Ivermectina, capitolo chiuso

...a meno che tu non sia un cavallo

Oggi ce la caviamo davvero con poco, non abbiamo una notizia specifica da trattare ma solo il bisogno di dare visibilità a una notizia che altrimenti, nel panorama del giornalismo italiano, siamo sicuri che pochissimi tratteranno con la giusta enfasi.

La notizia è questa:

Health officials warn people not to treat Covid with a drug meant for livestock

Qui sopra con le parole usate dal New York Times (non il New York Post, che viene sfruttato da tanti come fonte ma che è di pari valore al Daily Mail), parole che tradotte riportano:

I funzionari sanitari avvertono le persone di non curare il Covid con un farmaco destinato al bestiame

E quei funzionari di cui parlano non sono quattro cialtroni, ma la FDA:

 

Che tradotto:

Non sei un cavallo. Non sei una mucca. Seriamente, tutti voi. Smettetela.

Perché ne parliamo qui su BUTAC, se questa non è una bufala? Ne parliamo perché sono mesi che veniamo attaccati da sostenitori di questa pseudocura, mesi in cui abbiamo dovuto trattare svariati siti e testate che l’hanno spacciata come un trattamento risolutivo contro COVID-19. Chiunque ne abbia parlato in questi mesi in toni estusiastici, anche dopo la pubblicazione delle inequivocabili evidenze che non fosse efficace contro COVID, ha chiaramente un’agenda, un’agenda che sarebbe bellissimo che qualcuno analizzasse per capire chi c’è dietro.

Sì perché qualcuno dietro c’è, non è complottismo, è semplicemente una conclusione a cui si arriva osservando alcuni fatti: non è possibile che come per l’idrossiclorochina (inutile) anche per l’ivermectina sia nato un sito che raccoglie pedissequamente tutti gli studi dando a intendere che ne dimostrino in qualche modo l’efficacia. C’è chiaramente qualcuno che ha un vantaggio dal fatto che questa disinformazione continui costante nel tempo. Chi ha dato visibilità a quel sito e a quella disinformazione è complice, poco conta se se ne rende conto o meno.

E lo è doppiamente, perché sappiamo benissimo che anche oggi che alla faccenda è stato messo un punto fermo non correggeranno gli articoli vecchi, e difficilmente daranno risalto a quanto spiegato sopra.

 

L’elenco di chi l’ha cavalcata è lungo, qui vi voglio riportare solo i nomi più noti.

A gennaio 2021 ad esempio ecco il Messaggero cavalcare la notizia:

Ivermectina efficace contro il Covid. Studio britannico: «Tassi sopravvivenza superiori all’83%»

Il Giornale a febbraio:

Due “vecchi” farmaci possibili cure contro Covid

Ma pur non aggiornando l’articolo vecchio almeno loro hanno riportato la notizia dell’FDA di questi giorni, peccato non averlo fatto prima.

Il Fatto Quotidiano, a marzo:

Covid, l’ipotesi dell’ivermectina come una potenziale terapia. Santin (Yale): “Può essere il game-changer”

Ma già a marzo EMA invitava a NON usare l’ivermectina:

EMA raccomanda di non utilizzare ivermectina per la prevenzione o il trattamento di COVID-19 al di fuori degli studi clinici

Nessuno che ne desse notizia se non l’AIFA stessa.

Il Tempo, ad aprile:

Coronavirus, l’antiparassitario Ivermectin lo uccide in 48 ore. La speranza arriva dall’Australia

E anche ad agosto…

“L’ivermectina cura il Covid”, lo studio israeliani sul farmaco quasi gratis per scabbia e pidocchi

La Verità è una di quelle testate che si è messa addirittura a cavalcare la notizia della “cura” solo dopo che tutti gli studi scientifici l’avevano bollata come fuffa. Due volte in meno di una settimana a inizio agosto, e ho il dubbio che non pubblicheranno alcuna smentita.

Sul FQ ad agosto ci ha pensato Patrizia Gentilini a ritirare fuori la cura, come sa chi legge BUTAC con regolarità.

Poi, purtroppo, ci sono i medici, non tanti ma comunque molti di più di quanto potremmo (o vorremmo) aspettarci, medici che senza saper leggere le evidenze hanno cavalcato questa robaccia, infischiandosene della salute dei loro pazienti. Era un’ottima scusa per farsi belli e magari farsi intervistare dai giornali… Sarebbe opportuno vedere oggi i tanti ordini italiani cominciare sul serio a fare pulizia. Chi ha lodato l’ivermectina ed è iscritto all’Ordine necessita seriamente di corsi di recupero.

Per concludere, come già dicevo qualche giorno fa: a chi giova questa disinformazione?

Non posso aggiungere altro.


EDIT delle 00:15 del 24 agosto 2021 – mi rendo conto che in quanto ho scritto qui sopra i toni sono al limite dell’arrabbiato, e apprezzo avere lettori come Ander che me lo fanno notare. Quando la rabbia prende il sopravvento si rischia di cadere in errori, come quello di dare a intendere che fosse solo robaccia. Non era quello che intendevo, quello che è robaccia è il modo con cui, i giornalisti, hanno via via trattato i tanti studi su questo come su altri possibili trattamenti. Evidenziando malamente gli scarni successi e omettendo quasi sempre quando invece gli studi sono stessi dismessi perché non soddisfacenti. Questo è quello che volevo intendere. È ovvio che è un bene che siano in tanti a studiare diversi  possibili terapie per la pandemia in corso, ed è giusto che continui così. Ma bisogna fare grandissima attenzione a come l’informazione viene passata al grande pubblico.


maicolengel at butac punto it

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