La biblioteca di Sakya

Verifichiamo le informazioni contenute in un post che racconta la vicenda di una antica biblioteca del Tibet. Così antica che non esisteva la scrittura...

Su Facebook (e probabilmente altri social), da qualche giorno circola un post che rientra appieno nella cosiddetta “fantarcheologia”, ve ne riportiamo il testo e la foto che lo accompagna:

Biblioteca trovata in Tibet con 84.000 rotoli e libri intoccabili, contiene la storia dell’umanità da oltre 10.000 anni. Secondo gli studiosi queste opere sarebbero state nascoste per oltre 100 anni e costituiscono un’incredibile testimonianza del sapere tibetano dell’epoca. La biblioteca era nascosta dietro a un muro lungo 60 metri e alto 10. Questa incredibile collezione contiene la storia dell’umanità da oltre 10.000 anni. La maggior parte degli scritti sono buddhisti, ma vi si trovano anche opere di letteratura, di storia, di filosofia, di astronomia, di matematica o di arte. Attualmente sono oggetto di studio da parte dell’Accademia Tibetana di Scienze Sociali. Il monastero di Sakya.

Stessa immagine ma parole diverse sulla pagina Amici della Scienza, che condivideva queste parole il 29 agosto 2021:

La libreria trovata in Tibet contenente 84.000 manoscritti, tra cui la storia dell’umanità da oltre 10.000 anni. Monastero di Sakya forse la più grande biblioteca del mondo antico. È stato scoperto dietro un muro lungo 60 metri e alto 10

Nella regione autonoma del Tibet si erge l’antico edificio (1073),in origine una grotta sul fianco di una montagna,Pal Sakia dal colore chiaro delle colline intorno.Il tempio è sorretto da quattro grandi colonne,la facciata grigio scuro con strisce colorate laterali,la grande sala di 6.000 mq.fanno parte di un unico complesso di 18.000 mq. L’unico rimasto dopo la rivoluzione culturale,durante la quale molti edifici vennero distrutti.

A Sakia si è sviluppata la corrente più spirituale del buddismo tibetano e nei suoi scritti si possono trovare i principi fondamentali di questa dottrina.

Oggi l’attrazione principale è la biblioteca,specialmente dopo la scoperta (2003) di 84.000 mila opere,rimaste nascoste e intatte per centinaia di anni in un muro lungo 60 metri e alto 10. Oltre a rotoli sacri in lettere d’oro con pagine lunghe sei piedi vi si trovano libri di svariate discipline,filosofia,astronomia,letteratura storia,matematica,arte ecc.

Contiene la storia dell’umanità da oltre 10.000 anni,.
Da notare una conchiglia con sfere di svolta da sinistra a destra che ,dietro pagamento di sette once di argento,si può suonare; un piccolo scrigno di legno nero contenente una piccola tromba bianca.La collezione di Thangka con gli studi per insegnare la dottrina buddista non ha eguali nel mondo.

La visita alla biblioteca è molto interessante e suggestiva per la vista dei magnifici affreschi e i canti dei monaci.

Da notare che a Roma in un magazzino della Facoltà di lettere della Sapienza si trova interessante materiale buddista raccolto negli anni da un appassionato studioso.

EUGENIASTANASCI

P.S. Si è stata trovata, ma alcune affermazioni lasciano dubbi come quella della storia degli ultimi 10000 anni. A meno che non siano racconti come quelli della Bibbia. AdS

Oppure sul blog Il piacere di raccontare, dove si trova un articolo del 2022 che inizia così:

Un’incredibile e immensa biblioteca è stata ritrovata in Tibet, nel monastero di Sakya.

In realtà, la biblioteca è stata scoperta nel 2003, ma nessuno aveva mai pensato di rendere pubblica la notizia. E soltanto ora se ne sta cominciando a parlare.

L’edificio contiene 84.000 manoscritti arrotolati (la forma che avevano i libri allora) e probabilmente risale al intorno a periodo della costruzione del monastero, nel 1073.

 Secondo gli studiosi queste opere sarebbero state nascoste per oltre 100 anni e costituiscono un’incredibile testimonianza del sapere tibetano dell’epoca. La biblioteca era nascosta dietro a un muro lungo 60 metri e alto 10.

Ma sono tutte notizie per lo più sensazionalistiche, diffuse senza aver provato a fare alcuna verifica se non, forse, sulla pagina della Wikipedia italiana, scritta evidentemente dagli stessi che fanno circolare quei post. A febbraio 2021 dei fact-checker australiani se ne sono occupati, scoprendo le stesse cose che abbiamo notato anche noi dopo una ricerca online di una decina di minuti.

Nessun sito locale parla di “scoperta”, ma solo del fatto che quei rotoli sono rimasti intoccati per anni; né si parla di una parete che li tenesse celati. Nel 2003 si è solo scelto di analizzarli e successivamente digitalizzarli, come riportato nella wiki in inglese:

In 2003, the library was examined by the Tibetan Academy of Social Sciences.[8] The monastery started to digitize the library in 2011. As of 2022, all books have been indexed, and more than 20% have been fully digitized. Monks now maintain a digital library for all scanned books and documents.

E come potete immaginare non riportano 10mila anni di storia dell’umanità. Ma anzi, come spiegato su siti locali si tratta di circa 50mila volumi (non 84mila, cifra che non è chiaro da dove provenga) di cui i più vecchi possono esser fatti risalire fino al XIII secolo DC.

Fare circolare i post di cui sopra purtroppo significa continuare a condividere una notizia errata, che ovviamente non fa male a nessuno, ma che trasmette una nozione profondamente errata: le prime forme di scrittura conosciute, infatti, si fanno risalire a circa 5500 anni fa, e non esiste traccia di scrittura precedente, se ci fosse quella sì che sarebbe una scoperta epocale.

Per chi fosse curioso, in questa gallery vedete i veri volumi, mentre l’immagine che circola insieme al testo errato non è chiaro da dove sia stata generata. Le foto sono di Richard Mortel.

maicolengel at butac punto it

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