Comunicare in pubblico con gli antivaccinisti

È di pochi giorni fa la notizia che la Gran Bretagna ha perso il suo stato di nazione “measles free”, ovvero libera dal morbillo: ciò significa che, anche se alcuni casi si verificavano, essi erano sporadici e considerati eccezionali e la malattia si riteneva eradicata, mentre per perdere lo status la malattia deve essere considerata nuovamente endemica, ovvero normalmente presente sul territorio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, definisce “eradicazione” la condizione in cui una malattia non è libera di circolare perché la popolazione ha raggiunto una copertura vaccinale così alta (stimata del 95%) che l’immunità di gregge riesce a proteggere anche i no responder o coloro che non possono vaccinarsi per problemi di salute.

Strategie comunicative e fallacie logiche

Uno dei motivi per cui la percentuale dei vaccinati si è abbassata in questi ultimi anni è la diffusione delle teorie antivacciniste, che hanno preso piede soprattutto grazie alla velocità e alla portata di pubblico raggiunta da internet. Della problematica abbiamo già parlato, e dopotutto da tempo si valutano le strategie comunicative più valide per contrastare il fenomeno, dopo che per molto tempo le istituzioni hanno lasciato campo libero alla pubblicazione e diffusione di informazioni pericolose per la salute pubblica, anche da parte dei più insospettabili. Grazie al successo dei cosiddetti “no vax” in rete e sui social network, anche l’editoria cartacea si è dedicata alla pubblicazione di libri sull’argomento, e addirittura alcune case editrici si sono specializzate in antivaccinismo e altre teorie del complotto.

Uno degli ultimi libri pubblicati sull’argomento – per il momento soltanto negli Stati Uniti –, associato a un sito internet dallo stesso nome, si intitola “The Vaccine Guide”, la guida ai vaccini. Un titolo quantomeno fuorviante laddove le documentazioni e testimonianze portate all’interno del volume sono state definite da David Gorski “una serie di screenshot di studi, articoli e pagine web accuratamente scelti tramite la tecnica del cherry picking, in cui sono stati evidenziati dall’autrice i passaggi che possano suggerire l’interpretazione il più possibile avversa ai vaccini”. Gorski è un chirurgo oncologo americano, capo-editor del sito Science-Based Medicine e fondatore del blog Respectful Insolence, dalle pagine del quale sotto lo pseudonimo di Orac si dedica da anni a demistificare le affermazioni dei ricercatori che sono diventati punti di riferimento degli antivaccinisti, in alcuni casi anche nostrani.

In uno dei suoi debunking più conosciuti in Italia, poiché coinvolge per l’appunto una coppia di ricercatori italiani, troviamo un esempio perfetto di come spaventare un lettore che non ha competenze di nanodiagnostica: uno studio in cui vengono riportati i risultati di analisi effettuate su alcuni vaccini, senza però includere i valori degli standard di riferimento. “O.M.G.! 1,821 particles! Holy crap! That’s horrible! The antivaxers are right that vaccines are hopelessly contaminated! (…) In reality, what they actually found is that vaccines are incredibly pure” (“Oh mio dio! 1821 particelle! Accidenti! Ma è orribile! Gli antivaccinisti hanno ragione a dire che i vaccini sono contaminati senza speranza! (…) In realtà, ciò che hanno davvero dimostrato è che i vaccini sono incredibilmente puri”) commenta sarcasticamente Orac, prima di spiegare che in realtà tale cifra dimostra inequivocabilmente, a un occhio esperto, che le soluzioni analizzate sono prive di contaminanti che possano destare una qualsivoglia preoccupazione. Mentre la ricerca è stata usata, ed è usata tutt’ora nonostante l’intera comunità scientifica abbia sconfessato all’unanimità la sua validità, per spaventare genitori dubbiosi.

Anche questa è una fallacia logica particolarmente usata da chi segue e diffonde pseudoscienza: la tecnica del cherry picking prima nominata, lo “scegliere le ciliegie”, consiste infatti nel selezionare accuratamente solo le fonti e i documenti a favore della tesi che si vuole sostenere.

La guida OMS per rispondere in pubblico agli antivaccinisti

Riconoscere le fallacie logiche utilizzate dagli antivaccinisti per diffondere informazioni pseudoscientifiche è fondamentale, così come riconoscere le fonti attendibili delle quali fidarsi quando ci informiamo su argomenti che non sono di nostra diretta competenza. Da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad esempio, ha messo a disposizione una guida alle best practices per rispondere efficacemente in pubblico a chi nega l’efficacia e la sicurezza dei vaccini o è convinto di una teoria del complotto che li riguarda. La guida è pensata soprattutto per scienziati e divulgatori a cui si presenti l’eventualità di trovarsi di fronte a un contestatore durante un evento pubblico. In questi casi, infatti, bisogna fare attenzione alle modalità comunicative che si mettono in atto, non tanto per convincere o non indisporre la persona che ci sta direttamente contestando (studi hanno dimostrato che cercare di far cambiare idea a una persona altamente polarizzata sulle sue posizioni può essere inutile, e sortire addirittura l’effetto contrario a quello voluto), ma soprattutto per mantenere la calma e dare risposte convincenti allo scopo di non allarmare il resto del pubblico. È importante infatti immedesimarsi in chi assiste al dibattito, tenendo in considerazione l’ipotesi che si trovi per la prima volta ad ascoltare le argomentazioni degli antivaccinisti e che possa ritenerle convincenti, soprattutto nel caso che si instaurino meccanismi di empatia, come potrebbe succedere ad esempio nel caso che al contestatore venga risposto in maniera molto aggressiva o verbalmente violenta.

Tra i consigli dell’OMS per una comunicazione efficace troviamo:

  • Spiegare quali risultati sono stati ottenuti, sottolineando gli obiettivi comuni;
  • Utilizzare un linguaggio semplice;
  • Essere onesti, dire la verità;
  • Evitare l’umorismo, che può essere male interpretato;
  • Non ripetere le affermazioni degli antivaccinisti, poiché questo può rinforzare le informazioni erronee che si sta cercando di correggere;
  • Non tirare in ballo le motivazioni personali del nostro contestatore;
  • Enfatizzare l’importanza delle vaccinazioni a livello sociale.
I tre passaggi per rispondere ai contestatori dei vaccini in pubblico. Fonte OMS (vedi link nell’articolo)

In questi casi è importante saper riconoscere quali stratagemmi comunicativi e argomentazioni fallaci sta utilizzando il nostro interlocutore, per non farsi trovare impreparati e poter rispondere con chiarezza e competenza, dando spiegazioni complete sul perché le opinioni espresse o le informazioni in suo possesso non siano valide. Nel caso che una modalità di comunicazione di questo genere non sia efficace, infatti, i danni che si possono fare nelle convinzioni degli spettatori sono così grandi che uno dei consigli della guida è proprio quello di evitare di partecipare a dibattiti di questo tipo nel caso che non si sia preparati ad affrontare eventuali contestazioni.


Pubblicato su TorinoMedica.com
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