quella frase fa riferimento al momento in cui i vaccini venivano distribuiti alla popolazione. Riporta ad esempio la testata di Matteo Gracis:
…sperimentazione e produzione hanno proceduto sullo stesso binario e senza soluzione di continuità, in continuo aggiornamento mentre milioni e miliardi di dosi di prodotto venivano vendute e inoculate.
La prima parte della frase è corretta, la seconda è sbagliata.
Jansen, difatti, quando parla dell’aereo pilotato mentre viene costruito fa specifico riferimento non alla fase di inoculazione dei vaccini, bensì a quella precedente di produzione e sperimentazione, spiegando più volte nel corso dell’intervista che le linee di produzione iniziale erano quattro in contemporanea. Infatti, non potendo sapere quali avrebbero dato risultato positivo e avendo la necessità di arrivare in fretta ad avere delle risposte, hanno impostato quattro linee in parallelo, eliminando poi quelle che non davano i risultati sperati.
Tutte cose che risultano evidenti poche righe dopo su Nature:
Ricordo quelle telefonate con i miei colleghi di produzione; Ho detto: “Abbiamo quattro diversi costrutti, preparali tutti e quattro”. Poi più tardi abbiamo ristretto il campo. Abbiamo buttato via molto che non funzionava, ma avevamo sempre altre cose già su larga scala da portare avanti.
Subito dopo Jansen spiega che la sua esperienza – e quella degli altri ricercatori – nel campo della produzione di vaccini era così ampia che sapevano in partenza cosa avrebbe potuto funzionare e cosa no, e che grazie ai finanziamenti che erano arrivati da tutto il mondo erano in grado di fare le cose in un modo mai sperimentato prima: procedendo appunto su più tentativi in contemporanea, e riuscendo in questo modo ad avere risultati che normalmente vengono portati a termine dopo anni. L’intervista su Nature è solo celebrativa, e racconta di un nuovo processo produttivo e del suo successo. Jansen, infatti, spiega come quel lavoro è stato realizzato, senza metterne in dubbio l’efficacia, che è – ormai da tempo – riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e dal successo del vaccino anti Covid nel mondo reale.
Gli unici rimasti a mettere in dubbio la bontà dei lavori, pur non avendo argomentazioni valide per farlo, sono i tanti siti di “controinformazione” e “giornalismo indipendente” che ci avete segnalato. Infatti, partendo da quel virgolettato, cercano di darvi a intendere che l’affermazione di Jansen sia la dimostrazione di un lavoro malfatto (di cui però starebbero parlando solo loro, nonostante sia stata pubblicata su una delle più prestigiose – e lette – riviste scientifiche del mondo). Basta leggere tutta l’intervista su Nature per rendersi conto che è esattamente il contrario, a dimostrazione di come questo tipo di “giornalismo” debba basarsi sulla malinformazione per continuare ad avere un pubblico. Se avessero delle argomentazioni valide porterebbero quelle, ma se sono costretti a sfruttare frasi decontestualizzate da articoli che dicono esattamente il contrario di quello che vorrebbero dimostrare, evidentemente, non ne hanno.
Lo ribadiamo nel caso che non fosse chiaro: la frase “mentre milioni e miliardi di dosi venivano vendute e inoculate” è sbagliata, senza alcun riscontro con la realtà, perché non è così che si sono svolti i fatti. E bastava leggere l’intervista su Nature per rendersene conto, la prima cosa che un giornalista, dopotutto, avrebbe dovuto fare. L’intervista di Nature, invece, è stata sì letta accuratamente, ma al solo scopo di isolare le frasi che potevano, estrapolate dal loro contesto e incorniciate da uno di segno opposto, confermare il pregiudizio senza la quale l’articolo non avrebbe avuto il senso di esistere. Secondo voi un comportamento del genere può essere messo in pratica in buona fede? È deontologicamente corretto? Mostra impegno nel lavoro e rispetto nei confronti del proprio pubblico? Se le risposte a queste domande sono solo “sì” è giusto che continuiate a seguire questi giornalisti: dopotutto, come diciamo spesso, ognuno ha i follower che si merita.
Credo che le parole che chiudono l’intervista di Jansen meritino di essere riportate anche in italiano, nella speranza che qualcuno abbia voglia prima o poi di tradurre questa lunghissima intervista nella nostra lingua, inquadrandola come si deve, invece che estrapolarne solo piccole parti a conferma di una bugia.
COVID has shown the power of vaccines. It’s important that we give the next generation of vaccinologists the enthusiasm about what an important field it is, to convey to them how far we have come already and how much more there is to do.
La COVID ha mostrato il potere dei vaccini. È importante trasmettere alla prossima generazione di vaccinologi l’entusiasmo su quanto sia importante questo campo (di lavoro ndmaicolengel), per mostrare loro quanta strada abbiamo già fatto e quanta ancora va fatta!
maicolengel at butac punto it
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