Dio, (umanità,) Patria e famiglia

Qualche ricerca sull'origine del motto

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La querelle su chi per primo abbia usato la frase “Dio, Patria e famiglia” va avanti dal 2019, quando Giorgia Meloni pronunciò la frase durante uno dei suoi tanti comizi. In quell’occasione Alan Friedman sostenne che la frase era stata detta da Mussolini, a dimostrazione che Meloni era fascista. Giorgia Meloni rispose a Friedman sostenendo che la frase fosse di Giuseppe Mazzini e, da lì, di articoli sul tema ne sono usciti svariati.

Il Giornale nel 2019 confermava la fonte mazziniana della frase, attribuendola al testo di Mazzini I doveri dell’uomo. La nostra verifica conferma che il testo di Mazzini parla di Dio, Patria e famiglia, solo che tra Dio e Patria Mazzini inseriva un’altra parola a cui sul Giornale non è stato dato alcun risalto.

Vi riporto il testo di Mazzini (che potete verificare nella sua interezza qui):

Voglio parlarvi, come il core mi detta, delle cose più sante che noi conosciamo, di Dio, dell’Umanità, della Patria, della Famiglia.

Open, sempre nel 2019, sosteneva che il motto fosse stato coniato da Giovanni Giuriati, gerarca fascista. Fonte dell’attribuzione? Bruno Vespa nel suo libro C’eravamo tanto amati. Il problema però è che Giuriati sulla rivista di propaganda Gioventù Fascista nel 1931 scriveva questo:

Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo.

Secondo Vespa e Open questa frase sottintende appunto che siccome ogni altro affetto viene dopo, la famiglia è come se fosse citata. Però non c’è.

Anche Vittorio Feltri si è pronunciato, su Twitter, il 20 settembre 2022:

 

Anche Feltri però non riporta una fonte dove si possa trovare il motto così come arrivato ai giorni nostri. Nulla di nulla.

Nel 2019 Roberto Balzani, professore ordinario di Storia contemporanea all’università di Bologna, sui social spiegava le cose in maniera più consona a quanto avevamo trovato nelle nostre verifiche:

DIO, PATRIA, FAMIGLIA (E MAZZINI)
Lo slogan di cui sopra è indubitabilmente fascista (sta scritto sui muri di molti edifici italiani, risalenti al Ventennio). Ed è una torsione ipernazionalista di alcuni concetti (non di un motto) mazziniani, espressi nei “Doveri dell’Uomo”. Mazzini, tuttavia, antepone ai doveri verso la patria e la famiglia quelli verso l’Umanità. E aggiunge: “Quei che v’insegnano morale, limitando la nozione dei vostri doveri alla Famiglia o alla Patria, v’insegnano, più o meno ristretto, l’egoismo, e vi conducono al male per gli altri e per voi medesimi. Patria e Famiglia sono come due circoli segnati dentro uno maggiore che li contiene [l’Umanità]”. Che cosa invece pensasse Mussolini dell’Umanità, lo si può leggere nel programma del Partito Nazionale Fascista (1921): “Il PNF afferma che nell’attuale momento storico la forma di organizzazione sociale dominante nel mondo è la Società Nazionale e la legge della vita nel mondo non è l’unificazione delle varie Società in una sola immensa Società: “L’Umanità”, come crede la dottrina internazionalistica”. Certo, Mussolini si riferiva in particolare all’internazionalismo socialista e comunista; ma Mazzini per primo (1847) aveva guardato all’internazionalismo per affratellare le nazioni in nome della comune appartenenza all’Umanità. La stessa idea di Dio, per Mazzini, aveva senso all’interno di una grande “religione dell’Umanità”, trascendente le religioni positive. Idee romantiche, tipiche del primo Ottocento? Certamente. Per questo, lasciamole a quei tempi andati. E non utilizziamole per nobilitare progetti che, con l’umanitarismo mazziniano, nulla hanno a che vedere.

Il motto o slogan Dio, Patria e famiglia è stato usato si è diffuso per la prima volta sotto il fascismo:

Purtroppo ci è impossibile attribuire in maniera certa la prossima immagine:

Fosse confermata l’esistenza di questo libricino di Letture di religione per la seconda elementare sarebbe smentita anche l’attribuzione di Vespa a Giuriati, visto che si parlava del 1931, mentre questo libro mostra come data maggio del 1928, e riporta ben evidente un fascio sulla copertina.

Quello di Mazzini non era un motto o uno slogan, ma quasi un indice degli argomenti di cui avrebbe poi parlato nel testo sui Doveri dell’uomo. Questi visti sopra sono specifici slogan che oggi vengono considerati legati al fascismo, non a Mazzini. Sempre pronti a correggere arrivassero prove che dimostrino che il motto, in quanto motto, era stato coniato da altri in precedenza.

Tra i lettori alcuni hanno trovato in alcune pubblicazioni del 1800 il trinomio (oltre che in testi latini), non troviamo riscontro di una sua larga diffusione come durante il ventennio fascista ma è comunque importante ricordare che si usava anche in precedenza, sia in latina che in italiano.

maicolengel at butac punto it

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