Il Battaglione Azov. Nazionalismo ed estrema destra in Ucraina

Capirci qualcosa tra benaltrismi e preoccupanti “ma…”

Con questo articolo – più un saggio storico che un debunking – diamo il benvenuto a un nuovo autore: Lorenzo Boragno, dottorato in Storia Antica con specializzazione in Storia politica, che chi ci segue su Facebook avrà avuto modo di apprezzare tra i commenti della pagina per la pazienza, la chiarezza e l’abilità argomentativa. Chi meglio di lui per dipanare questa complicata matassa?


Bullet Points

  • Sì, il battaglione Azov ha origine negli ambienti dell’estrema destra ucraina.
  • Col tempo il battaglione si è trasformato. Il battaglione ha triplicato i suoi effettivi, La fama vittoriosa del battaglione ha attirato molti combattenti sia ucraini che stranieri, soldati che però non si riconoscono necessariamente in ideologie nazi-fasciste.
  • L’estrema destra è divisa sul battaglione. Se per alcuni gruppi il battaglione Azov rappresenta un modello da seguire per la sua opposizione al “neo bolscevismo”, altri lo accusano di essersi piegato agli interessi dell’occidente capitalista.

Partiamo dall’inizio

La resa di fatto dei soldati ucraini che ancora difendevano l’acciaieria Azovstal ha riportato, una volta ancora, il battaglione Azov agli onori della cronaca. Da cui, in realtà, non era mai uscito.

Cosa succederà ora, e soprattutto che domande è bene porsi, dipende in gran parte da come si guarda ai legami tra il battaglione e il mondo dell’estrema destra europea.

Se per Kiev sono degli eroi da salvare e riportare a casa a ogni costo, non si può ignorare che certe posizioni ideologicamente compromettenti causino un certo imbarazzo al governo ucraino.

Dall’altra parte, Mosca si trova in difficoltà nel conciliare la realtà della guerra con la retorica politica. Il conflitto viene giustificato all’opinione pubblica come una operazione speciale per “de-nazificare” un pericoloso avversario, e il battaglione Azov rappresenta questo nemico più di ogni altra unità militare ucraina. Scambiarli come prigionieri significa tradire la propria narrazione, ovvero svelarne l’ipocrisia, e giustiziarli può solo portare alla creazione di una schiera di martiri capaci di galvanizzare la resistenza ucraina e di isolare ancor di più la Russia sul piano internazionale.

Quando parliamo del battaglione Azov non è facile capire quanto il battaglione possa rappresentare davvero i sentimenti politici e ideologici degli Ucraini. In casi come questo può essere bene adottare una prospettiva diacronica: non ci si concentra su un qui ed ora, ma piuttosto su come un qualcosa cambi e si evolva nel corso del tempo. Che poi è un modo particolarmente complicato di dire “partiamo dall’inizio”.

Ma sono davvero nazisti? Le origini

Il battaglione nasce per iniziativa di Andriy Biletsky come reazione agli eventi del 2014 negli oblast del Donbass, del Luhansk e di Crimea[1]. Biletsky è senza dubbio una figura legata all’estrema destra in Ucraina. Già organizzatore di un partito neofascista nel 2005 col nome di Patriot of Ukraine, nel 2008 fondò e animò l’Assemblea Nazional-Socialista che a sua volta può considerarsi una deriva di quello che fu il Partito Nazional Socialista d’Ucraina[2], divenuto ora Svoboda.[3]

Il mondo dell’estrema destra in Ucraina appare piuttosto fluido, con movimenti e partiti che nascono ed evolvono velocemente. Difficile far ricadere tutto sotto una unica etichetta. Le istanze ideologiche sono in linea con i movimenti di estrema destra occidentali: suprematismo bianco e una forte difesa del nazionalismo che porta alla proposta di nazionalizzare alcune imprese chiave operanti su territorio statale e a posizioni dure e xenofobe sull’immigrazione[4].

Il Battaglione Azov si fa carico di questa ideologia nel 2014, sfoggiando fin da subito chiari richiami al nazismo e al fascismo. La stessa cerimonia inaugurale, che previde tra le altre cose una marcia notturna a Kiev, assume tratti decisamente nazisti almeno secondo il reportage di Radio Liberty[5]. Se alcuni temi, come il ricorso a screditate teorie razziali, appaiono come spiccatamente nazisti, altri punti sembrano avvicinare l’Azov alla variegata compagine politica della destra conservatrice europea e americana. Ad esempio, la de-regolamentazione del possesso di armi da fuoco da parte di privati cittadini, un punto questo che si ritrova anche nelle frange trumpiane del partito conservatore[6] e, in Italia, fu caldeggiato dalla Lega di Salvini nel 2018[7].

