Barbara Balanzoni e il grafene

Un documento riservato Pfizer che contiene la parola "grafene". Ed è subito conferma di qualsiasi complotto, anche se basterebbe solo leggere l'intera frase per rendersi conto che si riferisce a tutt'altro

Sul profilo Twitter di Barbara Balanzoni il 17 marzo 2023 è stato pubblicato il tweet che vedete in testa all’articolo.

Barbara Balanzoni pubblica lo screenshot di due pagine che riportano in basso la scritta PFIZER CONFIDENTIAL, una è la copertina del documento, l’altra è la pagina sette dello stesso. Nella prima pagina leggiamo:

Structural and Biophysical Characterization of SARS-CoV-2 Spihe Glycoprotein (P2 S) asd a Vaccine Antigen

che è il titolo del documento, a pagina sette Balanzoni evidenzia:

For TwinStrep-tagged P2 S, 4 uL purified protein at 0,5 mg/mL were applied to gold Quantifoil R1.2/1.3 300 mesh grids freshly overlaid with graphene oxide.

Graphene oxide è sottolineato da Balanzoni, che nel suo tweet scrive:

Voi che leggete?

A seguire ha pure fatto un vide dove spiega che appunto, secondo quel documento ufficiale della Pfizer, nel vaccino c’è il grafene. Il problema è che evidentemente Balanzoni non ha saputo capire cosa spiega il documento in questione, che non dice affatto che nel vaccino ci sia il grafene, ma solo che è stato usato l’ossido di grafene nella preparazione del supporto per la microscopia crioelettronica, come spiegato ottimamente dall’amico Salvo Di Grazia in una risposta a Balanzoni, sempre su Twitter:

 

Il problema è che il tweet di Salvo, e quelli di tantissimi altri che smentiscono quanto sostenuto da Balanzoni, risalgono tutti al giorno stesso della sua accusa contro Pfizer, ma ovviamente lei non ha rimosso il post e neppure il video fatto poco dopo. Segno che è perfettamente conscia che i suoi tanti follower le parole di un medico come Salvo di Grazia non se le fileranno manco di striscio. Perché la disinformazione funziona anche così, negando allo sfinimento i fatti: come abbiamo già spiegato, nel tempo sono stati lanciati i semi perché il pubblico che vogliamo che ci segua non si fidi a prescindere di medici e fact-checker, su cui i disinformatori di professione scaricano da anni tonnellate di letame, e reagisca invece in automatico a trigger specifici (in questo caso, ad esempio, la parola grafene: basta che il documento la contenga, e diventa subito una conferma che nei vaccini c’è il grafene).

E perché Barbara Balanzoni alla data del 30 dicembre 2020 paragonava i no vax alle psicosette, chissà cos’è cambiato nel frattempo, ma a quanto pare all’epoca Balanzoni era perfettamente consapevole di come funzionano questi meccanismi.

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