Ancora negazionismo climatico, made in Italy

Uno studio sui disastri naturali che non tiene in conto gli studi già esistenti (e nemmeno di una gran parte delle calamità naturali...)

Una delle notizie che abbiamo visto emergere di recente ha catturato il nostro interesse. Non è rilevante elencare le testate o le personalità italiane che ne hanno parlato, anzi vorremmo evitare di dare loro visibilità. L’essenza della notizia può essere sintetizzata così: uno studio apparso sulla rivista scientifica Environmental Hazards sostiene che le calamità naturali e le relative vittime siano in diminuzione da due decenni e che il riscaldamento globale non sia correlato a tali eventi.

Molti di coloro che riportavano la notizia non fornivano un link diretto allo studio in questione, pertanto abbiamo dovuto cercarlo autonomamente. A quanto abbiamo trovato, lo studio è stato pubblicato il 7 agosto 2023. Inviato per la peer review a novembre 2022, è stato successivamente accettato da Environmental Hazards a luglio 2023. L’abstract può essere consultato qui.

Titolo dello studio:

Is the number of global natural disasters increasing?

Gli autori dello studio sono due italiani: Gianluca Alimonti e Luigi Mariani. Non avevamo familiarità né con loro né con la rivista in cui è stato pubblicato lo studio. Per accedere all’intero testo e ai dati su cui si basa sarebbe necessario sborsare 50 dollari, una spesa che non riteniamo giustificata. Tuttavia, abbiamo consultato altre fonti che trattano lo stesso argomento. Dall’abstract risulta che vengono menzionati disastri geofisici come vulcani, terremoti e frane, che presumibilmente non subiscono significative influenze dal clima. Ma esistono altri tipi di disastri, come inondazioni, uragani, incendi e ondate di calore, strettamente correlati ai cambiamenti climatici. Un’analisi di questa portata dovrebbe considerare questi eventi naturali.

Abbiamo pertanto cercato fonti affidabili sull’argomento e abbiamo trovato, per gli Stati Uniti, il sito del National Centers for Environmental Information (NCEI). Dai dati del NCEI, dal 1980 al 2023, ci sono stati 363 disastri climatici, con una media di 8,3 eventi all’anno. Tuttavia, 60 di questi 363 eventi si sono verificati negli ultimi tre anni, con una media annuale di 20. Se confrontiamo i decenni, vediamo che la media è aumentata progressivamente, sottolineando un aumento degli eventi climatici gravi. Ciò che è incoraggiante, però, è la diminuzione delle vittime, grazie a migliori interventi in situazioni di emergenza.

Anche se prendessimo per buoni i risultati dello studio italiano, è importante notare che nell’abstract non si distingue tra frequenza e gravità degli eventi. Ossia, anche se la quantità totale degli eventi rimanesse invariata, la loro gravità e impatto potrebbero crescere, come potrebbe accadere con uragani sempre più intensi a causa del cambiamento climatico.

Va inoltre sottolineato che esistono migliaia di studi peer-reviewed che indagano l’impatto del cambiamento climatico. La gran parte di questi concludono che il fenomeno è reale, che è causato prevalentemente dall’uomo, e che ha notevoli ripercussioni. Anche di fronte a singoli studi che suggeriscono tendenze diverse, è essenziale valutare l’intera panoramica della ricerca scientifica: il consenso generale tra gli esperti, infatti, è che stiamo vivendo un’emergenza climatica. Sarebbe ideale consultare l’intero studio per avere una visione chiara delle metodologie e delle conclusioni, ma riteniamo che questo compito spetti ai giornalisti di testate autorevoli, magari consultando il parere della comunità scientifica italiana, e non limitandosi appunto ai soli negazionisti dei cambiamenti climatici (che, ricordiamo, sono una nicchia).

In chiusura, abbiamo voluto approfondire gli autori dello studio, che non sono noti come esperti di clima. Gianluca Alimonti è un fisico e professore a contratto presso l’Università di Milano, con un focus sull’energia. Luigi Mariani, laureato in Scienze Agrarie, è anch’esso professore a contratto presso la stessa università. Sebbene abbia un background in agrometeorologia, la sua formazione principale non è centrata specificamente sui cambiamenti climatici.

I due ricercatori, insieme a Franco Prodi e Renato Angelo Ricci, sono autori di un altro studio relativo al cambiamento climatico, pubblicato su The European Physical Journal a gennaio 2022. Questo studio, tuttavia, riporta attualmente una nota dell’editor datata 30 settembre 2022:

Editor’s Note: Readers are alerted that the conclusions reported in this manuscript are currently under dispute. The journal is investigating the issue.

A settembre 2022, phys.org ha discusso questo altro studio nei seguenti termini:

Uno studio fondamentalmente imperfetto che afferma che mancano prove scientifiche di una crisi climatica dovrebbe essere ritirato dalla rivista peer-reviewed in cui è stato pubblicato, hanno detto all’AFP i migliori scienziati del clima.

…Quattro eminenti scienziati del clima contattati dall’AFP hanno tutti affermato che lo studio, di cui non erano a conoscenza, manipola grossolanamente i dati, selezionando alcuni fatti e ignorandone altri che contraddirebbero le loro affermazioni screditate…

…”Stanno scrivendo questo articolo in malafede“, ha detto Friederike Otto, climatologa senior presso il Grantham Institute for Climate Change and the Environment…

…L’autore principale Gianluca Alimonti è un fisico presso un istituto di fisica nucleare. I tre coautori sono Luigi Mariani, meteorologo agrario, e i fisici Franco Prodi e Renato Angelo Ricci. Lo studio è stato scritto “da persone che non lavorano in climatologia e ovviamente non hanno familiarità con l’argomento e i dati rilevanti”, ha affermato Stefan Rahmstorf, responsabile dei sistemi terrestri presso l’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico.

“Non è pubblicato in una rivista sul clima: questa è una strada comune intrapresa dagli “scettici del clima” per evitare la revisione tra pari da parte di veri esperti del settore”.

Riteniamo di aver fornito materiali sufficienti per chi volesse approfondire ulteriormente la questione. Chiunque citi questo studio senza considerare tutte le informazioni riportate qua sopra mostra evidentemente dei pregiudizi.

redazione at butac punto it

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Immagine di testa di Li-An Lim su Unsplash