Come fabbricare uno zombie in poche semplici mosse

FABBRICA ZOMBIE

Ciaooo!
Delmondo Salvatore, il cui nome è già tutto un programma di per sé, ci delizia la giornata con questo bellissimo articolo.

 BENZODIAZEPINE: La fabbrica di zombie!

Come sottotitolo a questa meravigliosa pillola di saggezza si potrebbe mettere “come fabbricare uno zombie in poche semplici mosse”.
Non voglio assolutamente fare un elogio delle benzodiazepine, sono farmaci e come tali devono essere trattati. Sono utili se usati bene, assunti sotto controllo medico e, nel caso, con l’aiuto di terapie di sostegno individuali o di gruppo. Devono essere usate con coscienza sia dal paziente che le assume, sia dal medico che le prescrive per le patologie per cui sono “nate”: anche se non sono condizioni avverse causate da microrganismi, l’ansia, la depressione e gli attacchi di panico sono delle vere e proprie patologie. Non entrerò nel merito di cosa siano, e quali siano i meccanismi di azione di questa classe di farmaci, altrimenti ne verrebbe fuori un mezzo trattato di farmacologia. La pagina di Wikipedia dedicata a questi farmaci e i link ad essa correlati possono assolvere a questo compito.
Se da un lato questo articolo riporta notizie vere, poche in realtà, dall’altro è un concentrato di mezze verità e stronzate a partire già dalle prime frasi:

“Sempre più persone e sopratutto anziani senza controllo e con il bene placito di medici criminali, assumo benzodiazepine. La terapia massima è di 4 settimane, ma la gente le usa per anni, creando cosi danni permanenti e disastrosi per l’organismo e la psiche. Una nuova tendenza criminale delle Big Pharma è quella di intossicare i bambini col cibo (aspartame, zuccheri raffinati, coloranti, additivi, ecc..) Questa intossicazione porta i bambini a sovraeccitamento, disturbi dell’attenzione, disturbi dell’apprendimento, apatia e depressioni. E qui medici senza scrupoli pongono la salvezza alle famiglie (completamente ignoranti) imbottendo i bambini con questi farmaci.

(ADHD Sindrome da deficit di attenzione e iperattività Il Disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con un altro o altri disturbi (fenomeno definito comorbilità). La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Quelli più frequentemente associati sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d’ansia e, con minore frequenza, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da tic, il disturbo bipolare.) Il tutto come detto sopra causato completamente da un’alimentazione chimica e completamente malsana)
Gli effetti devastanti delle benzodiazepine I pericoli insiti nell’uso smodato degli ansiolitici sono rivelati dal manuale di Crystal Heather Ashton “

Vediamo un po’ chi è questa luminare, qui possiamo trovare un suo curriculum. Cavolo, in effetti è davvero un medico e a prima vista non sembrerebbe nemmeno una ciarlatana! Qui possiamo trovare, anche in italiano, il suo manuale “LE BENZODIAZEPINE: COME AGISCONO E COME SOSPENDERNE L’ASSUNZIONE”. Da una rapida occhiata ai capitoli, mi sembra un manuale su come agiscono questi farmaci e su come sospenderli, soprattutto dopo un uso e un abuso prolungato. Dal sito ufficiale dell’Associazione Italiana Disturbi Attenzione e Iperattività vediamo quale sia il trattamento per questa sindrome:

“Secondo i dati della letteratura scientifica il trattamento ideale per l’ADHD è di tipo multimodale, cioè un trattamento che implica il coinvolgimento di scuola, famiglia e bambino stesso, oltre (ma non è il caso dell’Italia) ad un intervento di tipo farmacologico.”

Quindi in Italia non si somministrano farmaci di alcun tipo ai bambini che soffrono di ADHD; nella sezione Eziologia e in quella Aspetti evolutivi, possiamo vedere che le ipotesi maggiormente accreditate parlano di predisposizione genetica e ambientale ma non di aspartame, zuccheri, coloranti, additivi e simili. Sebbene alcune sostanze possano causare iperattività nei bambini e siano soggette ad autorizzazione e a limiti massimi negli alimenti dedicati ai bambini da parte dell’UE, essi non causano la sindrome ADHD!

Cresce ogni anno in maniera esponenziale il numero d’individui che fanno abuso di farmaci a base di benzodiazepine. […]. Ma quand’è che questi medicinali, detti ansiolitici, sono necessari? Ormai la definizione comune, usata per le indicazioni terapeutiche, è che servono contro ansia, depressione, insonnia, panico, tensione nervosa. Praticamente… a tutto e a niente! A ognuno di noi, in determinati periodi della nostra vita, capita di sentirci particolarmente insicuri, spaventati dagli eventi, o troppo soli: sarebbe più sano eliminare pazientemente le cause che producono questi stati d’animo, ma il tempo è tiranno, i problemi vanno risolti in fretta e senza fatica.

