Vaccini a mRNA, giornalismo e allarmismo

Nuovo allarme dei cardiologi Usa?

Ci avete segnalato un articolo apparso su un blog che ultimamente ci segnalate sempre più spesso. A firma Becchi e Zibordi, l’11 dicembre sul blog di Nicola Porro è apparso questo titolo:

Vaccini a mRna, nuovo allarme dei cardiologi Usa

L’articolo comincia così:

Negli Stati Uniti i vaccinati con due dosi sono fermi al 60%, il 40% quindi della popolazione se ci fosse il Green Pass come da noi non potrebbe salire sulla metropolitana, treno, autobus, entrare in locali pubblici e neanche lavorare senza fare tamponi ogni due giorni. Ma appunto, dato che si tratterebbe di escludere il 40% degli americani, il governo Biden non impone nessun Green Pass all’italiana (o all’ austriaca).

Una generalizzazione sul dato americano degna di giornalisti inesperti e poco interessati ai fatti. Questo è il dato degli Stati Uniti, riportato il 10 dicembre dal New York Times:

Dato che mostra chiaramente come il numero a cui fanno riferimento Becchi e Zibordi è il 60% poiché tiene conto anche dei vaccini somministrati alla popolazione dai 5 ai 12 anni. Conteggio che da noi finora non si è fatto e che quindi rende improbabile il paragone con l’Italia che vediamo a inizio articolo. Se si prende la popolazione sopra i 12 anni siamo al 70% dei vaccinati, se si prende quella sopra ai 18 siamo al 72%, e con quella sopra ai 65 siamo all’87%.

Becchi e Zibordi nel loro articolo danno a intendere che le vaccinazioni negli States si siano pressoché fermate:

Questo fatto che gli americani hanno in pratica smesso di vaccinarsi da alcuni mesi è accuratamente celato ai telespettatori o ai lettori di giornali italiani.

La mania di sostenere che nel 2021 ci possano essere delle informazioni che vengono “celate” ai lettori è tipica di chi ha una certa età. Ma comunque basta vedere il grafico del New York Times per rendersi conto che siamo di fronte a un dato inesatto:

La vedete la parte a destra del grafico? Con quei picchi che salgono? Ecco, quelli sono i vaccinati dell’ultimo periodo: da ottobre abbiamo un picco per la dose booster e da fine novembre aumentano anche quelli che fino a quel momento non si erano vaccinati per niente e quelli che hanno completato il ciclo vaccinale. Sia chiaro, è vero che tra quest’estate e ottobre le curve si sono tutte abbassate, ma è normale: chi voleva vaccinarsi da subito l’ha fatto subito, chi non l’ha fatto subito rientrava tra quelli che sono spaventati o dubbiosi sui vaccini, e quindi immobili.

Come mai sono aumentate le nuove vaccinazioni da novembre in poi? Beh, uno dei principali motivi sono probabilmente le dichiarazioni del presidente Biden sull’obbligo vaccinale. Biden da parla di introdurre una legge nazionale per obbligare anche chi lavora nel privato a essere vaccinato, legge che per ora è stata bloccata dal Senato americano. Ma  giusto per dovere di cronaca, la proposta:

…richiedeva alle aziende con 100 o più dipendenti di assicurarsi che il proprio personale fosse vaccinato entro il 4 gennaio o di inviare un test Covid negativo settimanalmente per entrare nel posto di lavoro. I lavoratori non vaccinati avrebbero dovuto iniziare a indossare le mascherine al chiuso dal 5 dicembre.

Becchi e Zibordi nel loro articolo fanno riferimento ai blocchi su obblighi di questo genere fatti da tribunali federali e di Stato, ma il fatto che qualcuno si opponga significa che qualcuno al governo, anche dei singoli Stati, la proposta l’ha fatta, segno che qualcuno ne sente la necessità. Che gli Stati Uniti siano più refrattari alle imposizioni è noto da tempo, non a caso là, pur essendo arrivata la pandemia più tardi che da noi, hanno un numero di morti ogni 100mila abitanti più alto che in Italia.

