Ai bambini è vietato giocare
...mentre lo spaccio viene regolato dai DPCM... no?
Premetto, ho due figli che vanno alle elementari, quindi quanto segue è un articolo di fact-checking scritto avendo ben presente il problema di parchi e aree gioco. Ci avete segnalato post come questo di RadioSavana:
Ai bambini è vietato giocare mentre ai clandestini è permesso spacciare. Pazzesco. https://t.co/kJWQdnGGHv pic.twitter.com/QMUoTDF8JJ
— RadioSavana (@RadioSavana) March 6, 2021
Post che ci raccontano attraverso immagini forti il disagio dei bambini durante i lockdown. Io ho sempre il dubbio che la capacità di verificare i fatti non sia qualcosa con cui si nasce, ma che si sviluppa col tempo, anche grazie alla scuola. Ecco, in Italia ritengo che la scuola abbia tragicamente fallito nell’aiutare le persone a sviluppare quella capacità critica che ci spinge ad andare a fondo nelle cose.
La foto è reale, raffigura qualcosa che è veramente successo su tutto il territorio nazionale durante il primo lockdown. Le aree gioco erano transennate, come riportava ad esempio Fanpage ad aprile 2020:
Dpcm fase 2, riaprono i parchi ma le aree per il gioco restano chiuse: cosa possono fare i bambini
Oggi però siamo alla terza ondata della pandemia, è cambiato il governo e i DPCM sono fatti in maniera diversa. Oggi le aree gioco sono aperte su tutto il territorio nazionale, nel caso che in alcuni territori siano chiuse questo è per volere di presidenti di regioni o sindaci che hanno ritenuto di applicare questa misura, non per scelta governativa. Come ad esempio in Piemonte, dove da martedì 9 marzo non è più possibile usare le aree attrezzate per giochi e sport nei parchi.
Covid: nuove regole. Da martedì 9 marzo chiuse tutte le aree gioco in Piemonte
In Piemonte abbiamo un’amministrazione di centro destra, guidata da Alberto Cirio, eletto con il supporto di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia. È una loro scelta quella di chiudere le aree gioco dei bimbi, qualcuno lo spieghi a RadioSavana.
Difatti, se esseri dotati di spirito critico si avventurassero a leggere le FAQ governative, quelle che valgono su tutto il territorio nazionale dall’insediamento del governo Draghi, troverebbero dei fatti molto diversi da quelli raccontati dalle varie RadioSavana e dagli altri che le spacciano sui social.
Vi riporto per intero una domanda con relativa risposta:
L’accesso a parchi e giardini pubblici è consentito?
Sì, salvo diverse specifiche disposizioni delle autorità locali, a condizione del rigoroso rispetto del divieto di assembramento e comunque in prossimità della propria abitazione. È consentito, altresì, l’accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro cura, ad aree gioco all’interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto nel rispetto delle linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia. Tra i parchi e i giardini pubblici rientrano anche i parchi e i giardini aperti gratuitamente al pubblico, afferenti a musei e ad altri istituti e luoghi della cultura. Resta inteso che la giustificazione di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, può essere fornita nelle forme e con le modalità dell’autocertificazione.
Quali sono le linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia? Niente di più semplice:
(Accessibilità degli spazi)
L’accesso ai parchi, ai giardini pubblici e alle aree gioco deve realizzarsi alle seguenti condizioni:
1. da parte dei bambini e degli adolescenti di età da 0 a 17 anni, con l’obbligo di accompagnamento da parte di un genitore o di un altro adulto responsabile, ove necessario;
2. limitata esclusivamente dalla necessità di non produrre assembramenti e di garantire il distanziamento fisico, ove compatibile con le attività di assistenza, e l’utilizzo dei DPI, così come previsto dalla normativa vigente, nell’area interessata.
(Responsabilità dell’accompagnatore)
1. attuare modalità di accompagnamento diretto dei bambini minori di 14 anni, con particolare riguardo a quelli nei primi 3 anni di vita e ai soggetti con patologie di neuropsichiatria infantile (NPI), fragilità, cronicità, in particolare:
a) in caso di bambini da 0 a 3 anni, utilizzare una carrozzina, un passeggino o similari, oppure, se il bambino è in grado di deambulare autonomamente, garantire il controllo diretto da parte dell’adulto accompagnatore;
b) in caso di bambini o adolescenti con patologie NPI, fragilità, cronicità e comunque non autonomi garantire la presenza di un adulto accompagnatore;
2. rispettare le prescrizioni sul distanziamento fisico e sull’utilizzo dei DPI, e vigilare sui bambini che si accompagnano. Nel caso di bambini con più di 6 anni, l’accompagnatore deve vigilare affinché questi rispettino le disposizioni di distanziamento fisico e sull’utilizzo dei DPI.
Ci sarebbero anche le responsabilità del gestore delle aree gioco che vi ho saltato ma le trovate al link sopra. Quello che m’interessava è farvi capire che se nella vostra città ci sono divieti sulle aree gioco la responsabilità non è del governo ma della vostra amministrazione comunale o regionale. Il paragone fatto da Radio Savana tra aree gioco per bambini e immigrati che spacciano lo lascio a voi.
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.