Il Battaglione, del resto, non fu l’unica formazione militare costituitasi nel periodo. Il primo battaglione sembra esser stato il Dnipro 1, fondato dal controverso oligarca ucraino Kolomoiskiy[8], seguito dal battaglione Aidar, le cui azioni, che spesso e volentieri colpivano anche la popolazione civile ucraina, furono duramente contestate dai governatori ucraini del Donbass e del Luhansk[9].

Una prima, parziale risposta, sembra dunque essere “Sì, il Battaglione Azov nasce dalle compagini di estrema destra presenti in Ucraina”. Ma la situazione si complica velocemente.

A che punto siamo ora

Il Battaglione Azov si forma quindi sotto l’egida di Biletsky, il “Capo Bianco”, sfruttando gli ambienti di estrema destra a Kharkiv, ma entra sotto la luce dei riflettori quando i soldati del reggimento riescono a riprendere Mariupol dalle mani delle milizie filorusse, venendo parzialmente integrati nell’esercito regolare come conseguenza[10].

Rimane da capire come il battaglione, che all’inizio del conflitto del 2014 contava al massimo 900 membri, sia riuscito a diventare una forza politica nonostante il National Corps, la coalizione dei partiti di estrema destra, tra cui l’Assemblea Nazional Socialista di Biletsky e Svoboda, abbia ottenuto un misero 2% dei voti, neanche sufficiente a entrare in parlamento[11].

Per capire la situazione bisogna tornare ancora una volta alla guerra del 2014. Paralizzata dagli strascichi delle proteste dell’Euromaidan, l’Ucraina non seppe contrastare con efficacia le milizie separatiste. Le poche e mal organizzate unità dell’esercito regolare furono travolte velocemente, in molti casi la polizia e le altre forze dell’ordine non fecero nulla per opporsi mentre le forze separatiste occupavano i palazzi governativi, o si unirono ai rivoltosi[12].

In questa situazione complicata, solo i battaglioni di difesa territoriale, i reggimenti organizzati e finanziati da privati o dagli stessi cittadini, riuscirono a opporre una qualche resistenza. Inizialmente queste formazioni erano male armate (l’investimento per Dnipro 1 fu di appena una decina di milioni di dollari[13]) e prive di un vero addestramento. Senza una rete logistica di appoggio, i battaglioni erano spesso costretti a saccheggiare risorse locali, pesando notevolmente sulla popolazione delle zone già colpite dalla guerra[14].

Nonostante lo svantaggio iniziale la controffensiva si dimostrò inizialmente abbastanza di successo e culminò nella battaglia di Iloivask, nell’agosto del 2015[15]. Aiutate da truppe regolari russe, le unità separatiste inflissero una durissima sconfitta ai battaglioni[16].

Il mancato appoggio dell’esercito regolare ucraino all’azione dei battaglioni, appoggio che pure era stato promesso ed era atteso, acuì la tensione tra i gruppi: i comandanti dei battaglioni si accusavano a vicenda e accusavano il governo di Poroshenko per l’insuccesso[17]. L’impatto sull’opinione pubblica fu devastante, e queste formazioni paramilitari figurarono agli occhi dell’opinione pubblica come dei reggimenti di veri eroi traditi da un governo corrotto e un esercito vigliacco.

Il governo di Kiev dovette in diverse occasioni intervenire quando i battaglioni mostrarono apertamente comportamenti anti-governativi e violenti. Tuttavia, il reggimento dell’Azov poteva contare già allora sul supporto di Avakov, influente ministro dell’Interno e da molti considerato come potenziale successore di Poroshenko alla guida del Paese[18].

Il successo ottenuto a Mariupol e il supporto di Avakov assicurarono al battaglione Azov un certo supporto politico, al prezzo però dell’abbandono delle posizioni politiche più estreme che non erano giustificabili nel panorama politico ucraino né in quello internazionale. Un riflesso della violenza del periodo si ritrova ad esempio nella policy adottata da Facebook nel periodo:  il battaglione figurava tra le Dangerous Individuals and Organizations colpite da sanzioni speciali, nello stesso “tier” del Ku Klux Klan e dell’Isis, fino al 2022 quando la policy fu ritrattata[19].

