La Pfizer teme la diffusione dei dati sul vaccino?
Ma quanto vi fate perculare?
Su svariati siti è apparsa una notizia che parla di Pfizer e dei suoi timori sulla diffusione dei dati sul vaccino anti-COVID, titoli come questo de L’Indipendente ce li state segnalando in tantissimi:
La Pfizer teme la diffusione dei dati sul vaccino, ora lo ha scritto chiaramente
L’Indipendente mette la notizia sotto l’etichetta Scienza e Salute, quando in realtà se fossero giornalisti seri la metterebbero nella sezione economia, perché quello di cui si sta parlando è questo: il rapporto della Pfizer ai propri soci, in cui viene pubblicato il bilancio economico dell’ultimo trimestre del 2021, vengono fatti i conti per tutto l’anno passato e si fanno alcune previsioni per il 2022, come è normale che faccia una multinazionale con grossi giri d’affari nei rapporti indirizzati ai propri soci. Non si tratta di un testo di medicina, ma di un rapporto finanziario. E tutto ciò che si trova al suo interno è assolutamente normale.
Si tratta di un lungo elenco di tutte le possibili variabili che possono aumentare oi ridurre il valore dell’azienda. Vi sono proprio tutte, dalla riduzione dell’impatto e gravità della pandemia a possibili effetti avversi che potrebbero saltare fuori con l’uso sempre più massiccio del vaccino e di altri prodotti per contrastare il contagio da SARS-COV-2. Ma non è un’ammissione di colpe, o di essere a conoscenza di cose che gli altri non sanno, come invece sembra dare a intendere L’indipendente con frasi come questa:
È tutto scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021. Nel capitolo intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività” si leggono parole gravi, che lasciano tanto più colpiti in quanto scritte pubblicamente senza, evidentemente, che vi sia alcun timore che queste generino legittime rimostranze da parte dei Governi, come sarebbe lecito aspettarsi. “Vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi” si legge a pagina 39 del rapporto. Mentre a poche righe di distanza si accenna ai rischi economici derivanti dalla “possibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.
Purtroppo siamo di fronte ad autori che sanno perfettamente di avere un pubblico di lettori a cui manca sufficiente cultura economica per capire che è normale che un bilancio presenti frasi come quelle evidenziate. Facciamo un esempio. Se guardassimo un documento simile di una casa automobilistica che ha vinto il Gran Premio del 2021 troveremmo esposti i rischi in termini economici della perdita d’immagine se l’anno dopo perdessero lo stesso premio, ma non è equivalente a dire che sanno che perderanno, bensì semplicemente prevedere cosa possa avvenire al valore dell’azienda se la previsione si avverasse. Probabilmente tra le varie eventualità troveremmo anche le previsioni di cosa accadrebbe in termini economici se venisse trovato un difetto strutturale alle automobili che mette a rischio chi le guida e i loro passeggeri. Anche questo – ovviamente – non significa che la casa automobilistica sia a conoscenza di un difetto strutturale potenzialmente letale nelle automobili che produce, ma semplicemente che il bilancio di una società per azioni deve prendere in considerazione tutte le variabili e cercare di prevedere il più possibile anche gli imprevisti. Nel caso di un’azienda che si occupa di una materia così complessa e delicata come la medicina le variabili sono appunto ancor di più. Perché potrebbe bastare un singolo caso di reazione avversa grave, magari in un paziente con patologie pregresse non diagnosticate e quindi non note, per far calare di alcuni punti il valore azionario dell’azienda, se quel singolo caso viene cavalcato dagli oppositori a “big pharma” in maniera particolarmente efficace.
Il quotidiano fondato da Gracis calca la mano sul fatto che in apertura di bilancio gli estensori del rapporto presentino la crescita che si è avuta dal 2019 al 2020, ma ripeto, è un bilancio, è normalissimo che sia così. Certo che quei numeri fanno impressione, ma onestamente a me fanno più impressione i morti da COVID; e se Pfizer è una delle ragioni per cui l’attuale pandemia non ne ha causati di più ben venga l’investimento.
Sia chiaro, anche L’Indipendente spiega che si tratta di un rapporto finanziario, ma dopo averlo spiegato riporta:
Quello che però colpisce, è l’assenza di reazioni pubbliche da parte degli enti europei e internazionali deputati alla salute pubblica (innanzitutto Ema e Oms) all’evidente timore rispetto a quanto si potrebbe scoprire nel prossimo futuro sulla qualità dei dati preclinici e clinici prodotti, sull’efficacia stessa del vaccino e sulle reazioni avverse. Siamo di fronte a una azienda che, in buona sostanza, palesa la possibilità che venga fuori che il farmaco da lei prodotto, e che già è stato somministrato a centinaia di milioni di persone, sia stato testato con procedure imperfette, sia meno efficacie (sic) di quanto comunicato e sia al tempo stesso più pericoloso.
Ma come? Abbiamo appena spiegato che non è questo che dice il rapporto, dove vengono incluse tutte le possibili variabili, come è normale che sia. Non si tratta di ammissioni di aver fatto le cose male, o di aver nascosto dei dati, ma solo di possibili variabili, per quanto improbabili, che vanno previste in un rapporto destinato agli investitori.
Per capirci, articoli come quello de L’indipendente, se riportati su tutta la stampa mondiale, possono causare un danno in termini economici all’azienda senza che questa abbia fatto nulla. Il danno d’immagine di articoli simili può portare a un livello di scetticismo tale per cui meno gente vorrà usare il loro vaccino, e di rimando a un calo nel valore delle quote azionarie dell’azienda. E questo va previsto in un rapporto finanziario ben fatto. A me pare tutto così semplice, sarò io fatto male.
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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