La pizza di Pompei

Un affresco scoperto recentemente nel sito archeologico mostra l'antenata della pizza? Siamo andati a verificare con l'aiuto di qualche fonte autorevole

Mia moglie ieri mi ha raccontato di aver letto la notizia di un affresco trovato a Pompei che qualcuno sostiene raffiguri una pizza. Avendo visitato Pompei recentemente con lei, e discusso qui su BUTAC delle origini di certi cibi solo pochi mesi fa, sapeva che la notizia mi avrebbe incuriosito.

La mia prima considerazione è stata che ai tempi dell’antica Roma non conoscevamo il pomodoro. Di conseguenza, l’idea che l’affresco rappresentasse una pizza con caratteristiche simili a quelle attuali mi sembrava improbabile. Tuttavia, non sono né uno storico né un archeologo, e l’esperta di romani e latini in casa è mia moglie, non io.

Il parere dell’archeologa

Fortunatamente, qualcuno con le giuste competenze ha esaminato la scoperta. Si tratta di Marina Lo Blundo, archeologa e blogger, che ha discusso il ritrovamento sul suo sito, Generazione di Archeologi, una fonte che consideriamo autorevole.

Nel suo articolo, l’archeologa Lo Blundo riporta i fatti e sottolinea come il Parco archeologico di Pompei abbia sì suggerito che l’oggetto raffigurato nell’affresco “sembra una pizza”. Hanno però poi precisato che non poteva essere una pizza in senso stretto, poiché mancavano alcuni ingredienti essenziali, come il pomodoro e la mozzarella.

Nonostante ciò, questa interpretazione è stata successivamente ripresa e amplificata dai media, con titoli che si riferivano all’affresco come raffigurante “l’antenata della pizza”, come potete vedere nell’immagine di apertura tratta da Il Messaggero.

Lo Blundo critica, giustamente, questa forma di comunicazione, sostenendo che può essere ingannevole e portare a disinformazione. Nonostante l’uso del termine “pizza” possa aver attirato l’attenzione e generato interesse nel pubblico (=click), l’autrice sostiene che questa strategia sia problematica, poiché distorce la realtà della scoperta archeologica e può indurre le persone a credere erroneamente che la pizza fosse un piatto comune nell’antica Pompei.

Lo Blundo infatti, tra le altre cose, invita a una comunicazione più accurata e responsabile quando si riportano nuove scoperte archeologiche, sottolineando l’importanza di evitare il sensazionalismo e di concentrarsi invece sull’accuratezza e l’integrità delle informazioni.

Concludendo

Le critiche di Lo Blundo rispetto a questo stile di comunicazione trovano un terreno fertile su BUTAC, dato che rileviamo gli stessi errori giornalistici in vari ambiti, dalla scienza alla cronaca. Il sensazionalismo a scopo di clickbait ha invaso le redazioni, facendo un disservizio ai cittadini, che oggi più che mai devono imparare a leggere gli articoli fino in fondo, senza fermarsi ai titoli e alle frasi in grassetto.

maicolengel at butac punto it

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