Gli accorgimenti per allungare la vita
Oggi ci è stato segnalato un articolo del Corriere della Sera risalente a marzo 2024, articolo firmato da Giulia Arnaldi dal titolo:
Lo scienziato di Harvard: «Le 5 regole alimentari che mi hanno ringiovanito di 30 anni»
L’articolo comincia così:
David Sinclair, biologo e professore di genetica alla facoltà di medicina dell’Università di Harvard, sostiene che basterebbero pochi accorgimenti alimentari per allungare la vita anche di trent’anni.
L’articolo riporta pedissequamente quanto sostenuto da David Sinclair, e fin qua nulla da obiettare, quello che manca completamente è un inquadramento del soggetto, e a nostro avviso, non essendo Sinclair un luminare globalmente riconosciuto, questo è grave, perché può contribuire alla disinformazione.
Sì, perché Sinclair, pur essendo veramente un biologo che lavora ad Harvard non è nuovo a critiche da parte dei suoi colleghi scienziati. Ma di queste critiche l’articolo del Corriere non ne riporta nemmeno una. Eppure sono anni che Sinclair colleziona critiche e recensioni negative da parte della comunità scientifica. Che lui se ne infischi va bene, ma che un quotidiano nazionale importante come il Corriere riporti i suoi suggerimenti senza aggiungere che molti colleghi hanno preso le distanze dalle sue affermazioni riteniamo sia l’ennesima dimostrazione di come il giornalismo nel nostro Paese abbia perso di vista l’obiettivo, ovvero informare i lettori.
Una delle più recenti critiche riguarda proprio la mancanza di evidenze concrete che supportino le sue affermazioni sui benefici a lungo termine delle sue “regole alimentari”. Gli esperti sottolineano che, sebbene alcune delle sue ricerche abbiano mostrato risultati promettenti in modelli animali, queste non possono essere direttamente applicate agli esseri umani senza ulteriori studi clinici rigorosi. Inoltre, i detrattori puntano il dito contro l’attenzione mediatica e commerciale che Sinclair ha saputo catalizzare – soprattutto per il timore che ciò possa offuscare la visione dell’opinione pubblica (e la comunità scientifica stessa) su quello che è il consenso scientifico, e alimentare un mercato di integratori e prodotti anti-invecchiamento di dubbia efficacia. Diversi scienziati hanno criticato anche il modo in cui Sinclair presenta al pubblico il proprio lavoro, spesso in modo semplificato e senza il necessario contesto. Questo rischia ovviamente di portare a una percezione distorta delle sue ricerche, inducendo il pubblico a credere che esista una “cura miracolosa” per l’invecchiamento, quando in realtà la scienza è ancora lontana da qualcosa del genere.
Sinclair però evita attentamente di nominare questo piccolo dettaglio, e insiste da anni nel sostenere di volta in volta di aver trovato la cura per l’invecchiamento. Perché lo evita, è facile a dirsi: è il fondatore di almeno dodici diverse start-up legate al tema e ha tutto l’interesse – economico, in questo caso – che la gente viva credendo che tutto sia possibile.
Il giornalismo, quello fatto bene, queste cose dovrebbe spiegarle ai propri lettori.
maicolengel at butac punto it
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