L’opinione pubblica era quindi divisa tra la condanna alle posizioni estreme e l’esaltazione del coraggio del battaglione. Col tempo, i successi militari e l’abbandono delle istanze politiche più estreme hanno cambiato la percezione che gli ucraini hanno del battaglione Azov. Alcuni dei simboli tradizionalmente impiegati dai movimenti nazisti, simboli che a loro volta hanno origine nell’Europa pre-cristiana, sono gradualmente diventati indicatori culturali e non politici: stanno ora a significare l’appartenenza alla nazione e alla cultura ucraina più che la fede negli ideali nazisti[20].

Allo stesso tempo, la strategia dei battaglioni di difesa territoriale si dimostrò così efficace sul piano strategico da essere adottata su più larga scala con la creazione – nel 2022, prima dell’inizio del conflitto – delle Forze di Difesa Territoriale: 150 battaglioni distribuiti in 25 brigate (una per oblast, e una speciale per Kiev) di volontari aventi compito di affiancare e aiutare le truppe regolari “dalle retrovie”, lasciando quindi il compito al rinnovato esercito ucraino[21] di gestire il grosso del combattimento.

È stato dunque naturale che, con il conflitto del 2022, molti cittadini abbiano scelto di arruolarsi nelle Brigate di Difesa Territoriale, la cui efficacia è nota. Del resto, il conflitto ha assunto più i tratti di una lotta per la sopravvivenza e risulta meno divisivo sul piano ideologico e culturale[22]. Si aggiunga anche che, fin da subito, queste formazioni si sono dimostrate molto più disposte rispetto all’esercito regolare ad accettare donne tra i ranghi, che militano così in uno stato di parità con i commilitoni maschi[23].

Il Battaglione Azov ha dunque la fama di essere una forza efficiente, con un alto livello di addestramento e professionalizzazione, ed è la destinazione scelta non solo da volontari con esperienza militare ma anche da chi cerca una certa sicurezza o vuole dare un maggior contributo alla causa. Il reggimento ha triplicato i suoi membri in pochi mesi, arrivando a una quota stimata di circa 3000 soldati, aprendosi allo stesso tempo al reclutamento internazionale, mossa incoraggiata esplicitamente dal governo di Kiev con la creazione di reggimenti di “foreign fighters”[24]. Reclute di diversa provenienza e cultura hanno portato il battaglione a rivedere ulteriormente le proprie originali posizioni xenofobe e suprematiste, come spesso sottolineato dai portavoce del reggimento.

Se non c’è modo di verificare, come dichiarato da Diachenko già nel 2015, che solo il 10% dei soldati inquadrati nel reggimento si riconosca in ideologie-nazifasciste[25], è necessario sottolineare come, a detta di molti osservatori, la natura del Battaglione Azov sia cambiata profondamente in tempi recenti[26].

Del resto, e cercando di non cadere nel benaltrismo, le posizioni dell’estrema destra sulla guerra tra Ucraina e Russia sono tutt’altro che chiare.

BellingCat, un sito di giornalismo investigativo indipendente, non collegato a nessun governo, ha scavato un po’ sulle posizioni ideologiche di alcuni degli esponenti più in vista del battaglione, di quelli che potrebbero essere considerati “gli intellettuali” dell’Azov.

Ha destato in particolare interesse la propaganda suprematista fatta a partire dal testo di un autore italiano, Freda, noto per essere vicino a posizioni particolarmente estreme e naziste. Lo stesso Freda, però, definisce Putin “il difensore della razza bianca” e lo elogiò pubblicamente in occasione della guerra in Crimea del 2014[27]. Insomma, gli estremi difensori dell’Ucraina hanno elogiato e usato il libro di un autore dichiaratamente schierato con “il nemico”.

Questo corto-circuito ideologico è difficile da comprendere e da “tracciare” nei minimi dettagli. Possiamo però dire con una certa sicurezza che non solo la Russia stessa si appoggia a gruppi neonazisti e neofascisti[28] (un’affermazione che sarebbe, anche questa, vicina al benaltrismo, se non fosse un’informazione di una certa importanza per inquadrare la dichiarazione di voler “denazificare” l’Ucraina), ma che il sostegno al battaglione Azov da parte dell’estrema destra ucraina ed europea non è affatto compatto[29].

