Il caso Kira e il giornalismo un tanto al chilo

La nuova storia di cronaca che ha avvinto il Paese (ma era raccontata male)

Pochi giorni fa abbiamo parlato del caso della ragazza che voleva fare la maturità e dei giornalisti che, invece che fare verifiche e approfondire, si sono limitati a scrivere articoli che riportavano una sola voce sulla vicenda.

Oggi parliamo di un’altra storia dai risvolti sensazionalistici raccontata da tante testate in maniera sbagliata.

TgCom24:

Palermo, non ha i soldi e veterinari rifiutano l’intervento: il cane muore

La Stampa (che perlomeno riporta le parole dell’Ordine dei Veterinari):

Palermo, non ha i soldi per le cure e il suo cane Kira muore. La proprietaria accusa i veterinari, l’Ordine: “Quell’animale stava male da tempo”

Quotidiano Nazionale:

Non ha soldi e due cliniche veterinarie rifiutano di curare il suo cane: così è morto Kira

La Sicilia:

La triste storia di “Kira”: la giovane padrona non ha i soldi per pagare il veterinario e il cane muore

Non vi sto a riportare i commenti agli articoli ma credo possiate immaginarveli: tutti, ma proprio tutti, se la prendono con i veterinari, in certi casi con toni che andrebbero denunciati a chi di dovere.

Il problema è che le cose, come era facile intuire dal titolo de La Stampa, non sono andate esattamente come vengono raccontate. La versione della padrona del cane ve la riporto da TgCom24:

A Palermo Kira, il cane di una ragazza, sta per morire per una torsione gastrica. La famiglia chiede aiuto da un veterinario che chiede 1.500 euro per l’intervento. I proprietari dell’animale non hanno questi soldi: propongono perciò di dilazionare il pagamento ma la struttura rifiuta. Analoga richiesta è respinta in un altro centro. Dopo un appello sui social una clinica accetta di curare il cane, ma è tardi: Kira, una femmina di 13 anni, muore durante il trasporto tra spasmi e atroci dolori.

La versione dell’Ordine dei Veterinari di Palermo:

Il proprietario del cane si è recato presso la struttura nella giornata di domenica con una autodiagnosi, chiedendo un immediato intervento. Il medico veterinario presente in pronto soccorso ha chiesto da quanto tempo riscontrava i sintomi che avevano portato il proprietario a questa diagnosi. Il proprietario ha riferito, quindi, che il cane stava male da 24 ore…

…Dal triage è risultata una respirazione a bocca chiusa e mucose nella norma. Anche questo dato è poco compatibile con l’autodiagnosi del proprietario, ma in ogni caso lo colloca tra i pazienti che non richiedono una immediata stabilizzazione.

Di tale situazione viene reso edotto il proprietario, avvertendo che per comprendere l’esatta problematica del paziente sarebbe stata necessaria una visita supportata da una rx addome e torace. E’ opportuno sottolineare (come per altro evidente dalle foto pubblicate sui social) che il cane presentava una evidente neoformazione toracica e un forte stato cachettico. Segni evidenti di una sofferenza cronica e dell’assoluta mancanza di un controllo medico nel periodo precedente.

Per quanto sopra il medico ha iniziato ad inserire i dati necessari alla registrazione del paziente, chiedendo di acquisire il documento di identità del proprietario. Quest’ultimo si è rifiutato di procedere con la registrazione dicendo che non avrebbe pagato un euro per la procedura e che si era recato presso la struttura perché era convinto che tutto sarebbe stato effettuato a titolo gratuito.

Il proprietario, quindi, ha reiterato la stessa azione presso un’altra clinica veterinaria di Palermo, con risultati sovrapponibili. Quindi non c’è stata alcuna richiesta di dilazionamento del pagamento, anche perché non c’è stata alcuna emissione di preventivo, stante il fatto che il medico non è stato messo in condizioni di visitare il paziente.

Il testo dell’Ordine è molto più lungo, vi invitiamo a leggerlo tutto al link che vedete poco sopra. Quello che però appare evidente è che nessun giornalista, eccetto forse La Stampa, si è preoccupato di sentire le cliniche a cui si era rivolta la padrona del cane o direttamente l’Ordine dei Veterinari di Palermo. Questa è l’ennesima dimostrazione che alle redazioni non interessa raccontare fatti ma storie: perché, come dicevamo parlando della ragazza che voleva fare la maturità, sono le storie a diventare virali e fare cliccare sugli articoli, i fatti sono spesso meno sensazionalistici e riportarli fin dall’inizio annullerebbe l’effetto clickbait.

Il problema è che queste storie, diffuse senza verifica, causano danni a determinate persone: dalla dirigente scolastica inseguita dalle Iene ai veterinari che a seguito di questi articoli su Kira si sono trovati insulti e minacce di morte.

maicolengel at butac punto it

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