500 tonnellate di bistecche da cellule staminali…

Da un articolo realmente esistente informazioni completamente inventate

Da inizio gennaio su alcuni social network, soprattutto su Facebook, sta circolando un post su un’azienda che si dice olandese e che produrrebbe 500 tonnellate di bistecche al mese per molti ristoranti tedeschi, non lesinando particolari sulla proliferazione in vitro delle cellule staminali animali necessarie alla produzione di questa carne. Ma è davverò così? Vediamolo insieme.

Questo è il post incriminato:

Una fabbrica in Olanda stampa in 3D 500 tonnellate di #bistecche al mese. L’azienda #Redefine_Meat fornirà ai ristoranti tedeschi filetti stampati. Circa 110 ristoranti tedeschi acquistano già “carne” da Redefine Meat. Per iniziare il processo di stampa della carne in 3D, gli scienziati effettuano la biopsia di un campione batch di cellule staminali animali a seconda del tipo di carne desiderato: manzo, maiale, pollame o persino pesce. Queste cellule vengono quindi sottoposte a un processo di proliferazione in vitro, immergendosi in un nutriente , siero denso di nutrienti all’interno di un bioreattore a clima controllato. Nel corso di diverse settimane, queste cellule si moltiplicano, interagiscono e si differenziano nelle cellule adipose e muscolari che compongono il bioinchiostro. Quindi, un braccio robotico utilizza un ugello per distribuire questo filamento di carne coltivata pastoso in strati sottili uno sopra l’altro. Il braccio segue le istruzioni di un file digitale caricato utilizzando un software di progettazione assistita da computer o CAD per replicare la forma e la struttura corrette della carne prevista. Il materiale di carne stampato in 3D deve essere viscoso ma sufficientemente solido da riprodurre un modello strutturale completo di accurata vascolarizzazione dei tessuti, a seconda del tipo e del taglio di carne.

L’articolo, del 9 agosto 2023, sarebbe a firma di Brooke Becher per l’International Press Agency (anche se alcuni post hanno cancellato questa presunta origine).

Quella che vedete in testa all’articolo è l’immagine che accompagna il post.

Per smontare il contenuto di questo post basta una veloce ricerca su Google e sul sito dell’azienda: dal motore di ricerca scopriamo che la Redefine Meat, l’azienda di cui si sta parlando, è israeliana, mentre dal suo sito scopriamo che i prodotti della ditta, che punta a costruire alternative alla carne vendibili sul mercato sia casalingo che per la Grande Distribuzione Organizzata, sono a base vegetale, come lo stesso disclaimer del sito dell’azienda specifica:

Redefine Meat Ltd. products are plant-based, made with non-GMO ingredients and do not contain any animal-based ingredients or by-products (I prodotti Redefine Meat Ltd. sono a base vegetale, realizzati con ingredienti non OGM e non contengono ingredienti o sottoprodotti di origine animale).

Quindi tutta la parte relativa al batch di cellule staminali animali, se ci riferiamo alla Redefine Meat, è completamente errata.

Se cerchiamo invece il nome della giornalista Brooke Becher legato alla carne coltivata, spunta un articolo a sua firma per il sito Builtin, in cui la stessa Becher parla della carne coltivata e “stampata” in 3D e troviamo le precise parole che sono utilizzate nell’articolo che ha fatto il giro dei social, ma non legate alla Redefine Meat. L’azienda, infatti, è citata nell’articolo, ma viene specificato che produce prodotti a partire da proteine vegetali. Nell’articolo invece non c’è nessun rifeirmento alle 500 tonnellate di bistecche al mese da fornire ai ristoranti tedeschi.

Sleep tight.

SP

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