Ancora dall’articolo di Becchi e Zibordi:

Questo diffuso sentimento americano che i nostri giornali chiamerebbero “antivax”, ma non osano farlo perché si tratta dell’America, è dovuto in larga parte al fatto che i medici e ricercatori americani parlano ora di continuo di danni causati dai vaccini a mRNA. E sarebbe difficile non farlo perché in Usa esiste il sistema di segnalazioni degli “eventi avversi ai vaccini” (VAERS) che è arrivato a 1,9 milioni di segnalazioni, tra cui 19 mila decessi e oltre 24mila casi di disabilità permanente. Tra questi ci sono già anche 4 casi di bimbi deceduti entro pochi giorni dalla vaccinazione.

Il perché i dati del VAERS siano da prendere con le molle ve l’abbiamo raccontato più volte, ma è evidente che Becchi e Zibordi non leggono noi e nemmeno i tanti altri fact-checker o divulgatori scientifici di tutto il mondo che ne hanno parlato più e più volte). Come abbiamo spiegato in diverse occasioni chiunque può compilare un documento del VAERS, anche noi dall’Italia possiamo farlo, e proprio per questo solo le segnalazioni che possono essere verificate hanno un valore, mentre il VAERS le riporta tutte indiscriminatamente. La cosa è nota e segnalata sul sito del VAERS stesso, chi continua a usare quei dati senza fare questa specifica è interessato solo alla narrazione contraria ai vaccini.

Sempre Becchi e Zibordi ci raccontano che:

La settimana scorsa alla conferenza annuale a Boston dell’American Heart Association è stato presentato questo studio coordinato da un noto cardiologo, il dott. Steven Gundry, e non occorre essere un medico ricercatore per comprendere che mette in guardia contro i vaccini a mRNA.

Peccato che Gundry non sia un “noto” cardiologo, il termine corretto è “famigerato”, essendo da anni un propugnatore di pseudoscienza divulgata per proprio mero interesse economico. Gundry è un ex cardiologo che da anni promuove metodi alternativi alla chirurgia cardiotoracica. Reuters ha fatto un fact-check del suo studio, il quale si conclude spiegando che la ricerca non fornisce in alcuna maniera prove affidabili che i vaccini a mRNA aumentino il rischio di malattie cardiache. Curioso che il dinamico duo non si sia accorto di questo fact-check, e degli altri fatti sulle parole di Gundry.

Giusto per sorridere persino l’autore di The China Study, T. Colin Campbell, ha spiegato quanti errori ci siano nel “best seller” di Gundry, ridicolizzandolo completamente. Alla faccia del “noto cardiologo”.

L’articolo sul blog di Porro conclude riportando l’eccesso di mortalità in Europa:

…abbiamo evidenziato i dati Usa ed Europei di mortalità sia post vaccino che di mortalità eccessiva nella fascia sotto i 64 anni. Abbiamo, come altri del resto, segnalato che le cronache locali dei giornali riportano un numero sospetto di cinquantenni, quarantenni ma anche trentenni e ventenni “scomparsi improvvisamente”. Qui oggi (e lo abbiamo fatto anche nel nostro – con Nicola Trevisan – recente libro Stop vax. I fatti che vi tengono nascosti pubblicato da Byoblu) segnaliamo gli studi medici sui problemi cardiaci causati dai vaccini mRNA.

Ma anche di questo noi e altri abbiamo già parlato, riportando come questo eccesso di mortalità fosse presente anche nel 2020, e non possa quindi essere riconducibile ai vaccini che sono arrivati per gli under 64 solo dopo gennaio 2021.

Ma al duo di autori fa comodo parlarne, per citare appunto il loro libro, edito da ByoBlu. Curioso come la galassia che cavalca l’information disorder passi spesso da ByoBlu. Curioso perché proprio quel blog, ora testata registrata, è sulla nostra black list dal 2014, e proprio la settimana scorsa ci è stato intimato da un avvocato di rimuoverlo. Chi ce l’ha chiesto è appunto un avvocato, che oltre a difendere ByoBlu è anche autore sul blog di Porro.

Che strane coincidenze.

In tutto ciò la cosa che mi fa più sorridere è il tweet con cui Nicola Porro spinge l’articolo del suo blog:

Come sapete sono un pro #vaccino, ma credo anche che si debba dare spazio a posizioni critiche. Come quella di questo cardiologo americano

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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