Gleb Lyashenko, il blogger ucraino arrestato

No, non è stato arrestato per aver criticato Zelensky

Ammetto che non ho ben capito le tante segnalazioni che ci avete fatto sul blogger Gleb Lyashenko (in ucraino “Гліб Ляшенко”, in russo “Глеб Ляшенко”) che è stato arrestato per sospetto di alto tradimento in Ucraina. La notizia è stata riportata da svariate testate internazionali e locali, ed è vera.

Vedo che tanti post in cui si parla della notizia sono su questa falsariga:

Un giovane blogger ucraino, Gleb Lyashenko, è stato arrestato dai servizi segreti di Kiev con l’accusa di propaganda anti-ucraina e alto tradimento. Rischia 15 anni di carcere. La notizia è di tre giorni fa ma qui da noi non ne parla ovviamente nessuno. Lo riporta direttamente la SBU (fonte qui https://www.facebook.com/100064794063917/posts/340834014753065/) che spiega nel dettaglio le attività “criminose” di quello che viene definito uno “scandaloso giornalista”.
Secondo gli investigatori dell’intelligence il blogger avrebbe screditato la politica del governo e sostenuto le azioni russe. In altre parole è stato incarcerato per aver criticato Zelensky e aver detto che, in fin dei conti, i russi hanno le loro ragioni. Reati d’opinione quindi, né più né meno.
Eccovi servita la democrazia à la carte per la cui difesa stiamo mandando a rotoli l’intera nostra economia, condannando l’Italia a non contare più nulla nel mediterraneo e in oriente per i prossimi cinquant’anni almeno e rischiando di trascinare l’intera Europa nell’ennesimo sanguinoso conflitto totale. Vi stanno facendo il lavaggio del cervello, spacciando per paese libero un covo di nazisti. Attendo trepidante lo sdegno internazionale dei sempre solerti sepolcri imbiancati difensori del giornalismo libero, quelli che da anni tacciono colpevolmente sul trattamento riservato a Julian Assange. Direi che non c’è più molto altro da aggiungere.
Questo che avete appena letto viene da uno dei tanti profili italiani che diffondono propaganda contro l’Ucraina sposando in toto la posizione russa. Profili di gente normale, profili di persone che da anni sono cascate in quella narrazione e che da quella non sono in grado di uscire. Narrazione che da almeno dieci anni viene costruita, notizia dopo notizia, da quella macchina della dezinformatsiya che ha agito senza nessuno che provasse a fermarla.
Questo articolo che state leggendo a sua volta non servirà a smentire alcunché, perché non possiamo fare altro che confermare l’arresto di Lyashenko. L’unica cosa che possiamo fare è chiarire che il blogger ucraino non è stato arrestato perché criticava Zelensky. Dall’elezione di Zelensky all’invasione dell’Ucraina da parte dei russi tanti altri hanno criticato pubblicamente l’attuale premier ucraino, ma nessuno è stato arrestato a causa delle critiche.

Lyashenko è stato arrestato per aver creato e diffuso notizie false a partire dal 2018, quando da copywriter che era si è trasformato in esperto di analisi socio-politiche. Le sue notizie false sono state usate dalla propaganda russa per mettere in cattiva luce il governo ucraino sia nei territori separatisti che in Russia, e giustificare quanto sta avvenendo oggi. Non si tratta di semplice critica, ma di pura disinformazione creata ad hoc. La differenza è netta.

Io capisco che ad alcuni faccia impressione che una persona venga arrestata per quel che ha scritto online, ma noi non siamo in guerra, da noi la libertà d’opinione è sacra. Vorremmo però che fosse chiaro a tutti che avere un’opinione e inventare notizie sono due cose differenti. Lyashenko ha inventato notizie, che sono poi state diffuse su specifici canali. Andando a cercare si trovano tanti dei blog di finta informazione che sono stati sfruttati per diffondere la sua “verità”. Alcuni hanno cessato di pubblicare news, altri hanno continuato. Ma si tratta di canali di disinformazione in tutto e per tutto simili a quelli che sono anni che vediamo anche nel nostro Paese. Anche da noi, tra l’altro, esiste il reato di diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico, che prevede l’arresto o un’ammenda; nessuno pare interessato a farlo rispettare, ma esiste. Magari se fossimo in guerra ci terremmo maggiormente a far rispettare questa legge.

Ovviamente non essendo noi, per ora, coinvolti in alcuna guerra, difficilmente qualcuno verrà accusato di tradimento. Ma esistono svariati canali informativi, anche italiani, dediti alla creazione e diffusione di notizie fasulle che vengono poi fatte circolare in altre lingue, spesso con l’intento di ridicolizzare e/o denigrare, all’estero, il governo in carica.

Anni che la dezinformatsiya trova spazio in Italia, anni che nessuno fa nulla per fermarla o dare gli strumenti ai più giovani per difendersi.

Non credo sia possibile aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.