Fumo e COVID-19: Repubblica e gli articoli ad mentula canis

Chi fuma si infetta meno ma se si ammala rischia di più...

No no e ancora no. L’articolo apparso su Repubblica il 27 gennaio che titola:

Covid, chi fuma si infetta meno ma se si ammala rischia di più

a firma Irma D’Aria è un pezzo che non andava scritto, perché è chiaro che l’autrice o non ha capito lo studio di cui fa menzione o ha scopiazzato da qualche agenzia di stampa errata in partenza.

Lo studio a cui si fa riferimento lo trovate qui. Riporta nelle sue conclusioni:

 These data are consistent with people who smoke being at an increased risk of developing symptomatic COVID-19.

Che tradotto significa:

Questi dati sono consistenti con la tesi che vede la gente che fuma avere un rischio maggiore di sviluppare una forma di Covid-19 sintomatica.

Ovvero chi fuma, se contagiato da Sars-Cov-2, è più facile che sviluppi la Covid-19 in forma sintomatica, rispetto ai non fumatori che perlopiù la sviluppano, come sappiamo, in forma asintomatica. Da nessuna parte si legge che chi fuma abbia qualche forma di protezione in più rispetto a non fumatori, ma anzi si suggerisce che “Support to help people to quit smoking should therefore form part of efforts to deal with the pandemic”, ovvero “Il supporto a chi vuole smettere di fumare dovrebbe essere parte degli sforzi per gestire la pandemia”.

Lo studio oltretutto è stato analizzato sulle pagine del King’s College di Londra già il 6 gennaio di quest’anno in un articolo che potete leggere qui. In quest’articolo del King’s College viene data una certa enfasi a una citazione che vi riporto:

Some reports have suggested a protective effect of smoking on COVID-19 risk. However, studies in this area can easily be affected by biases in sampling, participation and response. Our results clearly show that smokers are at increased risk of suffering from a wider range of COVID-19 symptoms than non-smokers.

Ve lo traduco anche, sia mai che Repubblica non abbia il tempo di accedere a Google traduttore:

Alcuni rapporti hanno suggerito un effetto protettivo del fumo sul rischio COVID-19. Tuttavia, gli studi in quest’area possono essere facilmente influenzati da pregiudizi nel campionamento, nella partecipazione e nella risposta. I nostri risultati mostrano chiaramente che i fumatori corrono un rischio maggiore di soffrire di una gamma più ampia di sintomi COVID-19 rispetto ai non fumatori.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

Se non un shame on you, Repubblica…

maicolengel at butac punto it

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