AI sensi dell’art. 650 cp

Un cartello firmato dal Ministero dell'Interno già diventato virale nel 2020, che nasconde una stratificazione di bufale e tentativi di truffa

Arriviamo dopo tanti, ma ai fini di mantenere il database della fuffa aggiornato occorre occuparsi anche di questo fantomatico messaggio da parte del Ministero dell’Interno.

La segnalazione che ci arriva (una tra le tante) ci racconta che cartelli come quello in foto sarebbero stati messi sui portoni di alcune case, ma che in realtà si tratterebbe di avvisi falsi messi da truffatori che vogliono entrare nelle abitazioni di anziani per rubare.

Non dobbiamo fare molta fatica per raccontarvi che si tratta, prima di tutto, di una bufala: se i cartelli in giro fossero davvero tanti, infatti, avremmo anche tante segnalazioni diverse con foto diverse, e invece la foto è sempre la stessa da ovunque ce la segnaliate; e, in aggiunta, che si tratta anche di una truffa.

Il 17 aprile se ne è occupata proprio la Polizia di Stato, raggiunta anch’essa da molte segnalazioni, che ha spiegato:

L’avviso esordisce richiamando un inverosimile obbligo, ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale, di lasciare le eventuali abitazioni ospitanti per un non meglio specificato fine. Obbligo che verrebbe verificato da un presunto controllo delle forze di polizia.

La Polizia di Stato rassicura la cittadinanza della falsità del documento, la cui provenienza non è riconducibile ad alcuna autorità istituzionale ma risiede nel probabile tentativo di alcuni malviventi di introdursi indisturbati nelle abitazioni. L’obiettivo dei truffatori è quello di ingenerare preoccupazione, soprattutto tra gli anziani, inducendo i malcapitati a lasciare le abitazioni incustodite, così da potervi accedere per rubare soldi, gioielli o preziosi.

In realtà siamo praticamente certi che il cartello sia proprio un falso completo, realizzato da qualche soggetto che gode a vedere tanti occuparsi della sua “burla”. Come spiegato anche da Fanpage siamo di fronte a qualcosa che circolava già nel 2020:

Già a marzo 2020, durante il lockdown per la pandemia di Covid-19, lo stesso volantino (anzi, la stessa immagine) era circolato tra le chat WhatsApp e quelle Facebook. E già all’epoca molte amministrazioni comunali erano intervenute spiegando che si trattava di una truffa a cui non dare alcun credito.

Ripetiamo, se ci fosse davvero un cartello simile apparso su portoni di case in giro per lo stivale avremmo tante segnalazioni tutte con foto diverse. Invece abbiamo qualche disinformatore seriale che ama generare allarmismo e gode all’idea che altri si debbano occupare di riportare la razionalità.

Sarebbe bellissimo che la Polizia di Stato (o forse la Polizia Postale) si occupasse di verificare la fonte di chi per primo ha fatto circolare quell’immagine, arrivando a identificarlo e sanzionarlo per quanto diffuso, ma è probabile che un’indagine del genere sarebbe lunga, complessa e sostanzialmente inutile.

maicolengel at butac punto it

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