In punto di morte…

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“IN PUNTO DI MORTE SI VEDONO AMICI E PARENTI
GIÀ DEFUNTI”: LA SCIENZA SPIEGA PERCHÉ

Così titola Leggo di ieri, e a me la cosa lascia sconcertato, la Scienza mi spiega perché? Ma siamo seri? Davvero ci sono scienziati che si sono messi dietro ad uno studio del genere? Ma che scienziati sono?

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Leggo ce lo dice subito:

Gli scienziati del Canisius College di New York hanno intervistato 66 pazienti che hanno ricevuto cure di fine-vita in un ospizio. La ricerca, che ha preso in esame un fenomeno diffuso ma ancora poco studiato, ha rilevato che la maggior parte dei pazienti ha avuto almeno una visione del genere al giorno.

Peccato che quando vado a cercarmi la ricerca mi accorga che è pubblicata su una testata parte di un gruppo che QuackWatch reputa di nessuna affidabilità. La ricerca oltretutto si basa su un campione ristretto di individui (per lo più credenti da quanto si capisce), e non è una ricerca scientifica nel vero senso della parola, più uno studio sociologico su quelle che sono le sensazioni e le emozioni che si provano giunti a “fine corsa”.

Accounts of pre-death visions span recorded history, but have been absent from the scientific literature. A recent study in the Journal of Palliative Medicine by Associate Professor James P. Donnelly, PhD, and colleagues found that end-of-life dreams and visions (ELDVs) are an intrinsic and comforting part of the dying process.
I racconti di visioni pre-morte sono registrati nella storia, ma sono  assenti dalla letteratura scientifica. Un recente studio nel Journal of Medicina Palliativa dal Professore Associato James P. Donnelly, PhD, con colleghi ha scoperto che alla fine del ciclo di vita i sogni e le visioni (ELDVs) sono parte intrinseca e confortante del processo di morte.
The researchers found that “the most common dreams and visions were of deceased relatives or friends.” Dreams and visions about the deceased were “significantly more comforting” to patients than other kinds of ELDVs, and became more frequent as the person approached death.
I ricercatori hanno scoperto che “i sogni e le visioni più comuni sono stati di parenti deceduti o amici.” Sogni e visioni circa il defunto erano “significativamente più confortante” per i pazienti rispetto ad altri tipi di ELDVs, e divennero più frequenti come la persona si avvicinava la morte.

Quindi il fulcro della ricerca è capire se le “visioni” in punto di morte sono allucinazioni o deliri sintomo di un problema o se si tratta di appunto di qualcosa di collegato al processo della morte. I ricercatori della Canisius sostengono non si tratti di deliri, ma solo ed unicamente un trucco del nostro cervello per renderci più confortante il trapasso.
La ricerca mi sembra che si basi davvero su poco, ma il Dottor Donnelly è un psicologo, che oltre ad insegnare si è occupato di malati terminali e persone con traumi di diverso genere. Può essere che questo genere di soggetti la mente sia più spinta a generare qualcosa di confortante per la transizione tra la vita e la morte.
maicolengel at butac.it