Piante contro i campi elettromagnetici?

Fuffa omeodinamica!

Abbiamo ricevuto una mail con una segnalazione che ha destato il mio interesse. Ci scrive un lettore:

Buongiorno,

oggi ho accompagnato mia moglie in un negozio di una nota catena “bio”. All’interno ho letto che vendevano piantine di “Dracaena compacta” che, oltre a combattere l’inquinamento interno (e ci può  stare), ridurrebbero i campi magnetici nell’arco di due metri. Siccome non ho competenze in materia, ma mi pare un po’ una bufala, chiedo se sapete qualcosa al riguardo o se vi può interessare come segnalazione.

La fuffa si nasconde anche nelle piantine, di cui però eviteremo nomi e riferimenti aziendali visto che è probabile si risentano per quanto sto per andare a raccontare. È vero, esiste un’azienda che vende piante di Dracaena compacta sostenendo che proteggano dai campi magnetici nell’arco di due metri, e sul sito dove spiegano il percome e perché riportano anche lo “studio scientifico” che avrebbero fatto per dimostrare l’efficacia della piantina.

La prima cosa che vorrei evidenziare è che non esiste letteratura scientifica a sostegno di quanto viene affermato, nulla di nulla. La pianta esiste, è una varietà tra le tantissime della Dracaena, famiglia degli Asparagacee, da una sua cugina – la Dracaena Draco – si estrae una resina chiamata sangue di drago, usata in certi riti e in alcune pratiche pseudoscientifiche oltre che come colorante naturale. Ma delle sue supposte proprietà a contrasto dei campi elettromagnetici non c’è traccia né su siti generici né su siti scientifici, se non in quelli che appunto sono rivenditori di questo ultimo ritrovato per separare gli esseri umani dal loro eccesso di denaro.

Secondo gli studi la pianta da sola fa poco, perché funzioni servono anche dei granuli di argilla, a questo punto tanto vale vendere direttamente i granuli, no? Ma vabbè, mi sono letto tutte le dodici pagine che compongono la “letteratura scientifica” che viene presentata come prova della bontà del prodotto.

Ci viene spiegato che:

La comunità scientifica ha cominciato negli ultimi decenni a studiare i possibili effetti nocivi dei campi elettromagnetici (CEM). Anche l’Istituto di Ricerca EUREKA si è occupato della problematica dei CEM per cercare di trovare soluzioni concrete ed efficaci volte a proteggere il vivente dall’azione dei CEM.

Corretto, è vero che sono anni che si studiano i CEM, ma è anche vero che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un lungo documento che riassume trent’anni di ricerca scientifica in merito, basandosi su oltre 25000 articoli scientifici. La conclusione dell’OMS la trovate in questo documento, ma ve ne riporto un piccolo estratto:

Sulla base di una recente ed approfondita rassegna della letteratura scientifica, l’OMS ha concluso che le evidenze attuali non provano che l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici abbia alcuna conseguenza sulla salute.

La pianta che viene venduta (non a cifre particolarmente alte, si parla di venti euro a vasetto) ovviamente è fatta per uso casalingo indoor, ogni campo magnetico che possiamo generare a casa rientra in quelli a basso livello già studiati e già dichiarati non nocivi per la nostra salute. Comperare un prodotto che ci dovrebbe proteggere da qualcosa che non è nocivo è cacciare i soldi dalla finestra.

Oltretutto sul sito che pubblicizza la pianta evitano di dirlo, ma la Dracaena può essere anche un pochino tossica per gli animali:

If you have dogs or cats at home, it’s advisable to avoid planting any Dracaena, which can be toxic if ingested, especially by smaller animals. The saponins in the plant’s leaves and bark can induce vomiting or vomiting blood, anorexia, excessive salivation and depression. Cats may also have dilated pupils. If your pet has ingested Dracaena, immediately contact your veterinarian or the American Society for the Prevention of Cruelty to Animals Animal Poison Control Center.

E uno potrebbe dire la chiudiamo qui, ma per capire quale sia il livello di fuffa pseudoscientifica che viene passata bisogna che pazientate ancora un attimo.

Sì perché vedete, nello studio ci spiegano le fasi della sperimentazione e alcune delle cose che raccontano mi hanno provocato svariati brividi di gelo giù per la schiena. Purtroppo non posso linkarvelo, sono onestamente stufo di pagare avvocati per difendermi ogni volta che tocco una delle tante lobby pseudoscientifiche italiane. Ma anche senza sfruttare nomi e marchi vi posso raccontare che nelle fasi di test usano un altro prodotto della stessa azienda, una vernice omeopatica che serve per verniciare i fili elettrici, i quali per non nuocere a loro volta, oltre che verniciati, devono essere sagomati a forma lemniscata (forma che è portatrice del messaggio relativo al fluire dei processi vitali, non ve lo dico io, sono testuali parole usate per descriverlo). Per i test poi si sono avvalsi di soggetti che sostengono di soffrire di elettrosensibilità per verificare se l’uso della piantina e dei fili avessero qualche effetto sui loro disturbi. Chi legge BUTAC da anni sa già come la pensa la comunità scientifica su queste patologie.

Scrivevamo infatti nel 2020:

L’elettro sensibilità (ES) non è riconosciuta come una vera e propria malattia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla comunità scientifica. La principale obiezione è la mancanza di evidenze scientifiche che forniscano parametri in grado di dimostrare il rapporto di causa-effetto tra sintomi ed esposizione. Nel 2005 uno studio sistematico ha dimostrato come non esista alcuna prova che i malesseri percepiti da chi si definisce elettrosensibile siano causati dai campi magnetici.

E aspettate, perché non è finita qui, le piantine che potete comprare per difendervi dai campi elettromagnetici sono state coltivate con il metodo biologico-omeodinamico, talmente innovativo che non sono stato capace di trovare altri Paesi dove venga utilizzato. Inizialmente ho pensato fosse un errore, che si trattasse di haemodinamica, che è perlomeno qualcosa di scientifico, ma haemodinamica in italiano diventa emodinamica, senza il prefisso omeo-.

Non sono stato capace di trovare siti che spieghino come funzioni, ma lo ammetto, ne ho avuto poca voglia già era tanta la fuffa vista in quest’oretta dedicata alla piantina.

Non credo di dover aggiungere altro se non che va fatto un Chiedi le prove con l’azienda in questione.

maicolengel at butac punto it

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