I luoghi comuni e le fake news

Non sono gli ignoranti i principali diffusori di disinformazione

Sulla bacheca del giornalista Fabio Salamida, apprezzato da tanti, è apparso domenica 15 novembre 2020 questo post:

Se notate, i cosiddetti “negazionisti del Covid” sono gli stessi che credono che Trump (il loro idolo) abbia vinto le elezioni USA, che Bergoglio sia un “finto Papa”, che i vaccini facciano male e altre idiozie simili. Sono persone molto sole, spesso schernite dai loro stessi cari e con gravissimi problemi di autostima. Sono persone molto ignoranti, che vedono una minaccia in chi è più istruito (o semplicemente meno ingenuo), perché può facilmente umiliarle smontando le loro strampalate teorie trovate navigando sul web, quel non luogo in cui persone assai più furbe di loro lasciano video e pseudo articoli per ottenere i loro click e per far tanti soldi. Sono persone che vanno sicuramente compatite, almeno fino a quando non arrecano danni ad altri, a cominciare dai loro figli. Sono persone che si creano una realtà parallela, una realtà dove ciò che è falso diventa vero, perché in questa realtà sono ai margini.
Io l’ho letto e onestamente sono rimasto un attimo basito. Ma come? Sono anni che cerchiamo di spiegare che non è vero che solo gli ignoranti credano a una certa disinformazione e un giornalista e influencer da 162mila follower su Facebook ci manda tutto in vacca con un post così?
Sia chiaro, Salamida ha scritto post in cui tocca tematiche che condividiamo. Ed è un buon analista della realtà che ci circonda, ma qui ha sbagliato di brutto. Accumunare i “negazionisti del Covid” a tutte le altre figure che ha citato è sbagliato, come è sbagliato sostenere che siano i meno istruiti. Generalizzare è sbagliato, l’abbiamo imparato bene da quando questo blog è online.
Non possiamo metterci a fare nomi, è poco elegante. Ma conosciamo professori universitari, di quelli con largo seguito social, che sono caduti più volte in disinformazione becera. Non quella a cui fa riferimento Salamida, certo, nessuno che credesse alla Terra piatta o al vaccino che causa l’autismo, ma comunque disinformazione che bastavano cinque minuti di verifiche per individuare come tale. Conosciamo tanti stimati professionisti che cascano regolarmente in quell’avvelenamento del pozzo che praticano certe testate. Abbiamo avuto a che fare con un magistrato convinto che un avvoccaticchio della sua città fosse rettore di una falsa università all’estero. Ignorante pure lui? O vittima della disinformazione?
La stessa testata per cui scrive Salamida a volte contribuisce (in buonafede magari, chissà) all’infodemia dilagante. Con articoli colmi pregiudizi direttamente collegati alla fazione politica per cui tifa chi li ha scritti.
Non è affatto vero che gli ignoranti siano i primi a cascare nella disinformazione. Nella maggior parte della disinformazione ci si casca non per ignoranza ma per bias, per pregiudizio. Se crediamo che gli stranieri siano uno dei motivi per cui le cose vanno male nel nostro Paese è facile che condivideremo articoli che lo confermano, anche quando sono articoli falsi o disinformativi. Se siamo dei difensori dell’ambiente, spesso caschiamo in quella retorica faziosa del “naturale è sano” che porta a demonizzare ad esempio gli OGM. Quanti personaggi istruiti e laureati sono convinti che un OGM sia pericoloso per la salute? Eppure la scienza ci ha spiegato in lungo e largo che non lo sono (perlomeno quelli per cui oggi c’è il permesso di coltivazione e consumo in mezzo mondo, Italia esclusa).
E potrei andare avanti a lungo con gli esempi. Dimostrando oltretutto che non è una questione di destra e sinistra, ma solo di temi. Mi viene in mente il nucleare, ad esempio, o la TAP, due temi su cui una certa sinistra più vicina a Salamida che a Salvini disinforma da anni, per non parlare dell’animalismo stile LAV, o tutta la retorica del bio, santa polenta.
Sugli OGM e su tante (false) battaglie per l’ambiente e la salute cascano più facilmente i follower di sinistra. Sulle tematiche che riguardano stranieri e sicurezza cascano più spesso quelli di destra. Affibbiare un’etichetta politica alle bufale è sbagliato, e che lo faccia un giornalista con tanto seguito social dispiace. Dispiace perché a sua volta sta disinformando. E ci sono tanti che lo seguono e che grazie a post come quello qui sopra si sentono più intelligenti e superiori, o immuni dall’information disorder, ma non lo sono.
Vittime a loro volta di un pregiudizio…
Non posso aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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