Gismondo, video vecchi, disinformazione nuova

Grazie alla nuova veste grafica data a un video di quasi tre mesi fa sono tornati virali i circa dieci minuti di video di fine luglio della professoressa Maria Rita Gismondo. Come abbiamo già visto in precedenti occasioni la regia della disinformazione sa benissimo quando ritirare fuori materiale vecchio per generare ulteriore confusione.

A questo giro il video di Gismondo gira col logo di Social TV dopo esser stato virale in agosto coi loghi di Radio Radio. Social TV, senza nessun avvertimento che si tratta di un video girato a fine luglio, l’ha rimesso in circolo il 21 ottobre con questo titolo:

Una VIROLOGA VERA, invitata da tutto il MONDO ma Italia la boicotta

Io non so se Gismondo venga invitata in tutto il mondo, ma onestamente non è sulla base di inviti a conferenze che si basa l’affidabilità di una persona. Conosco tanti soggetti che trovo come il prezzemolo citati e invitati a mille conferenze, ma sono appunto prezzemolini che ci tengono a essere presenti. Altri bravissimi invece fanno vita più ritirata.

Non sono un medico, non sono un virologo, non sono un epidemiologo. Tratterò solo una piccola parte di quanto viene detto in questi dieci minuti. Il minimo indispensabile per farvi capire perché sia poco sensato condividere quasi a novembre 2020 questo video pre-estate.

I suicidi

Subito a inizio del suo monologo Gismondo ci parla di un osservatorio sui suicidi da COVID-19 e snocciola numeri, dopo averci spiegato che lei non riporta opinioni ma cifre, quindi scienza.

Sono andato a cercare quest’osservatorio sui suicidi da COVID, la prima cosa che vorrei riportare è che nella stessa pagina in cui riportano i numeri dei suicidi spiegano anche che:

…si tratta di un dato indicativo e non scientifico (specie perché, nella maggior parte dei casi, il coronavirus si trova ad essere concausa insieme ad altri fattori: umani, ambientali, sociali, patologici) che, tuttavia, rivela numeri preoccupanti e, per questo, da tenere quotidianamente sotto controllo.

Nell’elenco di suicidi e tentati suicidi che riportano onestamente è difficile capire su cosa si basi l’affermazione che sono suicidi da COVID o col COVID come concausa, sono suicidi, ovvero gente che per colpa di situazioni di disagio psichico ha scelto di togliersi la vita. Lockdown e isolamento accentuano quel disagio, non c’è dubbio, ma a leggere le cronache riportate dall’osservatorio i numeri letti da Gismondo mi sembrano onestamente buttati là a caso. Probabile si tratti di persone che comunque vivevano una situazione di disagio e sarebbero comunque arrivati a quell’insano gesto. D’altronde ogni anno in Italia si uccidono quasi quattromila persone: 54, purtroppo, non alterano significativamente la statistica. Purtroppo è impossibile prendere i dati 2020 e fare paragoni, ma in Italia è dal 1995 che i suicidi diminuiscono ogni anno. Come riporta questa infografica del 2017:

Quello che Gismondo non ci racconta è che circa dieci persone al giorno in Italia si tolgono la vita. Anche pre-COVID. E siamo uno dei Paesi al mondo col più basso tasso di suicidi. Anche questo andrebbe detto se si vuole essere tecnici ed evitare facili retoriche.

Gli antidepressivi

Subito dopo ci racconta di come gli antidepressivi abbiano avuto un boom di vendite, è una notizia che è finita sui giornali. Parlando di ansiolitici la cosa non dovrebbe stupirci, anche i sonniferi e il vino hanno avuto boom di vendite. Alla stessa maniera la carta igienica e il lievito, ma non è che siamo diventati tutti alcolizzati, con diarrea, fornai professionisti e con la depressione… I dati vanno presi per quello che sono. Dati, che senza degli studi che dimostrino certe correlazioni e causalità restano solo numeri in un elenco. Gismondo non ha fatto studi in merito quindi sta citando numeri solo per fare scena, come coi suicidi.

I decessi da infarto

Gismondo ci racconta che i morti da infarto sono aumentati moltissimo perché i malati non sono andati negli ospedali per la paura del paziente a recarsi in ospedale. Ma lo studio a cui fa riferimento non dice esattamente questo:

Abbiamo condotto un’indagine multicentro, osservativa e nazionale per raccogliere dati sulle ammissioni per infarto miocardico acuto (AMI) presso le CCU italiane durante un periodo di 1 settimana durante l’epidemia di COVID-19, rispetto alla settimana equivalente nel 2019. Abbiamo osservato una riduzione del 48,4% delle ammissioni per AMI rispetto alla settimana equivalente del 2019 (P < 0.001)

La settimana che si è scelto di monitorare è quella dal 12 al 19 marzo, quella d’inizio lockdown, quella in cui tutti eravamo più spaventati. Non è affatto chiaro nello studio a cosa sia dovuto quel calo nelle ammissioni ospedaliere, sicuramente ci sarà una componente psicologica. Ma nell’analisi delle limitazioni dello studio stesso viene riportato che quei dati possono essere limitati anche dal fatto che molte strutture sono state riorganizzate proprio per accogliere i pazienti COVID-19. Quindi lo studio non certifica senza ombra di dubbio quanto Gismondo sembra voler sostenere.