In conclusione

Il battaglione Azov nasce come braccio militare di associazioni civili e politiche ben radicate nel mondo dell’estrema destra. Il suo successo lo porta a triplicare i suoi membri in occasione della guerra del 2022, trasformando però la cultura del reggimento nel frattempo. Il Battaglione ora è un simbolo della resistenza ucraina più che essere una formazione che incarna i valori di un certo substrato politico e ideologico. Rimangono forti tuttavia le connessioni del reggimento con il mondo della politica, connessioni che non sfuggono agli osservatori e sollevano diverse critiche in particolare da parte delle associazioni umanitarie operanti sul territorio ucraino (si veda, in particolar modo, il Kharkiv Human Rights Protection Group).

La scarsa proiezione elettorale dei partiti di estrema destra sembra confermare che la società civile ucraina non sia particolarmente vicina o sensibile alle istanze politiche nazi-fasciste.

Simili formazioni possono tuttavia prosperare nel clima politico corrotto dell’Ucraina e funzionare o da “muscolo” per interessi privati, o da “trampolino” per future avventure politiche. Il governo di Kiev si è in passato opposto all’uso delle milizie in questo senso con alterni successi, ma la fama dell’Azov potrebbe creare un pericoloso unicum per la politica ucraina finita la guerra.

Lorenzo Boragno


[1] Stanford: https://cisac.fsi.stanford.edu/mappingmilitants/ profiles/azov-battalion#_ftn16

[2] Washington Post: https://www.washingtonpost.com/ world/2022/04/06/ukraine-military-right-wing-militias/

[3] CSS (Zurich): https://www.files.ethz.ch/isn/ 136008/commentary_56.pdf

[4] Michael Colborne per BellingCat (intervista sul libro From the Fires of War): https://icct.nl/publication/ukraine-bellingcat- journalist-michael-colborne/

[5] Radio Liberty https://www.rferl.org/a/ukraine-azov-right- wing-militia-to-patrol-kyiv/29008036.html

[6] Tanto per cambiare, qualche video: https://www.youtube.com/watch?v=_ECYMvjU52E ; https://www.youtube.com/watch?v=LEcbagW4O-s che è anche divertente da ascoltare.

[7] Tanto che si parlò addirittura di un favore fatto da Salvini alla “lobby delle armi”: https://www.tpi.it/news/ salvini-lobby-armi-20180716144798/.

[8] Fondatore della PrivatBank, in seguito nazionalizzata dopo che Kolomoiskiy fu accusato dal governo di Londra e da quello di Washington di frode (attuata attraverso uno schema di ponzi) e di riciclaggio di denaro: https://www.atlanticcouncil.org/blogs/ ukrainealert/top-ukrainian-oligarch-ihor-kolomoiskiy- faces-growing-international-legal-troubles/
Le posizioni di Kolomoiskiy sono state fortemente critiche nei confronti di Zelensky in seguito all’elezioni di quest’ultimo nel 2019: https://www.forbes.com/profile/ihor-kolomoyskyy/?sh=58d61d1751dc

[9] Washington Post: https://www.washingtonpost.com/news/ democracy-post/wp/2017/ 06/15/ukraines-ultra-right-militias-are-challenging-the-government-to-a-showdown/

[10] Ancora Stanford: https://cisac.fsi.stanford.edu/ mappingmilitants/profiles/azov-battalion#_ftn16
Al Jazeera: https://www.aljazeera.com/ news/2022/3/1/who-are-the-azov-regiment

[11] Freedom House report 2020: https://freedomhouse.org/ report/special-report/2020/new-eurasian-far-right-rising

[12] Foreign Policy: https://foreignpolicy.com/2014/09/06/ anatomy-of-a-bloodbath/

[13] Infantry Magazine (US):  https://www.benning.army.mil/infantry/ magazine/issues/2016/ APR-JUL/pdf/16)%20Cohen_UkraineVolunteers_TXT.pdf

[14] Battaglione Aidar:  https://www.kyivpost.com/article/content/war-against-ukraine /governor-of-luhansk-region-accuses-aidar-of-terrorizing-the-region-385054.html

[15] Foreign Policy: https://foreignpolicy.com/2014/09/06/anatomy-of-a-bloodbath/