In Italia le benzodiazepine non sono farmaci da banco, il vostro farmacista non può darvi alcun farmaco contenente una delle tante benzodiazepine in commercio senza presentazione di ricetta medica. Mi piacerebbe un confronto personale con il signor Delmondo Salvatore per fargli presente che quelle di cui parla sono vere e proprie malattie e non devono assolutamente essere sottovalutate. Sono sicuramente patologie causate anche dallo stile di vita a cui siamo sottoposti al giorno d’oggi, ma hanno delle basi biologiche ben definite e non tutti “si ammalano” di depressione. Guarire da una depressione diagnosticata senza l’ausilio di farmaci e di una buona terapia di sostegno non è facile, anzi… è quasi impossibile. Per risolvere crisi di ansia che insorgono a cazzo durante la giornata ci vuole sia l’aiuto di un farmaco, sia l’aiuto di un terapista, perché prima di imparare a razionalizzare l’ansia ci vuole tempo e a volte il tempo non lo si ha. Immaginate come dev’essere camminare in mezzo alla strada e le gambe vi si bloccano di colpo, oppure di sentirvi il cuore in gola mentre guidate e dovete fermarvi. Le pilloline magiche in questo caso aiutano a mantenere un livello di ansia molto basso da permettere di vivere una vita normale, affrontando tutte quelle situazioni un tempo normali ma che adesso causano stress sia fisico sia psicologico.
L’articolo continua poi con “la mancanza di informazione dei pazienti” (che se leggessero il foglietto illustrativo non sarebbe una brutta cosa, ma vale anche per l’aspirina o per le vitamine) e dei “medici che prescrivono a caso questi farmacisenza conoscerli” (allora non sono medici ma cialtroni fuffari); con “la pressione che BigPharma” (et voilà, BigPharma fa capolino come un fungo in un bosco) “esercita sulla stampa” (???); con “gli informatori che disinformano o meglio non informano sui rischi”. Arriviamo anche a dire che “il SSN in quasi tutta Europa garantisce il consumo di questi farmaci” (garantisce a chi? A BigPharma? L’alprazolam che io sappia non è passato dal nostro SSN).

“Le ragioni di questa smisurata somministrazione di psicofarmaci sono ancora una volta da ricercare negli enormi interessi economici organizzati sapientemente e sottilmente intorno ad un fenomeno di portata mondiale dalle industrie farmaceutiche e dalle lobbies più rappresentative di psichiatri e ricercatori. […] Negli Stati Uniti, in Inghilterra e nei paesi scandinavi esiste, inoltre, un controllo più attento sull’uso di tali psicofarmaci. […] In Italia, al contrario la quantità non è indicata sulla ricetta, che, tra le altre cose, è molto spesso ripetibile. Tale modalità rende possibile e quasi naturale il fenomeno dell’autoprescrizione da parte degli stessi “pazienti”.

In italia il dosaggio è indicato sulla ricetta. Anche se non lo fosse dubito che il vostro farmacista vi darà 3 o 4 scatole di Tavor alla volta. La ricetta ripetibile non dà diritto ad andare in farmacia tutti i giorni a prendere il farmaco e dura sei mesi. I pazienti non si autoprescrivono un bel niente e il medico di famiglia o lo specialista devono visitarvi, o quantomeno conoscervi e conoscere i sintomi prima di prescrivere farmaci come le benzodiazepine.

“[…] molti psichiatri vanno dicendo che grazie a questi prodotti è “risolto” o quasi il problema dell’ansia generalizzata, dell’insonnia, etc… Queste dichiarazioni, suffragate da nulla, si ripetono ciclicamente ogni quattro o cinque anni in concomitanza con il lancio di nuovi prodotti e sono operazioni di tipo commerciale […]. Questi farmaci, infatti, presentati come nuovi, non sono tali , ma sono in realtà vecchi farmaci le cui formule sono state solo parzialmente riviste.”

“La rivisitazione di una formula”… vi pare nulla? Sostituire ad esempio un atomo di cloro o di azoto con un altro atomo che rende la molecola più efficace e con meno effetti collaterali, vi pare poco? Perché non si discute che le benzodiazepine abbiano effetti collaterali, che a lungo andare creino dipendenza e che l’interruzione della terapia debba avvenire secondo uno schema che preveda la riduzione graduale e non la sospensione brusca, che causerebbe crisi di astinenza e stati di ansia. Ma non si prendevano le benzodiazepine per placare l’ansia?