I dati dell’ISS

Gismondo poi ci racconta dei dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, ci dice che su circa tremila cartelle solo dodici dei morti presentavano pazienti che non avevano altre patologie pregresse. Ma se parlaste con qualsiasi medico serio vi confermerebbe che passati i sessant’anni è abbastanza raro che un paziente non abbia almeno una patologia pregressa. Ma tra questo e sostenere che quella patologia è causa del decesso ce ne passa, di acqua sotto ai ponti. Gismondo a quel punto snocciola altri numeri, parla dei trentamila morti di COVID e poi parla dei cinquantamila che ogni anno muoiono per infezioni nosocomiali all’interno degli ospedali. L’idea che sembra passare è che i trentamila morti per COVID rientrino nei cinquantamila che muoiono ogni anno, ma è una bugia. Avevamo già fatto i confronti coi dati ISTAT mensili. Quest’anno, rispetto agli anni passati, abbiamo avuto oltre quarantamila morti in più. Inutile prenderci in giro, la COVID uccide, e uccide gente che normalmente non sarebbe morta per una “banale influenza”. Certo uccide perlopiù gli individui fragili, ma fa danni anche sui ricoverati che ne escono. Si parla di possibili danni sia ai polmoni che al cuore.

Le acque reflue di Milano e il virus

Gismondo poi cita uno studio pubblicato dall’ISS e ci dice che il virus era già presente nelle acque reflue di Milano da fine novembre, ma lo studio dice qualcosa di lievemente diverso:

Nelle acque di scarico di Milano e Torino c’erano già tracce del virus SARS-CoV-2 a dicembre 2019

Non fine novembre, ma dicembre 2019, e viene ripetuto che a novembre tutti gli esiti erano negativi:

Nelle stesse città sono stati trovati campioni positivi anche nei mesi successivi di gennaio e febbraio 2020, mentre i campioni di ottobre e novembre 2019, come pure tutti i campioni di controllo, hanno dato esiti negativi”.

Sia chiaro, si tratta di una lieve imprecisione, ma detta da chi ha iniziato il suo intervento dicendo che si sarebbe avvalsa solo di dati tecnici verificabili onestamente rende meno affidabile tutto il resto. Oltretutto questa cosa del cercare di far risalire tutta la pandemia a prima di quanto fosse è una cosa che avevo notato anche in un’altra comparsata televisiva della professoressa, ma mi ero limitato a parlarne su Twitter:

La geopolitica

Poi si passa a un siparietto, molto apprezzato da Social TV, sulle conseguenze geopolitiche se si scoprisse che il virus è stato creato da qualcuno. Gismondo prima evidenzia la sua carica all’interno di un comitato delle Nazioni Unite – a tutti piace darsi un tono – poi ci spiega che non accadrà mai che qualcuno scopra che il virus viene da un determinato Paese. Il problema è che il discorso avrebbe senso se a studiare lo stesso virus ci fossero solo i Paesi che lei cita, Cina e Stati Uniti. Ma a studiare il Sars-Cov-2 ci sono laboratori in tutto il mondo, anche in Paesi che non hanno debito pubblico nelle mani della Cina. Qualsiasi considerazione geopolitica la lascerei agli analisti che si occupano esclusivamente di quello…

Contagiati e malati

Gismondo sostiene che in Italia al momento (27 luglio 2020) si parlasse di contagiati come sinonimo di malati. E, giustamente, ci spiega Gismondo, questo è sbagliato. Ma non è affatto vero che le due parole venissero usate come sinonimi. Anzi, sono mesi che si parla di asintomatici, e ci viene spiegato che sono soggetti che hanno subito il contagio da Sars-Cov-2 ma non si sono ammalati di COVID-19. Il problema è che prima di battezzare un contagiato come un asintomatico non malato occorre attendere che il contagio faccia il suo corso. Quindi fino a che la pandemia sarà conclusa difficilmente potremo tirare una vera somma su questi dati.

Le autopsie vietate

Verso la fine del monologo poi ci viene regalata un’ultima chicca, amata da tanti tra i dissidenti del COVID-19. Questa storia delle autopsie vietate ce la portiamo dietro fin dall’inizio del lockdown. Basata su una frase male interpretata da tanti, Gismondo inclusa, all’interno del protocollo per gli ospedali. Il collega e amico David Puente ne aveva parlato su Open spiegando che:

…non vi è alcun divieto di praticare le autopsie sui morti Covid-19. Si tratta di pura disinformazione basata sull’errata comprensione del testo, o della distorsione dello stesso per sostenere l’ennesima teoria di complotto…

…Il Ministero si è limitato a fornire le indicazioni su come le autopsie andrebbero fatte in sicurezza, soprattutto di fronte a un virus che fin dagli inizi non si conosceva granché.

E con questa chiudo.

Concludendo

Non ho materialmente analizzato ogni singola frase detta dalla professoressa, ma direi che qui sopra ci sia materiale sufficiente per capire che quanto riportato a fine luglio da Gismondo non fosse lo stato dell’arte sulla materia COVID-19, se consideriamo che adesso è anche obsoleto non c’è davvero motivo di rimetterlo in circolo, soprattutto senza specificare la data. Non mi rendo conto del perché soggetti con una carriera anche seria debbano prestarsi a questo teatrino, dove il rischio di farla fuori dal vaso è sempre grosso, e non se ne restino nei loro laboratori a fare ricerca, ma ovviamente questo è e rimarrà un mio dubbio.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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