CoronaVirus, ANTICD13 e omeopatia

maicolengel butac 4 Feb 2020
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Ve l’avevo detto che mi sarei occupato solo di quanto apparso sui media più ufficiali per quanto riguarda il nuovo coronavirus, ed è il caso della notizia di cui parliamo oggi.

Il 2 febbraio su Affari Italiani, testata regolarmente registrata, in cronaca appare un articolo con questo titolo:

Coronavirus, esiste da sempre. Si cura con il farmaco AntiCD13

Non è nella parte dedicata ai blog, no, questo è un articolo ufficiale su una testata giornalistica seria. Il titolo dice una verità e una bugia, spero che chi legga BUTAC abbia chiara la differenza.

Il coronavirus esiste da sempre, vero: la famiglia dei coronavirus è stata scoperta negli anni Sessanta, ovviamente esistevano anche prima ma non erano ancora stati isolati al punto da studiarli. Quello che invece non conoscevamo è il 2019-nCoV, il novel CoronaVirus, che è la causa dei tanti malati in Cina.

L’Anti CD13 è un preparato omeopatico, non cura da nulla. Poco conta che l’autrice dell’articolo, affetta da un pesante conflitto d’interessi, sostenga che curi. I preparati omeopatici non curano di più che i placebo, sostenere diversamente è prendere in giro il lettore. Non sono io a dirlo, sono gli studi scientifici che l’hanno più e più volte dimostrato, come vi abbiamo già riportato svariate volte.

Dare spazio su una testata ufficialmente registrata alla vicepresidentessa dell’Istituto Malattie Croniche Samuel Hannemann (l’inventore dell’omeopatia) è come andare a chiedere all’oste se il vino è buono. Si trattasse di un normale articolo di costume potrei anche sopportarlo, ma qui si sta parlando di un virus che non deve allarmare, ma non deve nemmeno essere preso sottogamba. Se diamo a intendere al lettore (spesso pigro e disattento) che basta aver in casa l’Anti CD13 i rischi sono tanti.

Specie dopo che i giornali internazionali hanno dato risalto alla notizia che in India il governo ha suggerito di usare l’omeopatia per difendersi dal virus. Ho letto discussioni tra razionali e sostenitori delle omeoimprese dove il punto della discussione era: ma se tanto l’omeopatia non fa nulla e non c’è una cura per il coronavirus che male può fare?

Come che male può fare? Se convinco la popolazione che può trovare giovamento in un prodotto che non necessita di ricetta medica e non ha vere controindicazioni come monitorerò quelli che potrebbero essere ammalati? Facile che si vadano a comperare il preparato suggerito e cerchino di curarsi a casa, senza controllo alcuno, convinti della bontà di quanto hanno letto su un giornale.

Anche perché subito dopo aver parlato di Anti CD13 la nostra vicepresidentessa ci spiega che:

Qualora poi ci sia già stata una complicanza a livello respiratorio, con dispnea, tosse, fino ad una polmonite di tipo interstiziale, che può portare a grave distress respiratorio, un farmaco come lo Stannum può portare a miglioramenti impensabili, perché la tossicologia dello Stannum manifesta la stessa sintomatologia.

Quindi il suggerimento è che anche se state peggio, e siete arrivati ad avere una polmonite, potete continuare a curarvi con preparati omeopatici, come lo Stannum. Anche per questo vale la stessa cosa detta sopra. Anche si trovasse una cura valida certificata dalla scienza, quelli che si sono convinti che bastino questi due rimedi omeopatici sono a rischio, grave.

Io non credo serva aggiungere altro se non il solito consiglio: seguite l’Organizzazione Mondiale della Sanità per tematiche che riguardano la vostra salute.

maicolengel at butac punto it
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