[16] Il 25% delle perdite subite dai battaglioni di difesa territoriale durante la campagna 2014-2015 è costituito dalle sole perdite subite ad Iloivask. I battaglioni furono colpiti in molteplici imboscate durante la ritirata, quando le truppe filo-russe ruppero la tregua che era stata decisa per permettere ai miliziani ucraini di ritirarsi dalla città.
Infantry Magazine (US, report di militare di professione): https://www.benning.army.mil/infantry/magazine/ issues/2016/ APR-JUL/pdf/16)%20Cohen_Ukraine Volunteers_TXT.pdf

[17] Le accuse arrivarono a ipotizzare che Poroshenko stesso avesse in qualche modo finanziato i separatisti filorussi, ma sembra che fossero accuse di stampo politico.
The Guardian: https://www.theguardian.com/world/2022/jan /17/petro- poroshenko-former-ukraine-president-kyiv-treason-case

[18] Lo stesso Avakov contava su un forte bacino elettorale nell’Oblast di Kharkiv, il medesimo da cui mosse i primi passi Biletsky. Avakov stesso insiste nel presentarsi come “l’unico capace di tenere a freno il battaglione”, mirando a trasformarlo in una sua arma politica: https://www.opendemocracy.net/en/odr/ bandera-mythologies-and-their-traps-for-ukraine/
Open Democracy https://www.opendemocracy.net/en/odr/rise-of-azov/

[19] Al Jazeera:  https://www.aljazeera.com/news/2022/3/1/who-are-the-azov-regiment

[20] Courrier International: https://www.courrierinternational.com/ depeche/le-regiment-azov- au-coeur-de-la-guerre-de-propagande-russo-ukrainienne.afp.com.20220325.doc.326w2p6.xml .
Si guardi anche la rilevanza della figura di Stepan Bandera nelle proteste di piazza Maidan nel 2014: probabilmente la “leggenda” attorno alla sua figura si nutre di dati parziali, è possibile che molti non abbiano davvero accesso alle informazioni giuste per valutare la figura di Bandera https://www.opendemocracy.net/en/odr/ bandera- mythologies-and-their-traps-for-ukraine/

[21] Politico EU: https://www.politico.eu/article/ukraine-russia-military-citizen-reservist-defense/
Nel 2018 in particolare il budget per la difesa stanziato dal governo ucraino aumentò di un miliardo di dollari, raggiungendo i 4 miliardi complessivi, crescendo ancora fino ai 5.5 miliardi di dollari spesi nel 2022.
Si noti che, in confronto, il budget annuale russo destinato alla difesa conta 60 miliardi di dollari dichiarati, cioè 12 volte tanto: https://milex.sipri.org/sipri

[22] Washington Post: https://www.washingtonpost.com/world/ 2022/04/06/ukraine-military-right-wing-militias/

[23] Ad esempio Open Democracy: https://www.opendemocracy.net/en /odr/invisible-battalion-ukraine/

[24] Radio Svoboda: https://www.radiosvoboda.org/a/news- inozemtsi-oborona-ukraina/31737633.html
Radio Liberty: https://www.rferl.org/a/ ukraine-recruiting-foreign-fighters/31737766.html

[25] Usa Today: https://eu.usatoday.com/story/news/world/ 2015/03/10/ukraine-azov-brigade-nazis- abuses-separatists/24664937/

[26] Financial Times: https://www.ft.com/content/7191ec30-9677-423d-873c-e72b64725c2d
CNN: https://edition.cnn.com/2022/03/29/europe/ukraine-azov- movement-far-right-intl-cmd/index.html

[27] BellingCat: https://www.bellingcat.com/news/2020/01/22 /ukraines-far -right-is-boosting-a-pro-putin-fascist/

[28] Business Insider: https://www.businessinsider.com/russia-could-retaliate-west-leverage-white-supremacist- group-attacks-analysts-2022-4?fbclid=IwAR0zAMZdZyERUE0tJkbDsyle OB5A_eSvHfhH55_Ec8OEgCsgp1wkjBg1-Bw&r=US&IR=T

[29] Si prenda la Germania come utile esempio: https://www.dw.com/en/germanys-far-right-split- by-russia-ukraine-war/a-61283065
oppure Michael Coborne intervistato da BellingCat:  https://www.washingtonpost.com/world/2022/ 04/06/ukraine-military- right-wing-militias/


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