Il libro pietrificato

Il libro pietrificato che è diventato virale in questi giorni è davvero un reperto archeologico sconvolgente? Vediamolo insieme

Sta circolando in maniera molto virale una serie di immagini, collegate a un testo, che rientrano perfettamente in quela che viene definita pseudoarcheologia.

Il post che gira (in svariate lingue) è questo:

Insolito reperto venuto alla luce in Australia, da sedimenti che risalgono ad oltre 300 milioni di anni.

Se sarà “accertata” la sua autenticità, si dovrà “riscrivere” la Storia. Per ora é “sicuramente” un “OOPArt” Un oggetto impossibile, che appartiene ad un’altra epoca e non dovrebbe essere lì ad una profondità di 12 metri, il dr. Thomas Kaminski, insieme ai suoi colleghi, ha scoperto un “qualcosa” che assomiglia molto ad un “libro pietrificato” Impossibile leggere il contenuto, ormai completamente mineralizzato la rilegatura sembra metallica. La famosa professoressa di archeologia, Jane Balme, dell’Università dell’Australia Occidentale, dopo aver visto le foto dell’oggetto, si é recata a Cable Beach, per dare un’occhiata al presunto libro, ed ha confermato che “potrebbe” essere quello che “sembra”. Peccato che sia “impossibile” il libro dovrebbe avere piu’ di “300 milioni di anni”.

Institute of Alternative History and Archeology

Rileggete con attenzione il testo:

  • Se sarà “accertata”
  • “qualcosa” che assomiglia molto
  • Peccato che sia “impossibile”

L’ultima è la più importante: quello che il testo sostiene è appunto impossibile, e chi l’ha scritto lo sa bene. Siete di fronte a un classico caso di trollata, nessun esperto ha analizzato alcunché perché un libro di 300 milioni di anni fa sepolto 12 metri sotto terra non esiste. Qualcuno ha trovato una pietra con una forma curiosa, l’ha fotografata e ci ha ricamato sopra.

La ragione principale per cui siamo di fronte a una sciocchezza è che 300 milioni di anni fa, durante il Paleozoico, gli organismi terrestri erano prevalentemente piante, insetti e anfibi, e gli esseri umani non erano ancora apparsi sulla Terra. La storia registrata e l’emergere delle civiltà umane come la capacità di creare libri sono molto più recenti, risalenti solo a qualche migliaio di anni fa.

Non esiste alcun Thomas Kaminski esperto di geologia in Australia, esiste una Jane Balme esperta della materia ma non ha mai scritto una virgola su questa “scoperta epocale”. Perché appunto la scoperta non esiste, sono solo “simpatici” post per attirare click e like.

Giusto per completezza: un OOPArt, acronimo di Out Of Place Artifact (Artefatto Fuori Posto), si riferisce a un oggetto storico o archeologico scoperto in un contesto che sembra impossibile o anacronistico data la sua presunta età o tecnologia. Questi oggetti spesso suscitano discussioni e speculazioni riguardo alla possibilità di tecnologie avanzate in epoche preistoriche o di contatti tra civiltà separate da grandi distanze o periodi di tempo. Gli OOPArt sono spesso citati in teorie alternative o pseudoscientifiche, e la maggior parte degli archeologi e degli storici tende a spiegare questi oggetti attraverso interpretazioni più convenzionali o errori di datazione.

La pagina che diffonde questo genere di post si chiama Institute of Alternative History and Archeology, chi la gestisce si trova in Uzbekistan e quando la pagina è nata aveva anche un sito con dominio russo. Sito che al momento risulta chiuso con dominio in vendita, ma su Wayback machine è possibile trovare svariati salvataggi di “scoperte” del genere.

redazione at butac punto it con l’assistenza di ChatGPT

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