Le proteste in Francia
Due nomi che approfittano delle proteste in Francia per diffondere informazioni false
Ce la caviamo in fretta oggi, trattando oltretutto due diverse segnalazioni che riguardano la stessa identica cosa: le proteste per la riforma delle pensioni in Francia.
Partiamo dalla prima delle due segnalazioni, molto semplice. Chi ci scriveva linkava un post di una nostra vecchia conoscenza, Francesca Donato, alias Lady Onorato, eurodeputata, attualmente tra le fila della Democrazia Cristiana di Salvatore Cuffaro.
Sulla sua bacheca Twitter Donato ha pubblicato questo post (ora, con colpevole ritardo, rimosso):
A seguire una foto con un viale di Parigi pieno di gente, con quelli che sembrano fuochi accesi in alcuni punti. Peccato che la foto risalisse al 2018 e mostrasse i festeggiamenti per la vittoria della Francia ai campionati mondiali di calcio di quell’anno. Erano in tanti a segnalare l’errore a Donato, che però ha continuato a fregarsene per ore, rimuovendo il post solo dopo che alcuni profili più noti l’avevano bonariamente presa in giro per l’errore.
E passiamo all’altro post che circola in rete, questo:
Un video in cui la vignettista Pubble spiega perché nessuno parla delle proteste in Francia, video in cui sostiene pochi diano risalto alla questione. Ma è un tipico contenuto fatto per utenti a cui è stato detto di non seguire il “mainstream” e che hanno obbedito: nemmeno ci pensano a fare una ricerca semplice come questa per verificare l’informazione che gli viene imboccata. Persone che non si rendono conto che quest’idea che in Italia le proteste dall’estero siano censurate, manco fossimo in Corea del Nord, non ha alcun riscontro nella realtà.
Nelle stesse ore in cui Pubble pubblicava il video bastava fare una velocissima ricerca in rete per verificare quanto il tema delle proteste per le pensioni in Francia venisse trattato da tutte le testate nazionali, alcune corredate da video. Sostenere che nessuno ne parlasse serve a fomentare la rabbia di chi segue soggetti come lei. Ma è una bugia.
Soggetti come Pubble contano sul fatto che chi li segue difficilmente è interessato a verificare quanto legge, si fida senza porsi un dubbio.
Anche questa è una tecnica di disinformazione.
maicolengel at butac punto it
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