“Le medicine in questione sono veramente molto efficaci: inducono il sonno entro pochi minuti e hanno un pressochè immediato effetto antiansia in quanto allentano l’angoscia e fanno vedere ” i problemi ” molto più lontani, quasi li si guardasse con il cannocchiale avvicinato agli occhi al contrario.E fin qui tutto bene: il loro uso, se saltuario ed a piccole dosi, li renderebbe dei farmaci meravigliosi, mentre il loro abuso, ma anche il loro uso a piccole dosi purchè continuo ha sull’organismo, specie nelle persone anziane, effetti devastanti. I farmaci in questione sono gravemente nocivi per due ordini di fattori: innanzitutto un’ azione tossica diretta che induce una sintomatologia inconfondibile: [elenco smisurato di effetti collaterali]; i pazienti presentano inoltre dei gravi disturbi a livello psichico con diminuzione o perdita dell’affettività e con perdita di ogni interesse ricreativo o culturale e tipica è in loro l’ammissione di far finta di non vedere i conoscenti per evitare la fatica di parlare.”

Ha preso il foglietto illustrativo di una qualsiasi benzodiazepina, forse una delle più “forti” e ha indistintamente riportato tutti gli effetti collaterali che ci sono scritti, dai più comuni (che comunque non è detto che si verifichino) ai più rari, magari inventandone qualcuno sul finale. Ma se leggiamo il foglietto illustrativo di un farmaco qualsiasi c’è anche scritto di consultare il proprio medico/specialista/farmacista in caso si manifestino effetti collaterali sia comuni sia rari. Chissà perché? Magari per un eventuale cambio di terapia con una molecola simile che non causi effetti collaterali; inoltre il medico dovrebbe comunicare al rappresentante e quindi in maniera indiretta alla casa farmaceutica l’effetto collaterale verificatosi di modo che tale effetto possa essere spostato dalla sezione raro a quella comune e la stessa casa farmaceutica investa in ricerca per nuove molecole.
Il nostro caro Salvatore Delmondo continua sproloquiando sui pazienti zombizzati e benzodiazepinizzati, su come sia facile riconoscerli lontano un miglio; su come sua moglie che non è medico – perché, lui lo è? – li riconosca dalle facce a cento metri di distanza. Prova persino a fare un mezzo trattato di farmacologia con un’accozzaglia di termini medici (saprà davvero cosa si intende con il termine “dopaminergico”?) e paroloni che portano alla seguente conclusione:

“Ho poi l’impressione, peraltro non ancora documentata, che le benzodiazepine possano anche indurre un maggior sviluppo di tumori; sovente infatti ho riscontrato delle patologie tumorali in persone anziane che facevano da tempo uso di benzodiazepine senza che fossero esposte ad altri riconosciuti fattori di rischio ( uso di alcool, fumo,radiazioni,alta età dei genitori al momento della nascita, inquinanti ambientali, altri farmaci ecc.. ).A credere in questa considerazione clinica, forse un pò azzardata, mi hanno condotto però altre due osservazioni: la prima si riferisce a pubblicazioni autorevoli che dimostrano una depressione immunitaria con l’uso di tali preparati; la seconda è frutto di esperienze personali del lontano ’65 quando avevo riscontrato alterazioni cromosomiche indotte nei linfociti umani coltivati in vitro con l’aggiunta di diazepam”.

Ecco, appunto, hai un’impressione non documentata. Non hai la più pallida idea di cosa sia la correlazione tra due eventi. E magari se linkassi gli autorevoli studi e i risultati degli esperimenti che hai fatto nel lontano 1965, sarebbe meglio. Immagino, ma è solo una supposizione, che se nel lontano 1965 avessi condotto esperimenti di tale portata, dovresti aver avuto all’incirca 30 anni, perciò ora nei hai 80. Arzillo ottuagenario! Ma come, nemmeno un link a uno dei tuoi studi in 50 anni di carriera?
Io ho l’impressione che tu sia un cretino, ma scommetto una pizza che sia più facile per me dimostrare e documentare che tu lo sia, piuttosto che tu documenti le tue impressioni.
Ricordate: l’uso di benzodiazepine e di tutti gli altri cosiddetti psicofarmaci è da farsi solo dietro stretto controllo del proprio medico o dello specialista che ci segue, e solo per periodi di tempo che siano il più breve possibile.
Thunderstruck